Giuseppe Giampaoli durante l’assemblea di oggi
di Monia Orazi
Nuova indagine sull’operato di Giuseppe Giampaoli, direttore generale del Cosmari: la finanza è stata al consorzio sequestrando dei documenti, perché risulta indagato per abuso d’ufficio in relazione ad appalti affidati sotto soglia nei settori dell’acquisto del gasolio, delle manutenzioni, dello spazzamento stradale e delle macerie.
Il direttore del Cosmari Giuseppe Giampaoli
È stato reso noto oggi pomeriggio durante l’assemblea straordinaria dei sindaci convocata nella sede Cosmari a Piane di Chienti, a cui hanno preso parte 28 amministratori. Sono arrivati due avvisi di garanzia lo scorso 22 luglio, uno a Giampaoli in qualità di indagato, uno all’azienda come parte lesa, per un possibile danno subito. Il consiglio di amministrazione guidato dal presidente Graziano Ciurlanti ed i sindaci presenti hanno espresso la loro piena fiducia a Giampaoli, che rimarrà al suo posto nel pieno delle sue funzioni. Di fatto sarà sostituito da un altro dirigente per l’anticorruzione, incarico da cui si è dimesso da solo, sarà effettuata una maggiore rendicontazione delle procedure di acquisto da parte di Giampaoli al consiglio di amministrazione e garantita una maggiore trasparenza, sul fronte delle manutenzioni è già stato trovato un accordo quadro con i fornitori. Di recente è già stato approvato il regolamento per la selezione dei fornitori. A dirlo Ciurlanti, che ha rinnovato la piena fiducia a Giampaoli: «Abbiamo massima fiducia nell’operato della magistratura, abbiamo voluto informare voi sindaci, dando anche la possibilità a Giampaoli di chiarire la sua posizione. Questa situazione ci pone in una situazione imbarazzante dal punto di vista legale, una posizione parallela perché continueremo a vigilare con la massima trasparenza e rigore sull’operato dell’azienda, abbiamo nominato l’avvocato Paolo Schiaffini. Le indagini sono in corso, l’esito non è scontato, per adesso le condizioni giuridiche consentono al direttore generale di mantenere la responsabilità dell’azienda e noi gliela manteniamo. Speriamo tutto si risolva per il meglio, se si inizia a mettere in dubbio le competenze aziendali è la fine, i nostri uomini devono vederci uniti».
In totale assenza di contraddittorio, Giampaoli per mezz’ora si è difeso, spiegando la correttezza del suo operato negli appalti contestati, che ha quantificato essere due milioni e mezzo di euro su un totale di 48 milioni di euro. Ha chiesto fiducia ai sindaci, per mantenere la piena operatività delle sue funzioni, evitando ripercussioni per l’azienda: «Tutto è nato nel 2019 da due articoli di Giuseppe Bommarito – ha spiegato – Subito dopo ad ottobre la relazione dell’organismo di vigilanza, che nei quattro anni precedenti non ha mai fatto rilievi sugli appalti, Avere avvisi di garanzia fa parte dei rischi del mestiere, ne ho avuto molti. In quel periodo sono stati fatti appalti per 48 milioni di euro, di cui solo 2 milioni e mezzo sotto soglia. L’organismo di vigilanza ha fatto una relazione oltre i propri poteri, non si condanna qualcuno senza averlo sentito, io non sono stato sentito. Io sono qua, stiamo facendo il massimo, non vi chiedo l’assoluzione, l’indagine farà il suo corso, non mi preoccupo. Piuttosto mi dimetto, ma autosospendermi o dimezzarmi i poteri non è possibile. Ho la massima disponibilità verso voi sindaci, vi chiedo chiarezza. Se c’è fiducia di non togliermi i poteri, l’unico direttore sono io, il resto dei poteri non mi va tolto altrimenti l’azienda andrà a picco. Sono tranquillo per me ed i collaboratori, qualcuno ha giocato male».
L’intervento di Romano Carancini
Ed alla richiesta di Giampaoli tutti i sindaci che hanno parlato hanno detto sì, gli altri sono rimasti in silenzio, un distinguo lo ha fatto nel suo intervento Sandro Sborgia, sindaco di Camerino. «Un passaggio delicato che ci deve vedere compatti e lucidi – ha detto Romano Carancini sindaco di Macerata – non importa chi ha fatto denuncia, attendiamo fiduciosi l’operato della magistratura. Noi non siamo un tribunale, Giampaoli saprà rappresentare benissimo i fatti da indagato. Si deve rispondere all’indagine con un protocollo serio, che innalza la trasparenza, senza intaccare niente. Non dobbiamo aprire conflitti, si deve mostrare come il Cosmari lavora con serietà».
L’intervento di Giuseppe Pezzanesi
Gli ha fatto eco Giuseppe Pezzanesi sindaco di Tolentino: «Non è la prima volta che qualcuno viene indagato dentro al Cosmari. Il direttore generale ed il consiglio di amministrazione li abbiamo nominati noi sindaci. Il Cosmari è una delle strutture più forti d’Italia. Io non sono abituato a condannare, la maggior parte delle persone oggetto di indagine sono state assolte. Se Giuseppe, che chiamerò sempre così, diamo per scontato che quello di cui accusato sia vero, siamo noi i magistrati ed i faciloni. Per me Giuseppe è innocente a vita, sino a quando qualcuno mi dimostra il contrario. Dobbiamo dare un segnale forte alla magistratura ed al consiglio di amministrazione che siamo coesi».
L’intervento di Rosalba Ubaldi
Rosalba Ubaldi vicesindaco di Porto Recanati ha detto: «Massima solidarietà a Giampaoli, mi meraviglio delle parole dell’organismo di vigilanza, pagato da noi. Il 99 per cento ha ricevuto un avviso di garanzia, ma dopo cinque o sette anni è stato assolto e dopo aver speso qualche migliaia di euro in avvocati». Sulla stessa linea Franco Capponi, sindaco di Treia ed ex presidente Cosmari: «In Italia nel 2019 ci sono state 7.553 cause per abuso di ufficio, di queste solo 190 sono andate a sentenza e solo in 21 sono stati condannati, è il reato più semplice da contestare. Se non difendiamo questa struttura all’avanguardia, siamo davvero alla frutta. Ribadisco la piena fiducia a Giampaoli. Ho visto della malizia nella relazione dell’organismo di vigilanza, che fa quasi a scaricabarile, non ha informato correttamente».
L’intervento di Ciarapica
Ha aggiunto Fabrizio Ciarapica sindaco di Civitanova: «Un mese fa abbiamo approvato il bilancio chiedendo a Giampaoli di rimanere altri 18 mesi. È deleterio far fare un passo indietro a Giampaoli, non siamo noi il giudice che deve condannare». Su una linea diversa l’intervento di Sandro Sborgia sindaco di Camerino: «Si rasenta l’assurdo, non si devono dare segnali forti a nessuno su nulla. Siamo in presenza di un avviso di garanzia che di certo non è una condanna. Non spetta all’assemblea dei sindaci procedere alla valutazione dei fatti contestati, se mai nell’ottica di legalità e trasparenza si devono rivedere le competenze affidate. Si deve intervenire prima che i buoi escano dalla stalla, l’azienda deve predisporre tutti quegli accorgimenti che le consentano di avere anticorpi in situazioni del genere. Cosa succederebbe in caso di una misura cautelare? L’azienda non deve trovarsi in difficoltà per questo. Il mio invito è quello di non dare dimostrazioni di forza fuori luogo».
In questo Paese qualsiasi dirigente pubblico può essere indagato in qualsiasi momento per qualunque cosa. Generalmente dopo un decennio emergerà la correttezza del suo operato. Questo credo sia uno dei motivi per cui prima di prendere qualsiasi decisione, o firmare atti, ci pensano mesi ed intanto tutto va a rallentatore.
Ma più che difendere Giampaoli i Sindaci non dovrebbero difendere gli interessi di noi cittadini, essendo il Consmari unazienda a partecipazione pubblica? Sarà forse il caso che dopo anni e anni di presidenza si pensi ad un nuovo volto? O certe poltrone sono sempre intoccabili? Beh questo certamente spiegherebbe il silenzio di certi Sindaci di fronte a ciò che sanno accadere in quellazienda. Magari la Magistratura facesse davvero il suo operato!
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La questione è troppo grossa per chiuderla con un commento in calce all’articolo, anche perchè credo che ci saranno ancora sviluppi. Ci torneremo, ma adesso mi limito a due brevi non rinviabili osservazioni.
La prima. Questo c.d.a., nato con il quasi dichiarato intento di uscire dall’era Giampaoli, è ancora pienamente nelle mani di quest’ultimo, tanto che è stato costretto a prorogarli l’incarico per altri 18 mesi, ed anche dopo un avviso di garanzia per abuso di ufficio (scaturito, più che da semplici articoli, dalla relazione dell’autorità di vigilanza). Da questo punto di vista, un fallimento totale.
La seconda. Ma il c.d.a. e il suo presidente hanno letto il bilancio consuntivo 2019, la relazione del collegio sindacale dello stesso Cosmari, la relazione del collegio sindacale del Comune di Macerata (che vigila anche sulle società partecipate, tra le quali il Cosmari) e, soprattutto, l’elaborato dell’autorità di vigilanza (che è pagata proprio dal Cosmari per riscontrare situazioni di irregolarità, e quindi non ha certo secondi fini)?
Il Presidente e il c.d.a. non si rendono conto che il loro mancato intervento integra una complicità ed una responsabilità molto pesanti, se non sul piano giudiziario, quanto meno su quello politico e di tenuta della società?
Ma si può sostenere che tutti complottano contro il Cosmari? Che tutti siano protagonisti di un attacco strumentale alla società? E’ una barzelletta oppure una cosa seria?
Infine: francamente ridicoli gli appelli rivolti ai sindaci di “compattarsi” per dare un segnale forte alla magistratura. La magistratura va rispettata, e non deve essere certo fatta oggetto di “segnali forti” da parte di chichessia, anche perchè, da avvocato, sono convinto che di questi segnali essa se ne disinteressi totalmente.
Suona quasi come una minaccia”se mi togliete i poteri l’azienda va a picco” e tutto tace.
per Cavalieri, è la norma in certi settori….addirittura minaccie ……
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per Agostinelli,abbee mo me lo segno!
Ottima analisi dell’Avv. Giuseppe Bommarito. Non occorre aggiungere altro. Cosmari altro fallimento di un sistema al capolinea.