Cercava di aggiustare un ascensore dell’Hotel House che si era bloccato all’ottavo piano, precipitò nel vuoto per 24 metri: era morto così il portiere e tuttofare Lamine Cisse, senegalese di 38 anni, il 19 agosto del 2015. Un dramma che scosse chi vive nel mega condominio di Porto Recanati. Per quei fatti erano finite sotto accuse due persone, che dovevano rispondere di omicidio colposo: Armando Palestrini, 64 anni, di Porto Recanati, e Simona Lupi, 46, di San Benedetto. Oggi sono stati entrambi assolti dal giudice Daniela Bellesi.
Palestrini era imputato in qualità di amministratore del condominio Hotel House, di fatto fino al 19 agosto 2015, e Lupi quale legale rappresentante della Luto service sas (amministratore dal 19 agosto 2015), e quindi datori di lavoro di Cisse. Veniva contestato loro di non aver osservato le norme in materia di prevenzione di infortuni sul lavoro. Non avrebbero effettuato la valutazione dei rischi e non avrebbero elaborato il relativo documento, inoltre non avrebbero dato al dipendente una formazione sufficiente e adeguata in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
Il processo si è concluso questo pomeriggio. Palestrini era difeso dagli avvocati Gabriele Cofanelli e Massimiliano Cofanelli, e Lupi era difesa dagli avvocati Andrea Albanesi ed Enrico Sciarrone. Il giudice Daniela Bellesi ha deciso di assolvere entrambi gli imputati con formula piena, ritenendo non fossero loro addebitabili responsabilità per l’incidente.
(Gian. Gin.)
Precipita dall’ottavo piano, muore un portiere dell’Hotel House
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