Giovanni Legnini in conferenza stampa oggi
di Federica Nardi
«Nei primi 4 mesi del 2021 sono partiti 2.600 cantieri privati. Quasi quanto tutto il 2020. E i dati sono destinati a migliorare ulteriormente. Amatrice, Accumoli, sono ‘ancora così’? Certo, la ricostruzione è un processo. E lì c’era bisogno di ordinanze speciali. Ora ci sono, il conteggio del tempo inizia adesso». Giovanni Legnini, commissario alla Ricostruzione del Centro Italia, non lascia più spazio a dubbi: la ricostruzione sta partendo e partirà, con tutte le risorse e strumenti necessari. Certo, sono serviti 5 anni ma lo start è segnato. Anche nelle parole di chi, come Amatrice, ha tra le mani – appunto – perlopiù macerie a vista: «Finalmente – dice in collegamento online il sindaco Massimo Bufacchi – abbiamo messo il turbo». Aumentano i prezzi di alcune materie prime? Non c’è problema, «abbiamo già avviato la procedura per la revisione del prezziario unico del cratere», rassicura Legnini. Insomma, non ci sono più scuse per non ricostruire in sicurezza e in legalità. Tanto più ora che stanno arrivando, una dopo l’altra, le tanto attese ordinanze in deroga, che saranno presentate in un vero e proprio tour dei territori che le adottano. Tra le ordinanze presentate oggi c’è anche la 116, quella sui beni culturali, punto critico della ricostruzione soprattutto se si vuole coniugare conservazione e sicurezza.
La riapertura del corso del centro storico di Camerino lo scorso gennaio
Iniziamo dai centri storici e dalle ordinanze speciali. Nel Maceratese sono davvero molti i Comuni che hanno chiesto di adottare questo strumento. Tra le sette ordinanze firmate oggi ci sono Camerino (oltre a quella già presentata per l’università), Valfornace. Fuori provincia troviamo la ricostruzione della scuole di Ascoli (ben 11) e fuori regione Amatrice, Teramo, la basilica di Norcia.
In provincia però arriveranno anche quelle di San Ginesio (compresa la scuola, è in attesa del parere Anac così da fugare ogni dubbio ed evitare di bloccare tutto di nuovo per anni), Castelsantangelo, Ussita, Pieve Torina, Tolentino, Macerata (Provincia e Prefettura), Castelraimondo, Gualdo, Matelica, Treia, Visso, Poggio San Vicino, Sant’Angelo in Pontano.
Che cosa vuol dire ‘in deroga’, cosa c’è di ‘speciale’ in queste ordinanze? Intanto è uno strumento nuovo «sia nel panorama degli strumenti di ricostruzione del Centro Italia e più in generale nel nostro ordinamento – spiega Legnini -. L’anno scorso oltre alla sfiducia e allo stallo, c’era l’invocazione del modello Genova per la ricostruzione del Centro Italia. Quel modello, interamente derogatorio, non era però riproponibile per migliaia di opere pubbliche, per 60mila edifici privati e 3mila chiese da recuperare. Tuttavia abbiamo condiviso con Governo e Parlamento un modello di deroghe temperate. Una capacità di trasferire poteri derogatori dal commissario ai soggetti attuatori, cioè Comuni e Regioni. Per i centri storici distrutti combinare la ricostruzione privata e pubblica diventa essenziale».
Castelfantellino di Ussita
E i vincoli nei Parchi nazionali? Dato che in provincia tantissimi Comuni ricadono in quello dei Sibillini. Anche qui, la soluzione è già firmata in un accordo: «Per quanto riguarda la ricostruzione conforme, c’è l’adesione dei Parchi sul fatto che si possa evitare l’autorizzazione». Compresa quella per Unicam, le Ordinanze Speciali prevedono interventi pubblici per un importo di 276,6 milioni di euro, dei quali 172 già stanziati con le vecchie Ordinanze ed ulteriori 104 milioni di euro a valere sulla contabilità speciale del Commissario Straordinario, da realizzarsi in tempi che variano da 6 mesi a un massimo di 36 mesi.
Poi i beni culturali, un capitolo enorme nel Centro Italia e altrettanto rilevante nel Maceratese. «Con l’Ordinanza 116 – spiega il commissario -, si introduce un’innovazione radicale nella determinazione dei contributi pubblici per la riparazione o la ricostruzione delle abitazioni danneggiate dal sisma, in considerazione dell’importanza paesaggistica e del carattere dell’architettura storica di cui, per la maggior parte, sono costituiti i piccoli centri dell’Appennino danneggiati dal sisma. Si prevede, in particolare, un aumento del contributo di ricostruzione fino al 100% per gli immobili dichiarati di interesse culturale, fino al 70% per quelli tutelati e per quelli ricompresi nei centri e nuclei storici sottoposti a vincolo paesaggistico specifico, e fino al 50% per gli immobili nelle aree sottoposte a vincolo paesaggistico, o qualificate come tali dagli strumenti urbanistici regionali o comunali, in quanto architettura storica e tradizionale. Viene superato in questo modo l’attuale sistema di maggiorazione del contributo, automatico e rigido, prevedendo un incremento in funzione premiale all’adozione di buone soluzioni progettuali e di idonee pratiche realizzative, per favorire soluzioni conservative di restauro e scoraggiare il ricorso semplicistico alla demolizione e ricostruzione». Di conseguenza, c’è anche un dialogo con il ministro Franceschini per «delle ipotesi di accordo con le Soprintendenze – chiarisce Legnini – E anche una disposizione con cui si avvia un lavoro di approfondimento sulle opere per coniugare tutela e sicurezza sismica. Non possiamo consentire di rivedere al prossimo evento sismico chiese e conventi in rovina».
Francesco Acquaroli
Qualche dato per ‘vedere’ la ricostruzione in atto nel suo insieme lo fornisce la struttura commissariale: «Nei primi quattro mesi del 2021 sono state approvate 2.600 richieste di contributo, quasi quante quelle accordate in tutto l’anno scorso, che sono state 2.700. Nel complesso, a fronte 20.300 domande presentate, circa un terzo di quelle realisticamente attese, quelle accolte sono pari a 9.546. In 4.651 cantieri i lavori di ricostruzione o riparazione si sono già conclusi con la consegna degli edifici, ed il conseguente rientro a casa delle famiglie che li abitavano. Dall’inizio dell’anno gli immobili riparati, all’interno dei quali vi sono in genere più unità immobiliari, sono circa mille (957), dal 30 giugno 2020 oltre duemila (2.109). I cantieri che sono attualmente attivi in tutti i Comuni del cratere e fuori cratere sono più di 4.500. La forte accelerazione della ricostruzione è confermata dai dati della Cassa Depositi e Prestiti, che gestisce i fondi per la ricostruzione, attraverso le banche convenzionate. Le erogazioni effettive nel periodo gennaio-aprile del 2021 sono cresciute del 55% rispetto all’analogo periodo del 2021».
Presente al collegamento anche il governatore Francesco Acquaroli: «Il mio è un invito a essere solerti e attenti in un territorio molto colpito, bisogna cercare di rispondere alle esigenze di tutte le realtà, soprattutto di quelle che manifestano una volontà di accedere a questo strumento. Bisogna farlo in modo che diventi uno strumento condiviso e riconosciuto da tutti per dare l’input di un clima sereno di ripartenza».
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