Impianto fotovoltaico realizzato in una vigna
Mega impianto fotovoltaico a Treia, dopo la Provincia, anche il Comune interviene sottolineando: «concordiamo con gli uffici tecnici provinciali sul grave impatto che potrebbe causare l’installazione di 28 megawatt di superficie fotovoltaica in località Berta e che la stessa vada assoggettata a Valutazione d’impatto ambientale (Via), considerato il notevole impatto che la stessa apporterà soprattutto al paesaggio agrario storico e alle emergenze storico-culturali presenti nelle immediate vicinanze a partire dal famoso Castello Piceno di Pitino, dal castello di rocchetta e molto altro ancora».
Il sindaco Franco Capponi
A dirlo il sindaco Franco Capponi. Che aggiunge che il Comune «si è già espresso con la trasmissione del certificato di destinazione Urbanistica dell’area interessata e inviato alla Provincia (unico atto che deve rilasciare il Comune in quanto il procedimento autorizzatorio degli impianti fotovoltaici sono in capo alla Provincia) – dice Capponi -, accompagnandolo anche con una relazione in merito all’impatto della proposta e quindi a motivi di contrarietà all’impianto stesso. In quella sede il Comune ha evidenziato come alcune porzioni dell’area coinvolta sono interessate da ambiti di tutela del Ppar (specificatamente per alcuni aspetti geologico – geomorfologico); altre porzioni sono soggette a tutela integrale e norme di tutela specifiche riguardanti l’area sub-appenninica (i vincoli interessano le fasce di rispetto dei fiumi e la presenza di edifici e manufatti di interesse storico documentario). Ulteriori vincoli individuati dal Comune – continua il sindaco – riguardano le prescrizioni del Ptc per quanto attiene alla presenza di Piane alluvionali ed in quanto una parte dell’area ricade quindi parzialmente in una delle aree non idonee così come specificato nella Deliberazione 13 del 30 settembre 2010 della Regione Marche. Nel parere inviato alla Provincia inoltre il Comune di Treia ha segnalato come la proposta di impianto fotovoltaico di Berta ricada anche in ulteriori vincoli e produca rischi ulteriori al territorio circostante e all’attività agricola in generale». I vincoli rigaurdano la fascia di protezione sia dalla attuale che dalla nuova linea metanodotto Recanati- Foligno, la fascia di protezione della linea di adduzione acquedotto D 150 Rocchetta -Santa Maria in Piana; Quello derivante dalla fascia di protezione ipotesi strada intervalliva Quadrilatero San Severino- Tolentino; Quello derivante dalla fascia di protezione fognatura consorzio Berta Vallonica collegata al depuratore Berta; E ultimi i vincoli legati alle indicazioni tecniche allegate alla deliberazione Regionale 13/2010 sul rispetto delle distanze dai confini e dalle strade a valenza pubblica o di uso pubblico. «Il Comune ha evidenziato quindi una grave carenza della proposta soprattutto per il mancato rispetto di vincoli preesistenti e ha segnalato le condizioni minime per una valutazione del progetto» continua Capponi. Queste sono: stralciare tutte le aree interessate dai vincoli, mentre alcune aree vanno stralciate dal progetto in quanto costituenti area di cava per la quale non è seguito l’accertamento sulla rispondenza dell’ultimazione dei lavori. E ancora vanno stralciate le aree che ricadono nella zona di rispetto ambientale del piano regolatore generale interferenti con la fascia di ml. 200 parallela alle sponde del fiume Potenza nelle quali sono vietati impianti a terra di potenza superiore a 3 Kwp; Dovranno essere stralciate le aree ricadenti nell’ambito della zona di tutela ambientale del fosso Ascia nella cui fascia di ml 50,00 per lato parallela alle sponde è inibita la realizzazione di impianti fotovolatici a terra di potenzialità superiore a 3 Kwp; Dovranno essere stralciate le aree perimetrali gli edifici di classe a) e b) con raggio ml 100 nel cui ambito sono solo ammessi impianti fotovoltaici di potenza non superiore a 3 Kwp. «Per tutti questi motivi riteniamo doveroso che la Provincia abbia sottoposto a Via il progetto – dice Capponi -, assolutamente non approvabile e deleterio così come proposto». Capponi aggiunge che, comunque «l’amministrazione è favorevole alla produzione di energia da fonti rinnovabili ma tale obiettivo, definito a livello europeo al 2030 per accrescere la quota dei consumi coperti da fonti rinnovabili, va perseguito nei limiti di quanto possibile. Va considerato che nel settore elettrico, la natura intermittente delle fonti con maggiore potenziale di sviluppo (eolico e fotovoltaico) e, nei settori termico, (occorre stabilire un limite all’uso delle biomasse), conseguenti ai contestuali obiettivi di qualità dell’aria e della strategicità delle produzioni agroalimentari, sono perseguibili anche nei nostri territori attraverso l’utilizzo però di aree degradate come le aree delle ex cave, le aree industriali dismesse, i tetti degli impianti produttivi ed alcune aree di scarso pregio e senza impatto sul paesaggio che la programmazione urbanistica potrebbe individuare con specifici atti programmatori. Ma sono altre le politiche che il nostro Paese dovrà mettere in atto, oltre il super eco bonus per gli edifici abitativi privati, di recente emanazione. Dovremmo estendere questa misura agevolativa alle imprese di tutti i settori unitamente ad agevolazioni per consentire l’efficientamento energetico teso a migliorare la capacità del sistema della ricerca di presidiare e sviluppare le tecnologie di prodotto e di processo essenziali per la transizione energetica e a favorire l’introduzione di tecnologie, sistemi e modelli organizzativi e gestionali funzionali alla stessa transizione energetica e alla sicurezza».
Impianto fotovoltaico su 34 ettari: «Enorme danno ad un’area agricola»
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Non è che i pannelli solari non si potevano mettere più sui campi ma soltanto sui tetti. A terra sono bruttissimi, una volta esauriti quelli già posizionati sarebbe il caso di toglierli.
Quello che e’ interessante a questo punto conoscere e’:
1) quando la domanda per questo impianto e’ stata presentata al comune di Treia?
2) Ha il comune di Treia convocato la Conferenza dei Servizi per far seguito o bocciare la richiesta?
3) In caso affermativo, con quale esito?
4) Ove fosse confermata l’ampia attenzione del Comune alla tutela del patrimonio agrario storico, come mai il nostro comune di treia accoglie il vastissimo parco fotovoltaico che siamo costretti a subire?
5) Immagino che la responsabilità del vastissimo Parco fotovoltaico presente sul territorio comunale di Treia ( leggo che rappresenta il 40% dell’intero parco marchigiano) sia esclusivamente della Provincia di Macerata con il Comune di Treia da sempre incolpevole vittima di tanto scempio vero?
A chi fosse interessato sono disponibile a trasmettere un’ampissima documentazione fotografica a testimonianza dello “scempio fotovoltaico” subito di recente dal nostro “incolpevole” Comune.