Casi uguali a quello che ha portato all’annullamento delle elezioni provinciali di Macerata probabilmente non accadranno più. Pochi giorni dopo la sentenza del Consiglio di Stato, infatti, la Corte costituzionale ha dichiarato incostituzionale la norma sul contenzioso elettorale amministrativo (art. 83 T.U 1960 come modificato con legge 1147 del 1966) sulla quale si erano sostanzialmente fondate le due sentenze del Tar Marche (29 maggio 2009) e del Consiglio di Stato (5 giugno 2009, il giorno precedente le elezioni) che, in base alla “consolidata giurisprudenza” esclude la possibilità di un’autonoma impugnativa degli atti endoprocedimentali del procedimento elettorale, anteriormente alla proclamazione degli eletti”.
Questa interpretazione dell’art. 83 del T.U 570 del 1960 era venuta a costituire una «regola di diritto vivente» e come tale applicata nel caso del ricorso delle LAM.
La sentenza (n 236 del 5 luglio 2010) con la quale la Consulta dichiara incostituzionale tale norma è scaturita da un caso analogo a quello che ha portato al Commissariamento della Provincia di Macerata. La causa davanti alla Corte Costituzionale è stata sollevata da una eccezione di costituzionalità promossa dal TAR della Liguria sul procedimento elettorale delle elezioni provinciale di Savona del 2009. In quel caso però la lista era stata ammessa con riserva dall’Ufficio elettorale centrale e quindi ha potuto prendere parte alle elezioni.
La Consulta ha ritenuto la predetta norma contraria agli articoli 24 e 113 della nostra Costituzione in quanto “non assicura una tutela giurisdizionale piena e tempestiva”.
La Corte costituzionale ha richiamato anche la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. “Deve rilevarsi – scrivono – che gli artt. 6 e 13 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, riconoscono un diritto ad un ricorso effettivo, che verrebbe vanificato laddove l’art. 83-undecies del d.P.R. n. 570 del 1960 fosse inteso nel senso di escludere l’impugnabilità immediata degli atti relativi al procedimento preparatorio alle elezioni, come l’esclusione di liste o di candidati, che siano immediatamente lesivi di situazioni giuridiche soggettive.
Né può sostenersi la tesi in base alla quale la possibilità dell’intervento del giudice amministrativo nella fase iniziale del procedimento elettorale rischierebbe di creare incertezze nel corpo elettorale, che costituisce «il primo organo costituzionale, in quanto titolare della sovranità popolare». A prescindere dalla circostanza che la sovranità popolare è esercitata «nelle forme e nei limiti della Costituzione» (art. 1, secondo comma, Cost.), il sindacato giurisdizionale sugli atti immediatamente lesivi relativi al procedimento preparatorio alle elezioni rappresenta una garanzia fondamentale per tutti i cittadini. In un ordinamento democratico, infatti, la regola di diritto deve essere applicata anche a tali procedimenti e, a questo fine, è essenziale assicurare una tutela giurisdizionale piena e tempestiva.”
In conclusione la Corte costituzionale (presidente Francesco Amirante, estensore Sabino Cassese) ha dichiarato “ l’illegittimità costituzionale dell’art. 83 (Testo unico delle leggi per la composizione e la elezione degli organi delle Amministrazioni locali), nella parte in cui esclude la possibilità di un’autonoma impugnativa degli atti del procedimento preparatorio alle elezioni, ancorché immediatamente lesivi, anteriormente alla proclamazione degli eletti.
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Il titolo “Il caso Lam non potrebbe ripetersi – Norma dichiarata incostituzionale”, potrebbe far pensare che i fatti oggetto della sentenza del CDS oggi non avrebbero dato luogo a nuove elezioni. e che quindi il PDL sedesse legittimamente in Provincia.
In realtà si dovrebbe dire che nel caso specifico la Lam avrebbe potuto essere riammessa già prima del procedimento elettorale, con la conseguenza di mettere in forse la vittoria del PDL.
Giusto quindi, a maggior ragione, andare a nuove elezioni con la partecipazione della Lam medesima.
Cos’è il gioco delle 3 carte?
“A Savona”, la lista era stata ammessa alle elezioni con riserva. “Nel caso specifico”, la partita Lam si sarebbe chiusa proprio lì, al momento dell’esclusione.
E viene legittimamente eletto chi partecipa ad un procedimento elettorale democratico (per Paesi come l’Italia) e vince. Punto.
Il titolo, richiamando il caso Lam, è quindi estremamente puntuale. Può però non piacerLe.. …..
Dio ci salvi dai “berluscones”…
E dai cogliones
Chissà perchè ci sono politici che non perdono occasione per far sapere a tutti l’altissima autostima che hanno di se….
Altissima autostima rispetto ad alcuni..sicuramente non a tutti..ci mancherebbe!!
C.V.D.
Come volevasi dimostrare…
Interessante scambio d’opinione.
..Sono bastate 5 righe per un’etichetta, chapeau!
Cotanta saggia intuizione.. Magari potrebbe affidarsi a Dio per priorità diverse!!
Non penso che a Dio sfugga che questo Governo ha reso delinquenti i clandestini, anche se non commettono nessun reato; nè che molti immigrati vengono spediti indietro in uno Stato con un Governo dittatoriale il cui capo è amico di berlusconi; nè che ci si appresta a fare una deportazione di nomadi…
Capponi è alleato della Lega e sostiene questo governo e le sue decisioni.
Per ora ci ha salvati il CDS, ora, con l’aiuto del Signore speriamo di liberarcene per sempre.
Credo che la strada del rigore sia una scelta obbligata. Espellere i clandestini senza un reddito ne fissa dimora sia cosa giusta e sacro santa. Non si capisce perchè un italiano va a lavorare x 900 euro al mese e questi invece si permettono di oziare dalla mattina alla sera, essere mantenuti da noi e alla fine delinquono pure. E a dire il vero il primo ad applicare le espulsioni in italia è stato l’allora sindaco di Roma V…….., all’indomani della violenza e uccisione da parte di due ROM di una signora che una sera d’inverno si è imbattuta in questi due criminali.
Ritengo che lo Stato abbia l’obbligo assoluto di farsi promotore del rispetto delle leggi, d’offrire garanzie di sicurezza ai propri cittadini prima di tutto; per questo quotidianamente viene chiamato in causa.
La solidarietà è sana se limitata all’atto del singolo, di cui le Istituzioni democratiche promuovono la pratica privata circoscritta ad un gesto di volontarismo, ma per cui non possono certo farsi garanti giuridici.
L’esperienza ci dimostra come su larga scala, interventi non razionalizzati raramente creano le condizioni per un godimento sostenibile, molto più spesso catalizzano il disagio, il disordine, la perdita di controllo.. che slegati da ogni principio regolatore e quindi privati di un meccanismo di monitoraggio efficace, dal privato si trasferiscono -pericolosamente amplificati da benevolenti meccanismi giuridici e da un’inadeguatezza strutturale (scenario socio-economico) – nel pubblico, finché viene meno il diritto degli uni (i cittadini) e il dovere degli altri (chi li governa) rispettivamente di godere e assicurare quei postulati che consentono di vivere nella dignità dell’individuo. Individui appunto, che definendo “clandestini”, Sig. Angeletti, vengono preventivamente identificati con un’accezione fortemente negativa, con “un’etichetta” che evoca segretezza, legami con la criminalità, vite condotte all’ombra.. Indicando dunque persone straniere che per varie ragioni non sono in regola, in tutto o in parte, con le norme nazionali sui permessi di soggiorno, per cui nessun ordinamento può e deve sancire la legittimità di forma.
Sul campo, ho imparato che ognuno sceglierebbe di vivere nel proprio Paese e questo va persino al di là delle guerre (per cui si dovrebbe parlare invece di “status di rifugiato”) e della povertà più estrema.. Questo è il Diritto sacrosanto che va difeso prima di tutto e il Dovere sancito, tuttavia poco imperativamente, dalle norme di Diritto Internazionale, per cui si deve tanto lavorare.
Credo fermamente che quelle condizioni di dignità si possano e si debbano creare, in un processo partecipato di “donatori e beneficiari”. Questo va fatto nel luogo da cui scrivo: Il Sud (terminologia geo-politica) del mondo.
Cordiali saluti.
Credo che la risposta puntuale, decisa e argomentata anche giuridicamente da parte di Paola vada molto al di sopra delle pochissime aspettative di chi farneticava sopra….Giusto Sig. Angeletti?? Che Dio ci salvi dal qualunquismo che sia esso bianco, rosso, nero, verde o di qualsiasi altro colore!
“La solidarietà è sana se limitata all’atto del singolo, di cui le Istituzioni democratiche promuovono la pratica privata circoscritta ad un gesto di volontarismo, ma per cui non possono certo farsi garanti giuridici.”
Questo cosa significa che l’accoglienza, la solidarietà sono solo gesti volontari del singolo e che lo Stato può fregarsene di chi arriva stremato a casa nostra compresi donne e bambini?
Quindi lo Stato legittimamente invia in Libia, che non riconosce la possibilità di chiedere asilo politico, persone, anche minori, delle quali non conosce né status né storia?
D’altra parte cosa ci si può aspettare da chi fornisce a Gheddafi 200 ragazze benvestite perché ascoltino i suoi sermoni sull’Islam come è accaduto in occasione della sua presenza a Roma
“Individui appunto, che definendo “clandestini”, Sig. Angeletti, vengono preventivamente identificati con un’accezione fortemente negativa, con “un’etichetta” che evoca segretezza, legami con la criminalità, vite condotte all’ombra.. Indicando dunque persone straniere che per varie ragioni non sono in regola, in tutto o in parte, con le norme nazionali sui permessi di soggiorno, per cui nessun ordinamento può e deve sancire la legittimità di forma.”
Questo significa che tutti i clandestini hanno legami con la criminalità? La responsabilità dei reati è sempre individuale e mai di una categoria. Che ci siano dei clandestini delinquenti non legittima l’equazione clandestino = delinquente. Altrimenti dovremmo dire che tutti gli italiani sono mafiosi.
“Sul campo, ho imparato che ognuno sceglierebbe di vivere nel proprio Paese e questo va persino al di là delle guerre (per cui si dovrebbe parlare invece di “status di rifugiato”) e della povertà più estrema”
Allora secondo lei le persone emigrano appositamente per delinquere?
“Questo va fatto nel luogo da cui scrivo: Il Sud (terminologia geo-politica) del mondo.”
Intanto che il Sud progredisce che facciamo? Lasciamo morire tutti di fame?
Sig. Livi, la sua amica Paola non spiega un bel niente e le sue motivazioni non hanno niente di giuridico se non l’uso di termini con i quali maschera l’egoismo becero di una parte politica.
Personalmente, non ritengo ci siano i presupposti di base per un dialogo sereno, nè le conoscenze di vocabolario per un contenuto minimamente interessante. E’ un peccato.
Sono però estremamente felice di rendermi conto che ci sia tanta buona volontà. Perchè se il mio egoismo becero mi ha indotto negli anni a investire splendidamente energie emotive in piccoli atti di volontariato e energie elettive in un percorso accademico e professionale che mi ha introdotto nel mondo della cooperazione internazionale allo sviluppo, immagino che solidali animi come il suo faranno nel loro GRANDE molto, ma molto di più per cambiare cosa senza sfumatura viene etichettato come negativo.
Continuo a non permettermi di azzardare commenti personali… Se non quello di augurarmi, questa volta, di risultarle “comprensibile” nella lettura.
Le porgo, nuovamente e definitivamente, cordiali saluti.
Sono convinto della sua assoluta buona fede. Ciò non toglie che tutti possiamo avere meriti e demeriti senza bisogno di sbandierarli.
Anzi non sono del tutto convinto che un “percorso accademico e professionale …nel mondo della cooperazione internazionale” costituisca volontariato. E’ senz’altro un’attività meritoria ma, proprio in quanto professionale, non è di volontariato.
Chissa se il cristiano Capponi e S.E. si trovano in sintonia con Berlusconi anche nel trattamento riservato dal centro destra a Gheddafi? Magari se era ancora in Provincia poteva invitarlo a Macerata per parlare con qualche escort. O forse si poteva intavolare un dibattito sul tema dell’immigrazione visto che abbiamo qui degli esperti così esperti che gli altri non ne capiscono nemmeno il vocabolario.