Da sinistra: l’assessore Marco Cardarelli, il comandante Danilo Doria, l’assessore Paolo Renna, il segretario generale Francesco Massi
di Gianluca Ginella
È venerdì mattina, ieri, quando il comandante Danilo Doria della polizia locale entra all’ufficio Anagrafe del comune di Macerata e si dirige allo sportello per il rilascio delle carte di identità. Dal primo settembre il comandante dirige anche quell’ufficio, ma ieri ci entra per un altro motivo. C’è una indagine che la polizia locale sta conducendo da maggio su segnalazione dell’assessore Paolo Renna che dopo aver letto un post su Facebook di una persona che conosce e che lamentava una truffa al Comune, prima l’ha contattata, poi ha avvisato Doria. Così ieri mattina, dopo mesi di indagini, il comandante va allo sportello dove lavora una civitanovese di 59 anni, sposata e con due figli, assunta con contratto a tempo indeterminato al Comune dal 2007. Con Doria ci sono altri agenti della polizia locale.
Il comandante parla con la dipendente, le chiede se ci sono problemi con le carte di identità, lei nega. Lui le chiede di allontanarsi dallo sportello, intanto gli agenti bloccano un borsellino nella disponibilità della dipendente. Dentro c’è del denaro: 25 euro, frutto, contestano gli inquirenti, di truffa. La donna si lamenta, la polizia locale chiama l’avvocato della 59enne, il legale Alessandro Brandoni, perché dovranno fare delle perquisizioni. «Quando l’avvocato è arrivato abbiamo mostrato alla dipendente le carte di cosa le veniva contestato – racconta Doria nel corso della conferenza stampa che si è svolta questa mattina -, a quel punto non ha detto più niente e ha pianto».
L’INDAGINE – Tutto nasce da un post che lo scorso aprile una donna che era stata a fare la carta di identità in comune scrive su Facebook. «Era il 25 aprile – spiega l’assessore alla Sicurezza e alla Polizia locale, Paolo Renna – A scrivere il post è stata una mia conoscente, diceva di aver pagato 50 euro, per due carte di identità, e l’ho contattata. Capita la gravità dei fatti ho subito esposto l’accaduto al comandante Doria. Penso che una amministrazione trasparente debba fare questo. Tra l’altro se ci sono altri cittadini che credono di essere stati truffati li invito ad andare a denunciare. Mi auguro che non accada mai più una cosa del genere in Comune. Questa indagine è anche a tutela delle persone che ogni giorno vengono a lavorare con impegno al Comune. Sono orgoglioso inoltre di avere una polizia locale così».
Fatta la segnalazione e avuta la prima querela, a maggio partono le indagini, coordinate dal pm Enrico Riccioni, e vengono posizionate delle telecamere nascoste all’ufficio Anagrafe. In questo modo viene visto come opera la dipendente. Gli inquirenti hanno anche trovato agende in cui la donna appuntava giorno per giorno quelli che sarebbero i presunti guadagni illeciti, questo a partire dal 2007. Anche ieri mattina la donna avrebbe truffato degli utenti, quando il comandante e gli agenti sono arrivati si sarebbe già appropriata di 25 euro. Denaro che era nel borsellino sequestrato.
LA TRUFFA – In pratica la donna diceva che per fare la carta d’identità elettronica il costo non era dei reali 22,21 euro ma di 27,37 euro (somma che in effetti è indicata ma per chi ha smarrito la carta d’identità o per un duplicato). In questo modo intascava la differenza. Non parlava agli utenti, non faceva l’errore di dire ad alta voce la somma, «mostrava un foglio con scritta la cifra da pagare – spiega Doria -. Poi diceva che il pos non funzionava e c’era da pagare in contanti. In questo modo alla fine della giornata faceva i conti e intascava la differenza tra quanto dovevano realmente pagare per la carta di identità e quanto era stato effettivamente pagato».
IL DENARO – Secondo quanto accertato nel corso delle indagini «dal 2016 ad oggi il provento delle truffe è di 50mila e 81 euro» spiega Doria. La donna era puntuale nell’indicare gli introiti tra agendine e calendari (tutti posti sotto squestro ieri), inoltre è anche stato trovato sul pc un foglio Excel in cui conteggia pagamenti fatti con i soldi dello stipendio e quelli con i proventi “extra”. In particolare il controllo sul pc della donna ha mostrato le sue continue visite su siti di e-commerce. Inoltre negli uffici la donna si faceva consegnare i pacchi di quanto ordinava. In particolare spendeva per comprare vestiti. «Anche questo di farsi consegnare i pacchi in Comune è un comportamento che non era corretto verso i colleghi e i cittadini» dice Doria. Gli inquirenti hanno condotto l’indagine nel massimo riserbo «la riservatezza è stata uno degli elementi fondamentali». Tant’è che ieri la donna aveva continuato con la truffa e finora a settembre «aveva guadagnato 731 euro» dice Doria. Anche quattro agenti della polizia locale nel corso dell’indagine sono andati a fare la carta d’identità per raccogliere prove: «pure loro sono stati truffati» dice Doria.
IL SEQUESTRO – In seguito all’indagine è stato disposto un sequestro preventivo di 45mila euro. La donna è stata denunciata per truffa aggravata (era un pubblico ufficiale nel rilasciare le carte di identità). «Al momento si è messa in ferie da lunedì – spiega l’assessore Marco Cardarelli, che ha la delega al personale -, valuteremo i provvedimenti da prendere». Per le persone che sono state vittime della truffa è possibile fare querela per ottenere indietro quanto versato in più.
LE REAZIONI – «Si tratta di un fatto particolarmente sgradevole – aggiunge Cardarelli -, ma vanno sottolineate due cose positive: la prima la grande professionalità della polizia locale, che ha svolto una indagine in condizioni particolarmente complicate, perché all’interno del Comune e dovevano mantenere il massimo riserbo, tant’è che i fatti si sono verificati sino alla fine dell’indagine e quindi nella totale inconsapevolezza della persona.
Sottolineo poi che questo non è un giudizio, non è una condanna, viviamo in uno stato di diritto anche le prove si formeranno in giudizio ma visto quanto emerso il Comune ha intenzione di costituirsi parte civile in un eventuale processo anche per il gravissimo danno di immagine che abbiamo subito. Apprezzabile credo la reazione di un corpo sano, il Comune, che si è organizzato in modo eccellente per cercare di scardinare questo elemento di difficoltà e malfunzionamento. Questa indagine è a tutela soprattutto al personale, personale di cui vado fiero io, va fiero il sindaco e la giunta. Il livello qualitativo del personale di Macerata è molto alto». Il segretario generale del Comune, Francesco Massi: «di fronte a un fatto umanamente molto triste tengo a sottolineare la gratitudine a Doria e al personale. Hanno garantito una professionalità e una riservatezza straordinaria che fanno della struttura del Comune un modello, al di là di una macchia nera che purtroppo ci può stare, ma gli anticorpi hanno funzionato». L’assessore Renna, conclude sottolineando: «questa indagine ci deve far riflettere in positivo. Il sentimento di impunità che emerge dalle azioni di questa dipendente, che pare quello di chi pensa che lo Stato non ci sia e la giustizia non funzioni, ecco: questa indagine dimostra che lo Stato quando fa squadra funziona».
Il legale della dipendente, l’avvocato Alessandro Brandoni, interviene sostenendo che la 59enna non abbia commesso quanto le viene contestato. «La mia assistita respinge le accuse mosse contro di lei, essendo certa di aver sempre operato nel pieno rispetto delle regole e provvederà a dar prova della sua innocenza nel corso del processo».
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E riteniamoci fortunati che stavolta non è andato a fuoco niente…
vogliamo anche parlare della puzza di fumo di sigarette, veramente insopportabile in quell’ufficio
Ottima azione dell’assessore e della polizia locale
La difesa: ” Proverà la sua innocenza”!
Dal 2016 che questa signora si appropriava di denaro pubblico, mi chiedo dove stavano coloro che governavano la città, sindaco, assessore competente?
Una querela per 5, 16 euri?
maledetta noia…. sudoku parole crociate non bastano più….ma quanto mi disturba lavorare!
No, non e’ colpevole. Gli introiti erano appuntati su calendari e agendine per poi ridarli tutti in beneficenza, non pensate malamente……
Quando l’hanno scoperta si è messa a piangere, ma proverà la sua innocenza.
L’aveva studiata bene. Secondo me è stata tradita dal pos che dichiarava non funzionante e probabilmente dalla solita informazione che si chiamerebbe con altro nome data direttamente a qualcuno. Poi mi congratulerei anch’io per la riservatezza usata dagli inquirenti e dalla pubblicità per sputtanare a morte la sventurata che spero abbia abbastanza carattere da sopportare nei migliori dei modi la situazione che si è venuta a creare e per colpa sua che per l’integerrima posizione politica di massima sacralità che di solito si respira all’interno dei municipi dove l’onestà è il segno caratterizzante di tutti quelli che di solito fanno a cazzotti per entrare in consiglio, con la maggioranza chiaramente. Fortuna che tanti sindaci in Italia finora sono riusciti a dimostrare che alla fine dei fatti così proprio non è. Certo se con la stessa solerzia si controllassero appalti e richieste di consulenze, si finirebbe col chiedere scusa alla sventurata che magari adesso di dovrà vergognare di uscire di casa additata da tutti come ladra, imbrogliona, svergognata e affamatrice del popolo. Ma si, fategli pure 15000 querele, quando dalla mattina alla sera venite fregati continuamente a cominciare dalle bollette, dai commercianti disonesti e che non sono pochi e in tante altre situazioni dove vi spennano e tutti felici e contenti. Siamo guidati da una classe politica tra le più corrotte del mondo e senza fare nemmeno tanta strada ma nessuno sembra scandalizzarsi per poi sbranare il primo malcapitato. A Macerata avete votato per chi ha fatto sparire e solo per quel che si è scoperto, un partito diretto da un tizio capace di diventare da un giorno all’altro il massimo esponente dell’Organizzazione mondiale della Sanità, esperto in scippi con destrezza soprattutto per cifre che si aggirano sui 49 milioni di euro vostri se pagate le tasse e poi giù a mazzate su una povera crista che avrà pur rubato ma il lavoro sporco qualcuno dovrà pur farlo mentre quelli che lo fanno pulito lo votate per poi non lamentarvi nemmeno di essere presi a craccate sui denti. Ma quando sono contorte certi menti? Altro che la mia…
Solo un folle poteva pensare di non essere scoperto applicando una cresta da € 5 su costi pubblicati in siti ufficiali.
Ma mi chiedo anche come sia possibile che su 10.000 truffati nessuno abbia fatto rimostranze ufficiali, limitandosi ad un post su FB.
Adesso la colpa è del sindaco e della giunta precedenti, ma per favore.
La colpa è di chi sta zitto a fronte di un’irregolarità grossa come una casa, che poi si è rivelata un reato.
Sindaco ed Assessori di qualunque partito siano, sono organi di indirizzo e di governo, non seguono le singole pratiche. Per questo ci sono dirigenti e funzionari.
E mi si viene a raccontare che dal 2016 ad oggi nessuno dell’Ufficio Anagrafe non si è reso minimamente conto della situazione in atto!
Possono nascere dei dubbi sulla gentione di tutta l’Amministrazione?
Rimango quanto mai perplesso per non dire incredulo!
Possibile che nessuno dei truffati conoscesse il prezzo esatto del servizio pagando senza battere ciglio?