Lite tra coinquilini:
28enne muore accoltellato,
gravissimo l’altro uomo

TRAGEDIA nella notte a Sant'Elpidio a Mare: la vittima è Satwant Singh, indiano che lavorava in un calzaturificio a Civitanova. Fatale un fendente all'addome, sequestrato un coltello con la lama di 30 centimetri. Un connazionale di 56 anni operato d'urgenza, anche lui per una ferita d'arma da taglio

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Carabinieri sul luogo della tragedia

di Matteo Malaspina e Giorgio Fedeli

Un solo fendente, all’addome. E da lì a pochi minuti il cuore di Satwant Singh, 28enne di origine indiana, ha smesso di battere mentre un suo connazionale di 56 anni era trasportato d’urgenza all’ospedale di Civitanova, e dove è tuttora ricoverato in prognosi riservata, anche lui a seguito di una coltellata all’addome.

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E’ il tragico bollettino di una notte di sangue e follia consumatasi ieri a Bivio Cascinare. Intorno alle 23, infatti, tra i due, almeno stando a una prima sommaria ricostruzione dell’accaduto, sarebbe scoppiata una furibonda lite. E in men che non si dica è spuntato un coltello di quelle usate nel settore agricolo. Una lama di circa 30 centimetri. Chi abbia colpito per primo al momento è difficile dirlo. Insomma sull’intera dinamica di quei drammatici momenti che hanno preceduto la morte di Satwant stanno lavorando gli investigatori dell’Arma.

Fatto sta che un 28enne è deceduto e un secondo uomo resta in gravissime condizioni. Raccolta la richiesta di soccorso partita dalla palazzina di via Turati, abitata da altri indiani, sul posto sono arrivati i sanitari della Croce azzurra Sant’Elpidio a Mare che hanno provato a rianimare il 28enne ma per lui non c’era ormai più nulla da fare. Contemporaneamente hanno soccorso l’altro indiano. E da lì la corsa disperata verso il Pronto soccorso dell’ospedale di Civitanova dove l’uomo è stato sottoposto in serata a un delicatissimo intervento chirurgico. Sia il 28enne, deceduto a causa di un’emorragia interna che ne ha causato l’arresto cardiaco, che l’uomo ricoverato hanno riportato un solo fendente all’addome che, però, nel caso del ragazzo, è risultato letale.

f11c463d-0aec-4043-823e-01793b05b2b7 Satwant Singh, conosciuto con il nomignolo di ‘Janji’, lavorava in un calzaturificio di Civitanova e dopo brevi permanenze prima ad Amandola e poi a Civitanova, risiedeva formalmente a Comunanza ma da diversi mesi alloggiava nella palazzina di via Turati dove si è consumata la tragedia. Anche l’altro uomo viveva lì. E i carabinieri hanno posto sotto sequestro l’appartamento della tragedia, al primo piano dell’immobile. Gli investigatori dell’Arma, arrivati sul posto con ben sei pattuglie e con il Reparto operativo, hanno subito identificato alcuni presenti e verbalizzato le loro dichiarazioni. Parole, sommarie ricostruzioni dei fatti che al momento, dopo essere state acquisite dal Nucleo investigativo dell’Arma, sono ora al vaglio della procura per gli opportuni provvedimenti anche se al momento non risultano indagati. Sequestrati, ovviamente, il coltello brandito nella furibonda lite e l’appartamento dove si è consumata la tragedia.

ee29b9a0-dc72-4fa6-b2fd-f90edd29adaf-1Un fatto di sangue che ha scosso gli abitanti della piccola frazione elpidiense. Una zona del territorio di Sant’Elpidio a Mare dove la comunità indiana, già da anni, abita in pianta stabile anche in virtù del fatto che molti sono dipendenti della vicina azienda agricola di frutta e verdura. Ma in generale, la comunità indiana a Sant’Elpidio a Mare è la seconda più numerosa dopo quella cinese, rappresentando circa il 14% degli stranieri sul territorio e mai si sono verificati gesti così estremi, come anche il sindaco Alessio Pignotti conferma. «Ad oggi non ci sono stati mai problemi con i cittadini di nazionalità indiana. Magari è capitato di vedere qualcuno di loro che gira per la frazione con qualche birra in mano e, al massimo, qualcuno beccato a lanciare qualche bottiglia in strada quando si supera il limite ma non hanno mai infastidito nessuno e vivono la loro vita con tranquillità. Sono io stesso originario di Bivio e posso testimoniare che ci sono molti residenti indiani che vivono nella frazione e, anzi, alcuni ragazzi che sono arrivati diversi anni fa si sono inseriti nella comunità perché comunque hanno frequentato la scuola – dice il primo cittadino -. Ad oggi, quello che è successo la scorsa notte, rappresenta un fatto isolato di tale gravità e ci auguriamo che resti tale. Non deve essere indice di preoccupazione o di insicurezza perché il nostro è un territorio molto tranquillo dove c’è un controllo costante sulla sicurezza. Aspettiamo la verità degli inquirenti per capire cosa è successo ma non può rappresentare un sinonimo di preoccupazione per la cittadinanza».

 

 

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