Dalle donne della coalizione di centrosinistra:
Crediamo sia oggi un’occasione unica e importante che la coalizione di centro-sinistra realizza insieme, nel senso pieno della parola. Insieme nel senso di mettere sul piatto un’esigenza concreta e un bisogno condiviso, quello di cambiare la politica da dentro. Per pretendere un’innovazione della politica occorre essere credibili e forti: con questo esempio di unità vogliamo dimostralo alla cittadinanza. Le donne dell’intera coalizione di centro sinistra hanno intrapreso un dialogo serrato, condividendo temi e istanze da portare, oggi, all’attenzione della città attraverso un confronto con il nostro candidato sindaco Romano Carancini.
Siamo tutte dentro un percorso comune. Comune perché punto di arrivo di tante idee, strade e cammini ad andature e ritmi differenti, ma con un obiettivo condiviso, quello di dichiarare finite le prove tecniche di pari opportunità e dare inizio ad una nuova storia, quella di una vera rappresentanza di genere. La storia delle donne della coalizione di centro sinistra per le comunali della città di Macerata è rappresentata da un uomo Romano Carancini.
In lui ci riconosciamo e abbiamo compiuto una sintesi che riguarda il nostro sguardo su questa città. Ma non abbiamo semplicemente deciso di delegare ad una politica maschile le idee delle donne, piuttosto riponiamo nella sua attitudine politica e nella sua attenta capacità amministrativa alcune istanze di natura partecipativa e di genere. Con Romano Carancini abbiamo condiviso un programma molto sbilanciato su una idea di città a misura di tutte e tutti i maceratesi. Ma, soprattutto, a misura delle fasce deboli, di chi è maggiormente colpito dai pesanti disagi che la quotidianità di giornate incentrate su lavoro, cura della famiglia, dei figli e degli anziani riserva. Un peso che l’attuale crisi e l’attuale cultura dominante aggrava e raddoppia sulle spalle delle donne. Con una particolare attenzione al ruolo e alla dignità delle donne migranti.
A causa dell’attuale crisi e dei connessi mutamenti sociali, il concetto di cittadinanza e dei relativi diritti muta nel tempo ed oggi deve fare necessariamente i conti con il ruolo diverso della donna nella società e nel mondo del lavoro. Non è così perseguibile un obiettivo di equità e giustizia, né può realizzarsi un progetto di vita sociale senza riconoscere il valore essenziale del lavoro che le donne svolgono nella vita quotidiana. Tutto questo ci porta automaticamente a riflettere sul lavoro che sono chiamate a svolgere le donne migranti, al di fuori del proprio contesto territoriale e familiare, in condizioni dunque alienate da una quotidianità vissuta, senza che sia loro concesso il rifugio nell’intimità del proprio nido privato di sentimenti, affetti ed emozioni. La donna immigrata è un abito di dovere relegato a rimediare al vuoto domestico creato dal disagio lavorativo femminile locale. Perché? Perché negli anni non siamo riusciti a far uscire il ruolo e il compito della donna dalla pura dimensione familiare e individuale e assumerlo come responsabilità pubblica. Ad assumerlo come mole di lavoro finora nascosto e innominato che rende possibile, oltre che parte della crescita economica, anche la vita materiale, psichica ed esistenziale di tutte e tutti. Occorre dare il via al riconoscimento sociale del valore del lavoro di cura.
La città è un patrimonio sociale e costituisce, se ben pensata, un modello di socialità. Ogni programma amministrativo si pone l’obiettivo di restituire ad ogni soggetto un’equità di accesso ai servizi, agli spazi e ai tempi per viverla appieno. Noi oggi vogliamo richiedere la firma del nostro candidato sindaco su alcune istanze che segnano una forte discontinuità verso l’attuale considerazione della rappresentanza femminile. Vorremmo che quelle condizioni materiali che permettono di attuare progetti di vita individuali e collettivi – trasporto pubblico, viabilità, rispetto dell’ambiente e dei luoghi delle relazioni umane nell’edificazione, servizi pubblici e alla persona, etc – siano collegati al punto di vista delle donne. Che significa? Che oltre ad essere interpellate per la costruzione del programma e come noi candidate nelle liste della coalizione, ci sia un impegno pubblico e ufficiale nel garantire una rappresentanza in giunta e dunque nell’amministrare la città. Soltanto così quei punti programmatici di forze e grande rispetto dei diritti di tutte e tutti potranno godere di un reale punto di vista attivo e fattivo delle donne sulla città.
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diversi anni fa in una riunione dove si parlava di donne e politica dissi: se noi maschietti abbiamo la “sfortuna” di incocciare,in una tornata elettorale, contro una decina di Sara Giannini,donna e politico che conosco ed ammiro,pretendo la costituzione delle quote”azzurre” solo questo ci può salvare!!! Questo per dire subito che la presenza di donne in politica è,per me, molto positivo. Ma detto questo vorrei fare alcune considerazioni. L’Italia, con il suo 21% di donne elette in parlamento,supera alcuni paesi come la Francia ed il Regno Unito,ma è distante da tanti altri a cominciare dalla Germania, Spagna,Portogallo,Austria e tutti i Paesi Scandinavi. Bisogna fare meglio!!!. Vorrei soltanto che non si usasse la DONNA per moda o, peggio, per l’avvenenza di qualcuna,senza un background che solo può giustificare la presenza in ruoli di responsabilità. Voglio ricordare le parole della Dott.ssa Armeni sul Riformista: Siamo di fronte ad un modo di fare politica con il corpo delle donne. Questo uso strumentale denota uno scarso rispetto da un lato per quanti,uomini e donne,hanno conquistato uno spazio con le proprie capacità ed il proprio lavoro,dall’altro per le istituzioni e la sovranità popolare che le legittima. Per quanto scritto una tiratina d’orecchi al candidato Carancini: che bisogno c’è di dirlo in campagna elettorale che avrà un vicesindaco Donna? Se ci saranno donne di centrosinistra valide perchè non dare molto di più? In bocca al lupo a tutte le donne candidate in ogni schieramento. maurizio mosca
andando per differenze, noi abbiamo una diversa sensibilità, siamo più concrete e in politica dimostriamo di avere una maggiore capacità di mediazione senza ricorrere a inciuci vari..
non è questione di intelligenza,ma di diversa intelligenza.
quando sento i politici che attaccano gli immigrati per questo o quello, me ne vergogno, ma come donna sento un vero imbarazzo quando a farlo è un’altra donna perchè è come tradire o rinnegare il nostro ruolo anche materno.
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Prof!!!! come sono andato con le virgole ed i puntini????
@ (detto momo)
grrrrrr! non sono prof!!!!!
vedi che gli uomini non ci arrivano??? bisogna spiegargli tutto.
aveviA scritto. : E non disprezzo nessuno..neanche Lei
ho risposto: mi permetta, perchè possa crederci: E non disprezzo nessuno, ( virgola) neanche Lei.
non contestavo la punteggiatura , non mi permetterei,ma la sostanza.!!!
volevo far notare che quei puntini di sospensione non mi avevano rassicurata per niente!!
saluti !
Prof.. perchè per me Lei è una prof,mi ci rompe..ma spero sia eletta!!! il grrrrr è simpaticissimo…a presto e esagero!!,…:..; virgola,puntini,due punti e punto e virgola!!!! e mi dia del tu..tutti i prof mi davano del tu!!!! P.S. deve fare campagna elettorale..stavolta è dura. momo
eletta??? ma allora vedi che mi vuoi male? ecchessomatta???
io ci sto dentro per caso, volevo essere di riserva, adesso sto in ballo…ballo, ma appena finisce la musica….me ne torno in panchina eheheh
campagna elettorale?? sai dove stannoi miei santini? sopra il tavolo della sede di SEL…vacci a guardare………………………………………………se i talebani ti fanno passare ahahah
un’idea ce l’avrei per farmi conoscere ma …è troppo originale, non vorrei shockare nessuno….manco te! ciao