I balneari civitanovesi che questa mattina si sono recati a Roma a protestare
di Laura Boccanera
Balneari civitanovesi a Roma davanti al Parlamento, sit in improvvisato per parlare con deputati e politici: «Siamo stati presi in giro da tutti, non crediamo più alle parole di chi dice che ha a cuore la nostra situazione, hanno votato all’unanimità, siamo stati venduti». Hanno i nervi a fior di pelle tanto che questa mattina 11 operatori balneari di Civitanova hanno preso la propria auto e si sono recati a Roma a Montecitorio per protestare contro la decisione presa dal Consiglio dei Ministri che ieri ha confermato quanto deciso dalla Corte costituzionale. Nessuna proroga per la Bolkestein, le concessioni demaniali andranno all’asta nel 2024.
La protesta a Roma
I balneari e le associazioni di categoria connesse reputano insoddisfacenti le misure adottate, provvedimenti che non hanno tenuto conto delle richieste che a più riprese la categoria ha cercato di far inserire nel documento con la tutela e la prelazione per chi già aveva investito nell’attività e con la messa all’asta solo delle nuove concessioni. E così dopo un giro di telefonate ieri sera i balneari di Civitanova sono partiti per far sentire la propria voce. E lo stesso, seppur non coordinati dai sindacati, hanno fatto altri gruppi provenienti dalle varie regioni italiane. A rappresentare Civitanova c’erano 11 operatori, titolari degli chalet La Contessa, Il Veneziano, Hosvi, Oasi, Aloha, Giovanni e Anna, La Sirenetta, Mara Petrelli di Lido Cristallo (in veste anche di presidente associazione balneari), chalet Antonio e Re Sole. «Abbiamo parlato con tutti i parlamentari che sono usciti – afferma Isabella Mantovani di Re Sole – con quelli della Lega, di Fratelli d’Italia, di Forza Italia e anche con Mirella Emiliozzi del Movimento 5 stelle e deputata civitanovese, ma hanno addotto solo giustificazioni».
«Noi le aste non le vogliamo – prosegue Mara Petrelli dell’Abat – si sono tutti giustificati, nulla delle proposte mandate dalle associazioni di categoria è passato, abbiamo i nervi a fior di pelle, qua rischiamo di chiudere tutti, centinaia di famiglie mandate a gambe all’aria». Ancora più tranchant Mario Torresi di Giovanni e Anna che ricorda anche le passerelle dei politici arrivati da Roma sul territorio per rassicurare i balneari: «Ci avevano già venduto – dice – ieri in poco più di un quarto d’ora il consiglio dei Ministri ha definito la questione e consegnato il Ddl già bello e pronto. Le forze politiche che ci avevano detto che ci avrebbero sostenuto sono le stesse che hanno votato all’unanimità il documento. Quindi basta con la storiella che ci dicono che hanno a cuore i nostri interessi, ormai non regge più. Non siamo stupidi e non abbiamo l’anello al naso, eppure continuano a farci proposte da prostitute. E’ tutto già definito, addirittura vogliono dirci a quanto dobbiamo offrire i nostri servizi, roba che neanche nelle dittature».
«E’ ovvio che messa così sa di presa in giro – conclude Marusia Ciavattini de Il Veneziano – sono 20 anni che ci rassicurano, ora ci siamo mossi e non finirà qui, il 22 andremo a Bologna per dare solidarietà agli operatori dell’Emilia Romagna». La protesta non sembra spegnersi perché se è vero che continuano le manifestazioni di piazza alcuni ipotizzano anche ripercussioni sul servizio tanto che c’è chi propone di tenere chiusi gli chalet questa estate e addirittura chi ipotizza di alzare i prezzi fino a renderli insostenibili per creare disservizi, ma all’interno della categoria su questi aspetti la posizione è differente da concessionario a concessionario e non c’è compattezza.
Intanto dalla politica sono iniziati a piovere commenti sulla vicenda: posizione di vantaggio quella di Fratelli d’Italia che dall’opposizione può criticare la manovra a differenza di altri partiti che hanno votato all’unanimità in Consiglio dei Ministri e la cui posizione appare perlomeno ambigua. Ad intervenire nelle Marche è anche il governatore Francesco Acquaroli che affida ad un post la sua opinione: «Si sta decidendo in queste ore la sorte di una specificità tutta italiana – dice – che trova una forte vocazione anche nella nostra regione. Quella del turismo balneare e delle concessioni che hanno consentito di creare delle vere e proprie filiere di una economica che garantisce ogni anno occupazione e risultati importanti. Questa accelerazione rischia sia di favorire i grandi interessi internazionali, sia di pregiudicare decenni di investimenti di imprese familiari che hanno promosso il nostro turismo, tutelato il mare e l’ambiente, fatto conoscere la nostra enogastronomia e le nostre incredibili peculiarità. Pensare solo lontanamente che tutto questo venga cancellato o messo a repentaglio crea, oltre che un dispiacere enorme, un vero danno perché si rischia di archiviare un modello che fa capo alla piccola e media impresa familiare».
Francesco Acquaroli, presidente della Regione
Parla di esproprio di Stato la consigliera regionale Elena Leonardi di Fratelli d’Italia: «Il governo Draghi vuole mettere in atto un vero e proprio esproprio ai danni di 30mila imprese balneari italiane che avrà durissime conseguenze economiche e sociali anche nelle Marche. I nostri parlamentari daranno battaglia in parlamento mantenendo la barra dritta anche su questa delicata situazione con coerenza e a favore di tante imprese familiari marchigiane. Ci sono nazioni come Portogallo, Spagna e Croazia che hanno rinnovato le concessioni per qualche decennio senza che l’Unione europea intervenisse, creando di fatto una condizione che avvantaggia gli Stati nostri competitor nel settore turistico. Nelle Marche sono ben oltre 550 le imprese balneari attive che danno lavoro a più di 2.800 addetti».
Da Civitanova si leva anche la voce della civica Vince Civitanova che esprime solidarietà ai concessionari locali: «Vince Civitanova esprime piena solidarietà a tutte le famiglie e titolari di concessioni demaniali e stabilimenti balneari che a causa della direttiva Bolkestein, rischiano di ritrovarsi senza lavoro e senza attività – scrivono – dopo una pandemia, che ha stravolto gli equilibri mondiali e messo a dura prova anche il turismo locale e il caro bollette, riteniamo questa decisione, ad esclusivo vantaggio di grandi gruppi multinazionali, un altro duro colpo. Siamo di fronte ad una vertenza di natura europea certo, ma anche Vince Civitanova si schiera a favore della tutela di un settore vitale del nostro tessuto economico che ha contribuito a rendere un’eccellenza la nostra costa. Stabilimenti balneari, spesso a conduzione familiare, che hanno costruito la loro storia e quella di Civitanova, rappresentando anche punti di riferimento per intere generazioni. Difendere, dunque, questa categoria, è assolutamente prioritario».
Francesco Miucci
Sul tema interviene anche Francesco Micucci del Pd: «La bozza di disegno di legge con il quale il governo demanda al Parlamento l’approvazione di una normativa in merito alle concessioni demaniali marittime e fluviali non risponde ai “desiderata” del Pd civitanovese – dice – se da una parte vi è l’obbligo di rispettare la normativa europea, anche per mettere in tutela le stesse concessioni, dall’altro c’è la necessità di salvaguardare le migliaia di famiglie e relativo indotto che da decenni investono per migliorare le loro concessioni, anche per dare un servizio di qualità ai nostri turisti. Il disegno di legge va in questa direzione, ma il Pd civitanovese chiede ai suoi rappresentanti in parlamento di essere maggiormente incisivi nel migliorare il testo proposto al fine di individuare forme di tutela nei confronti degli attuali concessionari e dei loro investimenti. Valorizzando le piccole e medie imprese locali che gestiscono al meglio le concessioni e salvaguardando il know-how di chi da anni lavora nel settore per implementare un prodotto nevralgico nella politica turistica locale».
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mi sorprende, che sono tutti sorpresi compresi i politici, sono 10 anni che l’Italia paga la multa perché non ha rispettato mai questa decisione che in tutta Europa si sono affrettati di rispettare, solo qui sempre in brache di tela. Ora che trovassero dei seri escamotage per dare possibilità, se studiata bene con la legge europea sottomano come fare, è anche vero che i balneari dovranno accettare alcuni cambiamenti, per ora hanno ottenuto tutto, non può più essere così, fatene una ragione, come sempre i politici arrivano sempre in emergenza chissà dove vivevano……
Quando c’erano le sezioni dei partiti nei Comuni, i parlamentari venivano e dibattevano i problemi alla base elettorale. Adesso stanno chiusi in Parlamento e tirano fuori dalla loro mente le teorie spesso strampalate. Poi, sotto le elezioni, anche comunali, arrivano i big da Roma e non pigliano un voto in più.
E’ giunto il momento che l’enorme elettorato della protesta, che un tempo sono stati i 5 Stelle, ormai omologati dal potere, si muova per creare immediatamente un movimento politico di base da presentarsi alle elezioni comunali, regionali e nazionali. Ormai neanche Salvini e pure la Meloni, avendo al loro interno tutto e il contrario di tutto, possono dare risposte concrete e legate alla realtà dei protestatari (no-vax, no-green pass, pensionati, lavoratori, piccola e media industria e artigianato, piccoli commercianti, piccoli agricoltori e incazzati vari).
Se a Corridonia, alle prossime comunali, ci fosse un gruppo di questo genere prenderebbe dieci volte di più di una lista formata dai partiti di centrodestra, che per coordinarsi hanno bisogno che arrivino i colonnelli da Macerata, o da Roma.
Caro Rapanelli, la sua riflessione è giusta, tuttavia applicarla ai balneari, ai tassisti ed alle altre mille corporazioni che strangolano la nostra società forse è un filino azzardato.