Dall’ufficio elettorale di Franco Capponi riceviamo e pubblichiamo:
La coalizione di Silenzi? “Di stampo prodiano, già bocciata dagli elettori perché raccoglie un miscuglio di partiti dai popolari cattolici fino all’estrema sinistra. Una coalizione litigiosa nel proprio seno per cultura, identità e storia. Ma soprattutto guidata da un ex presidente come Silenzi che evidenzia uno smodato culto della personalità e che come primo atto dopo l’insediamento si è aumentato lo stipendio del 30%. Io invece voglio essere il presidente di tutta la provincia. Una mia virtù è quella di sapere ascoltare gli altri. Non sono mai stato una primadonna ma un coordinatore del lavoro di gruppo. Non ho mai pensato ad apparire ma all’essere. Se ho lasciato il mio posto in Consiglio provinciale a Giorgio Bottacchiari di Camerino è perchè i sindaci mi avevano chiesto un impegno esclusivo al Cosmari dove, contro le posizioni del tutto astruse di Silenzi rispetto alla gestione unitaria dei rifiuti, noi abbiamo costruito in questi anni il modello più virtuoso del Centroitalia. Ricordo anche che il presidente Silenzi, al tempo architettò tutta una serie di incompatibilità tra il ruolo svolto dal consigliere provinciale e l’essere presidente-amministratore del Cosmari, non adottando però lo stesso parametro per i consiglieri provinciali di centrosinistra seduti nel cda del Cosmari. La verità è che Silenzi non ha accusato il colpo dei sondaggi di cui anche lui conosce bene l’esistenza e mistifica la realtà lanciandomi contro solo bordate personali, senza consistenza e legate ad un passato lontanissimo”. Franco Capponi replica in maniera diretta al suo avversario poggiando le sue argomentazioni su considerazioni concrete. “Giulio Silenzi – sottolinea Capponi – riporta alla mente la figura di Agilulfo, l’eroe del “Cavaliere inesistente” di Calvino. Agilulfo, armato di tutto punto con tanto di elmo e di corazza, incuteva rispetto e timore. Tuttavia sotto l’armatura non c’era nulla: né testa, né corpo, né braccia. Niente carne, niente ossa. Solo aria. Proprio come Giulio Silenzi che si proclama da novembre il paladino dei fatti. Solo fiato, ma di fatti che contano, quelli concreti per la nostra provincia, ve ne sono ben pochi. Al contrario Silenzi, e questo è inconfutabile, s’è fatto i fatti suoi a scapito di chi lo ha eletto. Esempi? A raffica. Dopo 20 giorni dalla sua elezione s’è aumentato, unico caso nelle Marche, l’indennità di presidente della Provincia di ben il 30% alla faccia della politica al servizio del cittadino. Il suo predecessore Sauro Pigliapoco percepiva una indennità mensile pari a 5.260 euro lordi (netti 3.547) mentre lui con una velocità supersonica è passato a 7.364 lordi. Il 30% è il limite massimo di aumento delle spese di funzione per le Province prevista dalla legge e lui non ha esitato ad aumentarlo al massimo impartendo egli stesso le direttive per beneficiarne. Poco gli importa se pesa sull’erario per circa 15 milioni di vecchie lire al mese pagategli direttamente dai cittadini! Lo staff del presidente è poi passato da due a sette persone e le spese di rappresentanza e propaganda sono lievitate esponenzialmente. Questi sono i fatti, tutti documentati. E se Silenzi ha davvero lavorato tanto, per quale motivo ha sentito la necessità di tappezzare le città della Provincia con manifesti 6×3 e distribuire brochure per ricordare ai cittadini ‘fatti’che dovevano di per se’ già essere sotto gli occhi di tutti? Io credo, invece, che stavolta ci sia più di un motivo valido per cambiare il colore della Presidenza della Provincia di Macerata. A partire dai più semplici. Primo: sono una persona discreta e sobria che ha dimostrato di essere affidabile. Io faccio e farò davvero i fatti. Secondo: se verrò eletto ridurrò la mia indennità di carica, come quella dei miei assessori e dei dirigenti, di quanto Silenzi l’ha aumentata. Terzo: la mia amministrazione nel rispetto di chi ha subito gli effetti negativi della crisi, oltre a essere trasparente, sarà attenta a mantenere il contenimento della spesa. Su tutti i fronti. E’ più di una promessa”.
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Veramente all’epoca, sulla scelta della poltrona di Presidente del Consmari e quella di Consigliere Provinciale, in diversi dissero che era tutta questione di gettone di presenza, cioè che con il semplice getone di Consigliere Provinciale Capponi sarebe stato costretto a trovarsi un lavoro vero.
Prendiamo atto che Capponi dice che le cose non stanno così e che ne rallegriamo, anche se l’incompatibilità era cosa risaputa PRIMA delle elezioni e pertanto, PRIMA delvoto, Capponi già sapeva che avrebbe dovuto scegliere (cioè se eletto Presidente avrebbe dovuto mollare la poltorna e il gettone del Consmari)….
Pertanto se perdeva Capponi già sapeva PRIMA che da una delle 2 poltrone (Consigliere Provinciale o Presidente del Consmari) avrebbe dovuto dimettersi.
Solo che…..
Solo che per la poltrona di Presidente del Consmari, ben remunerata rispetto al gettone della Provincia, la nomina è POLITICA…Cioè non sono gli elettori che scelgono mentre………
………. Capponi quando si dimise da Consigliere provinciale di fatto HA TRADITO LA FIDUCIA di chi lo ha votato,in quanto già PRIMA sapeva che, in caso di sconfitta, avrebbe dovuto lascaire uno dei 2 incrichi….
…… E guarda caso che coincidenza, tradendo la fiducia degli elettori, ha lasciato di fatto l’incarico che era MENO remunerato.
Insomma Capponi aveva il “ventrale” : si è lanciato in campagnaelettorlae aprendo il paracadute principale (Provincia, come Presidente indennità GENEROSA)..
Se non bastava (come infati non è bastato, visto che ha perso) aveva pronto il paracadute di riserva (Presidenza del Consmari, altrettanto GENEROSA come indennità), cioè appunto il ventrale
Sarà sicuramente come dice Capponi, nessuno lo mette in dubbio, ma il dubbio più che legittimo di un comportamento NON cristalino di Capponi a me personalmente resta…
Quarto comunicato sulla questione sondaggi, Giulio Silenzi replica a questo intervento di Franco Capponi, citando anche l’articolo 8 della legge del 2000 sulla par condicio, già riportato da Cronache Maceratesi:
https://www.cronachemaceratesi.it/?p=5016
“Il copione si ripete, esattamente come cinque anni fa, con una campagna strumentale di insinuazioni e di studiate denigrazioni contro di me, che dimostra nei fatti come Capponi e il PdL siano a corto di argomenti politici seri e programmatici.
La presentazione del sondaggio? Un imbroglio. Infatti è stato violato l’art. 8 della Legge n. 28 del 20 febbraio 2000, dove si stabilisce che “i risultati dei sondaggi possono essere diffusi soltanto se accompagnati dalle seguenti indicazioni: soggetto che ha realizzato il sondaggio; committente ed acquirente; criteri seguiti per la formazione del campione; metodo di raccolta delle informazioni e di elaborazione dei dati; numero delle persone interpellate e universo di riferimento; domande rivolte; percentuale delle persone che hanno risposto a ciascuna domanda; data in cui è stato realizzato il sondaggio”. Tali dati, inoltre, devono essere resi disponibili, nella loro integralità e con le stesse indicazioni, su apposito sito informatico, istituito e tenuto a cura del Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Capponi ha “bluffato” ed altrettanto grave è il fatto che ciò sia stato pubblicato. Il candidato del PdL sta ricorrendo a grandi menzogne per alterare il confronto elettorale e quindi inganna gli elettori. È una sua tecnica che conosciamo bene. Per quanto riguarda le offese sul piano personale, non intendo entrare nel merito e cadere, quindi, nei suoi tranelli: dica pure quello che vuole, resta il fatto che le realizzazioni della Provincia, in questi ultimi cinque anni, sono fatti concreti che la gente saprà valutare. Da parte mia mi impegno a condurre l’attività elettorale con i toni pacati che impone un confronto civile, ma non intendo tacere di fronte alle mistificazioni.
Come presidente della Provincia, incarico che svolgo in modo esclusivo ed a tempo pieno, percepisco 3.900 euro netti al mese, mentre Capponi, in qualità di consigliere regionale, tra indennità e diaria forfettizzata, quasi il doppio.
Resta il fatto che Capponi inganna gli elettori: nel 2004, dopo aver perso il confronto alle Provinciali, sarebbe dovuto rimanere a rappresentare l’opposizione in Consiglio.
Invece si è dimesso, preferendo la poltrona retribuita di presidente del Cosmari.
È stato grave: non si può chiedere il voto alla gente e poi fare i propri comodi”.