Sabrina De Padova
di Luca Patrassi
Sembravano aver scelto la strada del silenzio le consigliere comunali dei gruppi di maggioranza, ed invece oggi è arrivata la replica alle accuse lanciate la settimana scorsa dalla presidente del Consiglio delle donne e consigliera della lista Parcaroli Sabrina De Padova. Le consigliere Barbara Antolini, Lorella Benedetti, Cristina Cingolani, Antonella Fornaro, Romina Leombruni, Laura Orazi e Paola Pippa esordiscono con un annuncio in vista del Consiglio comunale di dopodomani: «Abbiamo deciso – scrivono le consigliere di maggioranza (tutte, unica assenza ovviamente quella di Sabrina De Padova) – di nostra iniziativa di rinviare la discussione delle modifiche al regolamento, per permettere a tutti di comprenderle, considerate le polemiche e le critiche esagerate che ci sono state rivolte per il lavoro svolto e per evitare, altresì, che il Consiglio Comunale diventi terreno di scontro anziché luogo di confronto. Sin dalla fine del 2021 noi tutte consigliere di maggioranza, compresa la presidente del CdD, abbiamo iniziato a lavorare alle modifiche al regolamento per poi proseguire il lavoro di studio e di revisione senza il suo contributo, avendo lei dichiarato di non ritenerlo utile, anche confrontando il regolamento con quello di altre città. Tali modifiche nascono dall’esigenza di avere un documento capace di far funzionare al meglio il Consiglio delle donne essendosi verificate, nel corso del mandato, numerose criticità nell’applicazione concreta del regolamento».
Barbara Antolini
La nota affronta la situazione esistente legata al regolamento: «Il testo esistente non prevede il quorum costitutivo né quello deliberativo, fattispecie regolamentate anche nelle più semplici associazioni, né è stabilita la modalità di votazione, lasciando molto spazio alla libera interpretazione. Non si stravolge nulla, anzi, le modifiche sono necessarie e urgenti anche in virtù delle novità conseguenti all’istituzione dei consigli di quartiere. È stato rispettato l’art. 28 dello Statuto Comunale, che prevede l’istituzione del Consiglio delle donne e ne detta i principi da rispettare demandando ad un regolamento le modalità di funzionamento. In attuazione all’art. 28 dello Statuto, è stato previsto che gli atti del CdD siano assoggettati al preventivo parere obbligatorio della Giunta o del Consiglio comunale. Il regolamento in vigore non disciplina l’ipotesi delle dimissioni o della revoca delle cariche di presidente e vice, fattispecie regolamentate in ogni istituzione, ente, associazione».
Romina Leombruni
Si tocca il punto dolente, le dichiarazioni della presidente Sabrina De Padova (che le consigliere, per la verità, nemmeno citano esplicitamente). «L’esternazione della presidente (“Vogliono farmi decadere perché ho espresso opinioni diverse da quelle dettate dagli assessori”) non corrisponde al vero, ben sapendo che il 6 febbraio 2021, noi tutte consigliere di maggioranza, riunite prima dell’inizio della seduta del CdD per l’elezione del presidente, alla presenza del presidente del Consiglio comunale abbiamo stabilito, essendo due le candidate per la presidenza, che a metà mandato la prima avrebbe lasciato il posto all’altra, effettuando un’estrazione a sorte per decidere chi avrebbe iniziato».
Laura Orazi
«Le attuali modifiche – continuano – non sono state fatte, come asserito dalla presidente, per farla decadere, essendo già stabilito che a metà mandato si dovrà effettuare il cambio in virtù dell’accordo preso prima dell’elezione. Le modifiche del regolamento sono di competenza del Consiglio comunale e né il regolamento né lo statuto dispongono il preventivo parere sulle modifiche all’istituzione “Consiglio delle donne” da parte dello stesso. Consideriamo antidemocratico attaccare la legittima volontà di un gruppo di consiglieri che, nel pieno rispetto delle regole e delle norme, sottopone una proposta di modifica di un regolamento al proprio Consiglio comunale».
Antonella Fornaro
Infine l’attacco frontale alla vicepresidente del Consiglio delle donne Ninfa Contigiani: «Definire delle colleghe come prive di autostima, scarsamente acculturate, ignoranti e sottomesse non fa onore alla persona e al ruolo di vicepresidente del consiglio delle donne. Il regolamento è stato migliorato nell’ottica di una maggiore istituzionalizzazione del Consiglio, proprio per evitare di confonderlo con un circolo del tè a disposizione della reginetta di turno come rischia di apparire ora». Non ci sono, al momento, ulteriori reazioni, da quella che viene amabilmente definita come la reginetta del circolo del tè: la speranza è che dal circolo del tè non si passi ai rum degli spot dei peggiori bar di Caracas, la tensione insomma è già alta, meglio evitare di salire di grado.
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…ma quando ci riuscirete a mettervi d’accordo?…la poltrona quanto fa gola sia a destra che a sinistra…votate gente votate…
Luca Patrassi si concede una chiusa ghiotta, con la citazione del rum (ho riso di cuore). Che – per dirla tutta – il rum potrebbe invece offrire uno spettacolo più articolato e coinvolgente. Da un lato soffro, perché le signore consigliere mi tolgono spunti satirici rubandomi il mestiere. Dall’altro mi chiedo quale sia la posta in gioco: ti fa vedere che per il cambio della presidenza del consiglio delle donne fanno cadere giunta e consiglio comunale!
Altro che rum…