Civitanova piange il “suo” fotografo:
«Ciro, sei stato un faro per tutti noi»

ADDIO - Dopo essersi svegliata con la notizia della sua morte, la città si è raccolta come in un rito collettivo per ricordare Ciro Lazzarini. Un'operazione di lutto cittadino collettivo commovente. Alla camera ardente è un continuo via vai, centinaia i messaggi e i ricordi lasciati sui social: «Hai insegnato che la vita non ha bisogno di fronzoli»

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Ciro Lazzarini

di Laura Boccanera

Alla camera ardente è un continuo via vai di parenti, amici, conoscenti. E pare impossibile che all’interno di quella bara ci sia proprio Ciro Lazzarini. Che in realtà all’anagrafe era Girolamo, ma mai nessuno aveva utilizzato quel nome per chiamarlo, per tutti era Ciro. Un’istituzione a Civitanova. Non solo perché era il fotografo “ufficiale” della città e degli eventi del Comune, ma soprattutto perché col suo carattere amabile, sempre sorridente, con quella sua risata ironica e scanzonata era l’immagine più bella di Civitanova. Era facilissimo affezionarsi a lui. Per tutti aveva una parola: che fosse “zenghereeee” pronunciato proprio così con la e strascinata e allungata all’infinito, che fosse “momò”, “vagabondi” o “sdrega”, Ciro conosceva tutti e tutti lo conoscevano. E ora è insopportabile l’idea di non incrociarlo più per le vie della città.

ciro-girolamo-lazzarini-10-325x217Ha vissuto tantissime vite e tutte piene: è stato operaio alla Cecchetti, nato il 1 maggio, festa del lavoro e in fabbrica, il suo, di lavoro era particolarmente duro, tanto che gli costò anche qualche decibel di capacità uditiva. Ma dai cecchettari aveva ereditato tutta la dedizione al lavoro e alla fatica. Che compensava con una gioia di vivere e un carattere allegro e bonario che conquistava. Ed era ubiquo sulla sua bicicletta che mai ha abbandonato neanche quando qualche balordo gli ha rubato quella elettrica e nemmeno quando una caduta poteva comprometterne gli ultimi anni di risalita in sella. E’ stato il primo milite volontario della Croce Verde, anno 1972. Era donatore di sangue ed è anche grazie a lui che il gemellaggio con la città di Esine si è saldato in maniera così forte negli anni. Ad aprile quando si andava ad Esine non prendeva impegni: la domenica delle palme la trascorreva coi suoi “gemelli” lombardi. E poi la sua vita ruotava attorno a Diana, la donna amata da tutta la vita e con la quale ha girato il mondo. Immancabili le loro vacanze, le crociere, per festeggiare un anniversario, una ricorrenza, per svagarsi e godersi la vita a pieno: 60 anni di matrimonio insieme più gli anni del fidanzamento e ad ogni anniversario importante una festa: come per le nozze d’oro e proprio l’anno scorso per i 60 anni di matrimonio quando si è messo l’abito elegante, grigio, con la cravatta, lo stesso che indossa oggi per l’ultimo viaggio.

ciro-girolamo-lazzarini-9-325x217Ha immortalato tutto ciò che poteva essere inquadrato da una fotocamera: sindaci, assessori, capi di Stato e indipendentemente da chi aveva davanti, se doveva scattare e nella foto tutti non c’entravano gridava: “aho strigneteve”. E poi i luoghi e le manifestazioni a lui care: la processione a mare per San Marone, il 25 aprile e la festa della Repubblica, la messa all’alba per San Giovanni, le iniziative dell’associazione nazionale carabinieri e, non ultimo, il porto. Da qualche anno con una vena di malinconia aveva preso ad immortalare i tramonti in tutte le stagioni e in tutte le sfumature e a condividerli su Facebook commentando “Bonanotte Citanò”. E questa mattina un’alba bella come non mai ne ha salutato il suo ingresso fra gli astri.

La città, dopo essersi svegliata con la notizia della sua morte, si è raccolta come in un rito collettivo nel ricordo della sua bellezza e solarità. In centinaia hanno postato foto, ricordi, messaggi, aneddoti. Il feed di Facebook è un continuo accavallarsi delle sue foto. Un’operazione di lutto cittadino collettivo commovente e che restituisce l’immagine di un uomo che ha saputo donarsi totalmente alla sua comunità che, trovandosi oggi priva della sua persona, ha voluto omaggiargli un tributo di ricordo e cordoglio. Tra i tantissimi che lo hanno ricordato il collega e “rivale” Roberto Vives con il quale negli anni ha ingaggiato sfide e divertentissimi tenzoni: “Ciao amico mio” . Un’altra amica sulla rete dice: «Sei stato un faro sulla città per tutti noi».

ciro-girolamo-lazzarini-6-325x217Rossella Carpera di Anap Confartigianato di Ancona Pesaro Urbino scrive: «Sorridi e scattaci una foto, da lassù ci prendi tutti». «Che tu possa fotografare tutto il paradiso Ciro» scrive un altro amico e vicino di ombrellone. E ancora un’altra civitanovese, Lucia Gismondi scrive: «Ciro l’alba stupenda di oggi che avresti fotografato, era il tuo saluto alla tua Citanò e a tutti noi, ne sono sicura, fai buon viaggio». E infine il commosso messaggio di Chiara Levantesi dell’ufficio stampa del comune di Civitanova: «Le tue foto erano “foto”, nelle tue foto c’era solo quello che ci doveva essere e chi doveva esserci, non dovevi cercarci effetti o altro. L’unico elemento extra era il tuo copy in punti strategici perché eri geloso del tuo lavoro e io pregavo tutti di non toglierlo. Ultimamente nelle inquadrature ti mancava quella nitidezza che invece avevi ancora nella tua mente, e questo le rendeva ancor più reali, sfumate come la vita colta nella sua enigmatica confusione, questa vita che rende nitidi i particolari e lascia nella nebbia l’insieme. Forse per questo fotografavi le nuvole, il cielo al tramonto. Ogni scatto era il tuo grazie per quel giorno in più nell’album dei tuoi anni. Tu c’eri, volevi esserci sempre e ovunque, solo il pranzo e la cena con tua moglie Diana potevano fermati. Mi chiamavi sdrega. E lo sono, ieri senza saperlo parlavo di te proprio mentre tu partivi per il tuo ultimo viaggio, lasciando a casa nel dolore la tua unica stella polare. Ciao Ciro, mi hai insegnato che la vita non ha bisogno di fronzoli, non servono troppe parole, la vita ha bisogno di presenza e di rispetto. Buon viaggio pellegrino».

Il funerale si svolgerà domani alle 14.45 nella chiesa di Santa Maria Ausiliatrice partendo dalla casa funeraria San Marone.


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