Piazzetta di San Giorgio
di Luca Patrassi
Non è un momento molto positivo per l’amministrazione comunale a guida Sandro Parcaroli sul fronte delle autorizzazioni all’occupazione di suolo pubblico, nel particolare per i tavolini all’aperto a corredo delle attività di bar, pub e ristoranti. Ora si è aperto un altro fronte di polemica per l’autorizzazione concessa a un operatore economico – che ha un’attività ad alcune decine di metri di distanza, in via Berardi – per mettere i tavolini nella piazzetta della chiesa di San Giorgio. Tavolini attivi da pochi giorni e subito sono partite le prime proteste da parte di alcuni residenti. Nel particolare si contesta che sulla piazzetta ci siano abitazioni ed una di esse al piano terra, e dunque all’altezza dei tavolini, ha le camere da letto, cosa che andrebbe bene per il servizio di colazione ma un po’ meno per dormire. Sabato notte uno dei residenti ha anche chiamato il 112 per segnalare i rumori. Altro elemento di protesta è il fatto che la nuova sistemazione della piazzetta impedirebbe ai mezzi del Cosmari di arrivare a pulire il vicoletto adiacente alla chiesa, per lunghi anni regno incontrastato delle deiezioni dei piccioni ed anche di quanti vi facevano i propri bisogni fisiologici. Dall’amministrazione fanno sapere che si tratta di procedimenti amministrativi non passati al vaglio della giunta. Diversamente da quanto invece accaduto per le autorizzazioni revocate al pub Hab e al bar Cabaret.
A fronte del diniego, motivato dalla giunta con presunti problemi alla viabilità pur in presenza di un parere favorevole della polizia municipale, il titolare del pub Hab Paolo Perini ha fatto ricorso al Tar e i giudici lo hanno accolto non mancando anche di “ironizzare” sul provvedimento facendo notare come risulti difficile credere che due tavolini in via Gramsci possano provocare un’emergenza legata alla viabilità. La storia per Hab si è chiusa con il rilascio dell’autorizzazione negata e il pagamento da parte del Comune (e dunque dei cittadini maceratesi) di diecimila euro di spese. I titolari del bar Cabaret non hanno invece fatto ricorso al Tar contro la revoca del permeesso per l’oramai celebre vicolo Consalvi, quello oggetto dell’intervento illuminotecnico e secondo il Comune assurto a “bene dell’umanità” salvo poi verificare gli atti vandalici che si continuano a registrare, fili staccati, neon divelti, specchi rotti, scritte anche ingiuriose sui muri. Il sindaco, e la sua amministrazione, tace ma il concetto resta chiaro: le regole non sembrano uniformi e non sembrano valere per tutti.
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Da ciò che ho capito, Macerata deve rimanere la solita città addormentata dei residenti. Poi si lamentano che Macerata muore.
Ciò vale per Corridonia… Anche qui i residenti vogliono dormire e quindi niente musica per i caffè della piazza.
Certamente è necessario darsi delle regole: niente schiamazzi, niente musica oltre una certa ora. Però, vietare esercizi pubblici, come i caffè, è un po’ troppo. Se volevano la quiete potevano andare in campagna…
Questa sarebbe la città che punta su cultura e turismo? Con questa mentalità dei residenti credo che sarà sempre impossibile. Consiglierei loro un trasferimento in località tipo Pitino. Nel caso volessero invece rimanere, comunico che hanno inventato – per i più sensibili – i tappi per le orecchie.
Quanto al sottoscritto – residente in centro storico come i protestatari – a me dà piacere che si senta camminare, che si avvertano le voci. Mi terrorizzano il set cinematografico dismesso e il silenzio simil-cimiteriale. E quanto a quei tavolinetti davanti la chiesa di San Giorgio, proprio ieri commentavamo con altri amici residenti che stanno benissimo anche solo a vederli. Meglio delle silenziosissime macchine parcheggiate. Quelle non infastidiscono i puristi del centro storico?
Lo dicono anche che non sono stati vagliati dalla giunta? Ma responsabile non è comunque il sindaco?