Luciano Diomedi
di Francesca Marsili
«Se avete in casa bombole di ossigeno che non utilizzate riportatele in farmacia il prima possibile, altrimenti non possiamo ricaricarle e distribuirle a chi ne ha bisogno». Lancia un appello ai cittadini Luciano Diomedi, presidente dell’Ordine dei farmacisti di Macerata, affinché le farmacie del territorio possano continuare ad assicurare le terapie necessarie a tutti i malati in assistenza domiciliare.
I contenitori infatti sono utilizzati per il trattamento domiciliare dei pazienti Covid più gravi, quelli nei quali si rileva un basso livello di ossigeno nel sangue. Alla mole di richieste in questa terza ondata che ha travolto la nostra provincia si sommano quelle di chi ne fa un uso costante tutto l’anno perché affetto da patologie respiratorie croniche. «La criticità nel reperimento è causata dal fatto che molti pazienti non le restituiscono – spiega Diomedi parlando a nome delle oltre cento farmacie del territorio maceratese che sono in affanno – L’azienda che le ricarica è in difficoltà, le bombole scarseggiano – aggiunge il farmacista – anche nella seconda ondata avevamo avuto lo stesso problema, ma non così evidente come in questo momento in cui i pazienti affetti da patologie respiratorie connesse al Covid-19 curati a casa sono molti di più delle precedenti ondate».
Una bombola di ossigeno
L’appello alla sensibilizzazione lanciato dai farmacisti suona come un primo campanello d’allarme a fronte del considerevole aumento della richiesta di ossigeno, il rischio è quello di far rimanere senza presidi sanitari chi ne ha bisogno. I contenitori in questione sono da tremila litri e a seconda della terapia prescritta, durano dalle quindici alle cinquanta ore ognuno. «Le bombole sono in comodato – sottolinea il presidente Diomedi – e i fornitori ce le riempiono quando i vuoti sono disponibili, per questo motivo abbiamo lanciato l’appello – conclude – sperando di recuperare quelle che non sono più utilizzate e giacciono dimenticate».
Tutti i vari politici e dirigenti sapevano ciò che sarebbe accaduto ma in un anno gli ospedali non sono stati adeguati e riorganizzati anzi vogliono chiuderne qualcuno, il personale sanitario allo stremo non è stato integrato e addirittura neanche sono riusciti a procacciare un sufficiente numero di bombole che sono un presidio irrinunciabile. Una sola parola, vergogna.
Impreparati anche questa volta
Roberto Sbardellati poi mi sento dire che il problema sono le persone e che l unica soluzione x uscirne è rispettare le regole e star chiusa in casa!!
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E’ sufficiente far pagare il deposito quando viene acquistato l’ossigeno.