Lube, strategia per evitare la Sisley?
O più semplicemente
…Omrcen-dipendenza?

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igor-omrcen

di Maurizio Verdenelli

Mai un primato ha scatenato tanti malumori e sospetti. Eppure domenica pomeriggio gli ultras del Palascodella pieno fino all’inverosimile (mai vista tanta passione a Macerata negli ultimi 29 anni !) urlavano:”Vogliamo il primo posto! Vogliamo il primo posto”. E primo posto è stato nonostante la resa senza condizioni dello stremato sestetto Lube contro uno scatenato, incontenibile Marshall, migliore in campo, che punto dopo punto sgretolava l’imbattibilità casalinga dei cucinieri regalando alla Copra Piacenza e all’eterno amico/nemico Marco “meo” Meoni un successo di prestigio.

Ha fatto retromarcia volontariamente la Lube per consentire eventualmente il sorpasso a Trento sul filo di lana tentando così di sottrarsi all’insidia Sisley, sin da giovedì, ai play off? Quel Treviso dove milita Alessandro “Fox” Fei che da Macerata se ne andò sbattendo la porta circa sette anni fa?

E’ vero: in campo hanno giocato sempre gli stessi che dopo aver vinto nel rush finale i primi due set, fallendo di poco il 3°, non ce l’hanno fatta più a reggere il tritasassi.

Copra che s’avvaleva di forze continuamente fresche immesse sul parquet da Lorenzetti.

“Perché non gioca Igor Omrcen” chiedo in tribuna vip alla presidentessa pasionaria Simona Sileoni. “Ha un problema alla schiena”. Giocherà giovedì Igor? “Speriamo”. La risposta dubbiosa era però di quelle tese inconsapevolmente a spazzare via congetture circa un’assenza strategica dell’Imperatore in vista di un possibile surplace in pista come quelli, mitici, tra i velocisti Gajardoni e Maspes per chi andasse in testa prima al velodromo Vigorelli di Milano.

Qualche dubbio velenoso veramente sembrava salire a vedere lo stand by in panchina di Jan Willem Snippe, rotto solo da un cambio di pochi secondi: entrato e subito uscito, mentre già i cori avevano cominciato ad inneggiarlo.

No: non c’è stata, nonostante, tutto melina anti-Sisley. Anche perché sul finire, quell’esultanza di Fefè De Giorgi ad una murata di Bartoletti, Valvassino di giornata, stava a lì a dimostrare che la Lube ci teneva a far bella figura. C’era anche il mitico Luciano Sileoni (disdegnando la poltroncina vip, al solito) a vedere i “suoi” ragazzi e a crederci. Ed è una presenza non abituale quella del presidente onorario che ad esempio, non andrà a Praga per le finali di Champions.

E a chiudere il discorso sui sospetti di una Lube-melinara c’è stata la smorfia, a conclusione dello sciagurato tie break, di Fabio Giulianelli: piegato in due, di traverso, sulla poltroncina con il viso che avrebbe potuto fare da modello a qualche impressionista nel dipingere la Delusione (D maiuscola, proto). Se la Lube, putacaso, avesse pensato di spararsi ad un calcagno come facevano migliaia di coscritti nella Grande Guerra per non andare al fronte, l’amministratore unico della Lube certo non lo sapeva.

E la presidentessa Simona Sileoni? La sua leggendaria vocina che diventa la “voce” del palascodella è salita alta al tie break, inutilmente.

La triade della società ci teneva insomma e tantissimo a vincere. E ci tenevano pure anche quei sei splendidi giocatori in campo (quasi sempre in campo) che hanno tirato la carretta fino a “morire” stremati sulle barricate.

Ed allora un altro interrogativo s’impone: quanto vale questa Lube senza Igor il Grande? E se Ibra all’Inter ha notoriamente il mal di pancia, teniamoci dunque il mal di schiena del fuoriclasse biancorosso. Sperando che da giovedì svanisca perché da quel momento non ci sarà più spazio neppure per la perfida, ossessiva dietrologia.



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