Senza casa, col conto corrente bloccato e l’auto sequestrata: un sessantenne di Muccia ha vissuto così per 3 anni e mezzo dopo che gli era stato tolto il Cas perché gli contestavano di aver percepito il contributo senza averne diritto: il tribunale di Macerata lo ha assolto. «Non tutti sono furbetti del Cas» dice l’avvocato Carlo Chiarolla che assiste il 60enne insieme al legale Silvia Vigoni. Il legale spiega che il suo assistito aveva chiesto il contributo dopo che la casa in cui viveva da solo (l’uomo è separato dalla moglie, che vive a Roma, così come i figli della coppia), è rimasta lesionata dal terremoto del 2016.
«Ha percepito il contributo per un anno, un anno e mezzo, poi ha chiesto di poter avere una Sae, come nel suo diritto – spiega il legale dell’uomo -. Nel frattempo la Guardia di finanza lo ha indagato ritenendo che non gli spettasse il Cas. Questo perché in base a rilievi delle celle telefoniche il suo cellulare risultava a Roma e mai a Muccia, dove peraltro non prende. A Roma in realtà andava di tanto in tanto per ricevere degli aiuti dai famigliari, è disoccupato». In seguito a questa indagine «si è trovato a vivere per 3 anni e mezzo senza nulla. I fondi del cas bloccati, il conto corrente bloccato, niente auto perché sequestrata, niente casa. È stato aiutato dalla suocera» continua l’avvocato Chiarolla. La scorsa settimana, il 27 aprile, si è chiuso il processo al tribunale di Macerata. L’imputato è stato assolto con formula piena: «il fatto non sussiste» ed è stata disposta l’immediata restituzione delle somme.
(Gian. Gin.)
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