di Roberto Scorcella
Sembra avere un nome e un volto la persona che lo scorso 30 luglio assassinò con 24 coltellate Felice Brandi, ex barista di 44 anni. I carabinieri della Compagnia di Tolentino hanno fermato nella tarda serata di oggi un uomo di 38 anni, Sauro Muscolini, anche lui di Tolentino, e residente in un’abitazione distante pochi metri da quella dove è stato ucciso Brandi in via Filelfo. Gli uomini del reparto investigativo hanno trovato in un luogo ancora non reso noto dagli inquirenti ma comunque nella disponibilità di Muscolini alcuni vestiti sporchi di sangue e un coltello, quello con il quale è stato probabilmente commesso l’omicidio. Questi elementi insieme ad altri indizi che fin da subito avevano indirizzato le attenzioni dei carabinieri oltre che su Muscolini anche su altre persone hanno portato al fermo dell’operaio 38enne che proprio in queste ore viene sottoposto a interrogatorio nella caserma di Tolentino.
Da quanto si è riusciti a sapere, Muscolini si è chiuso nel silenzio e questo ovviamente rende difficile capire quale si stato il movente che lo avrebbe portato a uccidere Brandi. La pista più probabile è quella della droga. Anche Sauro Muscolini, infatti, ha avuto, come la vittima, problemi legati alla tossicodipendenza. La sera dell’omicidio Muscolini e Brandi erano stati visti insieme intorno all’ora di cena alla biblioteca Filelfica dove era in programma la presentazione di un libro di Erri De Luca. Poi, fra le 21.30 e le 22, come stabilito dal medico legale, Brandi è stato assassinato. Gli inquirenti stanno sottoponendo gli abiti sporchi di sangue e il coltello alla comparazione con il dna della vittima e, in caso di esito positivo, il fermo di Muscolini si tramuterà inevitabilmente in arresto.
Nelle foto di Guido Picchio: i carabinieri di Tolentino stasera in via Filelfo e in caserma.
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Vorrei complimentarmi con la sobria ma efficace laboriosità della Benemerita. Considerati i grami stipendi che percepiscono e la dignità con cui indefessamente conducono avanti ogni loro impegno, quando ottengono risultati sono in genere gli unici che passano inosservati, trattandosi peraltro – i risultati – del proprio dovere e non di un’eccezionalità. Eppure… non ha qualcosa di eccezionale la normalità di un dovere puntualmente eseguito?
Mi associo ai compliemti fatti da Filippo…
@Filippo.
La normalità sta diventando eccezionalità… qualcosa va sicuramente rivisto in questa società…
cmq i Carabinieri in testa sul berretto hanno la FIAMMA e non la FIOM come altri…. 🙂
Mio padre è stato alcuni anni nell’Arma e mi ricordo di lui l’orgoglio di essere appartenuto a tale Corpo anche se per ragioni familiari aveva scelto di passare ad un impiego civile. Soprattutto aveva conservato il senso del dovere e della disciplina. Quando sentiva la marcia dei Carabinieri aveva le lacrime agli occhi. Conservava gelosamente il ricordo di un suo superiore, il Maggiore Infelisi, e di uno che mai aveva conosciuto peersonalmente il Generale Della Chiesa
Sig. Tartari si risparmi queste patetiche battute sulla FIOM, grazie.