La cerimonia in memoria del maresciallo Sergio Piermanni
Civitanova torna ad onorare, dopo due anni di stop per la pandemia, il maresciallo Sergio Piermanni, carabiniere ucciso il 18 maggio del 1977 in un conflitto a fuoco con la banda dei catanesi nel piazzale della stazione cittadina.
L’intervento del sindaco Fabrizio Ciarapica
Si è svolta ieri pomeriggio sul lungomare che porta il suo nome, davanti al monumento a lui dedicato, una cerimonia di commemorazione alla quale hanno partecipato le autorità civili e militari e i rappresentanti della famiglia Piermanni, tra cui la vedova Giovanna Paolone Piermanni, la figlia Domenique, il nipote Serafino Piermanni, presidente dell’Anc Bologna. All’evento, organizzato dall’associazione Arma carabinieri (Anc), in collaborazione con l’amministrazione comunale, ha partecipato il generale Tito Baldo Honorati. Erano presenti per l’Arma, tra gli altri, il comandante provinciale, colonnello Nicola Candido e il comandante della Compagnia di Civitanova, capitano Massimo Amicucci. Ha voluto essere presente anche il tenente colonnello Enzo Marinelli, ex comandante della Compagnia di Civitanova.
Il sindaco Fabrizio Ciarapica ha ricordato come la morte di Piermanni sconvolse l’intera città per la sua crudeltà. A ricordare la figura del maresciallo Piermanni è stato il nipote Serafino che ha evidenziato come tutta la famiglia faccia quanto possibile per onorarlo, ricordando anche come il fratello Graziano, anche lui carabiniere, sia morto in servizio a causa di un incidente. Le celebrazioni si sono svolte con l’alzabandiera e la lettura delle motivazioni ufficiali con le quali è stata conferita da parte del Presidente della Repubblica la medaglia d’oro al valor militare. Poi la deposizione di una corona di fiori. Il corteo si è quindi diretto in piazza XX Settembre e nella chiesa di San Pietro per la messa.
(foto di Federico De Marco)
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Celebrazione vuota e priva di ogni contenuto, visti i comportamenti delle forze di polizia da quando è cominciato il colpo di Stato in Italia. Piermanni serviva la Patria, ora si serve l’eversore di turno.