Caldarelli si dimette da assessore
«Grazie Carancini, anche dal centrodestra
promuoverò quello che ha fatto»

MACERATA - Colpo di scena in Consiglio comunale. L'esponente di Giunta in quota Udc chiude il bilancio e al termine della sua relazione saluta l'esecutivo dopo la questione sollevata da Cronache Maceratesi sui doppi ruoli. Il suo partito, infatti, ora appoggia la candidatura di Sandro Parcaroli. Ma lui spende parole appassionate per il sindaco uscente: «Spero che venga eletto in Consiglio regionale, in questi anni difficili ha fatto grandi cose»
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Romano Carancini e Marco Caldarelli oggi in Consiglio comunale

 

di Federica Nardi (foto di Fabio Falcioni)

Le ultime delibere del suo assessorato, la relazione sui bilanci comunali che hanno ricevuto l’ok della Corte dei Conti e poi le dimissioni, annunciate in Consiglio (e che formalizzerà). Marco Caldarelli, assessore al Bilancio, ha comunicato oggi pomeriggio la decisione, confermata anche al telefono, di lasciare l’incarico, alla fine della discussione dei provvedimenti relativi al regolamento Imu e al bilancio, compreso un punto su Macerata Cultura. Caldarelli ha comunicato anche che i conti del Comune sono “salvi”, con l’ultimo provvedimento della Corte dei Conti del 17 luglio che ha sbloccato l’impasse creatosi dopo i numerosi rilievi dei Revisori dei conti. Revisori che oggi hanno dato un parere positivo con riserva.

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Marco Caldarelli

L’ANNUNCIO DELL’ASSESSORE – «Si è discusso sul cambio di casacca dell’Udc (che appoggia il candidato sindaco di centrodestra Sandro Parcaroli, ndr) e sulla necessità di schiodarci dalle poltrone che occupiamo “a dispetto del sindaco” – ha detto Caldarelli, riferendosi evidentemente alla questione dei doppi ruoli nell’Udc sollevata domenica da Cronache Maceratesi (leggi l’articolo) -. Tre considerazioni. La presenza dell’Udc in Giunta non è frutto della graziosa concessione di qualcuno ma degli accordi elettorali e di programma. Seconda considerazione: forse più di altri l’Udc ha dimostrato coerenza nel mandato del sindaco Romano Carancini. In tutte le questioni nodali che invece hanno visto defezioni dell’ultima ora, mal di pancia, inaugurazioni, per poter non essere presenti. Qualcuna? Il Parksì, la questione Nuova via Trento. E quando parlo di chi si discosta non mi riferisco a Paolo Micozzi (Pd), che ha sempre motivato le scelte. Ma a chi con altre scuse non si è fatto vedere. Terza questione l’Udc ha deciso di sostenere Francesco Acquaroli come governatore delle Marche a dicembre del 2019. Il partito ha rispettato chi, compreso me, ha detto di voler onorare gli impegni assunti con la maggioranza, gli elettori e il sindaco. Mollare la giunta e la maggioranza, pendente l’accertamento di cui abbiamo parlato adesso, complicato da una serie costante di pareri negativi su tutto dell’organo di revisione, con la tribolazione che ha prodotto la crisi mondiale del Covid, non era possibile. Ora la partita si è chiusa grazie alla Corte dei Conti. Lasciamo una casa spazzata con i letti rifatti, le bollette pagate e il frigorifero pieno. E un tesoretto nel baule da 350mila euro. E’ cominciata la campagna elettorale, non ci sono altre delibere pendenti, quindi ci possiamo salutare». Caldarelli ha ringraziato poi anche Carancini, «Uno dei migliori sindaci che potevano capitare a Macerata in questi anni di m****. Non predico discontinuità da lui. Se mi sarà possibile, dall’altra parte, promuoverò tutto quello che ha fatto e di portare a termine i processi che ha avviato». Caldarelli si augura anche che «il posto in Consiglio regionale vada a Carancini». 

caldarelli-1-325x217LA QUESTIONE POLITICA – Il problema dei doppi ruoli dell’Udc è stato sollevato da Cm in relazione sia all’assessore Marco Caldarelli che al segretario cittadino Paolo Cotognini, recentemente rinominato nel cda dell’Apm da Carancini. Per quanto riguarda l’assessore pure la contraddizione era evidente. Di giorno in Giunta con il candidato di centrosinistra e assessore Narciso Ricotta, di sera alle riunioni dell’Udc per sostenere il candidato di centrodestra Sandro Parcaroli.

LA QUESTIONE CORTE DEI CONTI – «Il 17 luglio è successo un cosiddetto “game changer” – ha detto Caldarelli -. La pallottola che abbatte l’uomo lupo e il vampiro. Il provvedimento della Corte dei Conti uccide la paura, il cane nero è stato abbattuto in anticipo rispetto al previsto. Quindi tutti serenamente potranno fare una campagna elettorale da debosciati, sconsiderata. La delibera sblocca una variazione, conservando gli equilibri – sottolinea l’assessore -. Se l’esito fosse stato diverso avremmo avuto il blocco totale dei programmi di spesa. L’oggetto del procedimento era l’esame dei consuntivi degli anni 2016 e 2017. Due irregolarità da sanare: una è già stata sanata nel corso del tempo e l’altra riguardava il calcolo del Fondo rischi. Fischio finale, partita chiusa».

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Romano Carancini

Romano Carancini ha rincarato la dose sul dibattito degli scorsi mesi sui pareri negativi dei revisori: «Attacchi strumentali con una forza oppositiva ingiusta che hanno minato alla base i rapporti dentro al Consiglio comunale. Una reiterata serie di pareri contrari, coperti dal favore del ruolo. Non era facile per i consiglieri. Ora è il momento di ristabilire la verità come lo ha fatto la Corte dei Conti, di chiedere scusa ai dirigenti, con le difficoltà quotidiane di ribattere al niente. Quando i pareri non hanno contenuti, quando si fa finta di non ascoltare, di non leggere le osservazioni frutto di esperienza e serietà riconosciuta. Dopo le fatiche passate per mesi…Oggi sono arrivati due pareri positivi. Una cosa strana. Prima dell’avvento dei nuovi revisori questo Comune aveva costantemente pareri positivi. Siamo arrivati al punto che i nuovi revisori andavano a contestare anche i pareri precedenti. E non è vero che quelli di prima erano scelto politicamente».

In questi mesi per Carancini c’è stato un «attacco mirato, privo di argomentazioni che ha fatto anche un po’ di danni, minando la credibilità. Oggi non è una rivincita contro i revisori – sottolinea Carancini -, che non ce n’era bisogno perché alcuni pareri di sconfessavano da soli». A Marchiori che a microfono spento lo accusa di fare campagna elettorale ribatte: «Di fronte al trattamento avuto nei tuoi confronti io stesso sono indignato. Se invece fossi rimasti te stesso, politicamente ovviamente… il confronto è sulle strade, tra le persone, lì ci sarà il giudizio».

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Riccardo Sacchi

LE REAZIONI – Riccardo Sacchi di Forza Italia risponde a Carancini: «Non ho sentito lo stesso commento politico sul lodo arbitrale di Nuova via Trento». Marchiori (Lega) ricorda a Carancini che «se non si fosse adottata la procedura si sarebbe arrivati al blocco totale, come ha detto Caldarelli. Mai e poi mai da questi banchi attribuiti né agli uffici né all’assessore al Bilancio. Quei 300mila euro che oggi ci sono nel fondo di riserva noi vogliamo trovarli anche a settembre. Non pensate di usarli prima, perché già qualcosa si sta intravedendo. Come il chiosco al Sasso d’Italia che forse viene inaugurato domenica, dopo aver detto invece che sarebbe andato a bando. Ci sono atti da attenzionare e noi lo faremo».

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Roberto Cherubini

Commenta a caldo le dimissioni Roberto Cherubini, consigliere e candidato del Movimento 5 stelle: «Marco è una persona speciale, oggettivo sempre nei giudizi e sempre intelligentemente ironico. Marco nel 2015, quando in maniera forte evidenziai che il bilancio di previsione non si poteva fare dopo che erano passati 8 mesi dell’anno da prevedere, mi diede ragione e dall’anno seguente abbiamo previsto il bilancio dell’anno seguente entro dicembre. Atteggiamento che ho poche volte riscontrato negli altri assessori che hanno trovato sempre scuse imbarazzanti per bocciare le mie/nostre proposte. Oggi la politica mette il potere e l’appartenenza avanti al bene comune ed alle proposte interessanti. Marco ha dimostrato di essere diverso».

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Marco Foglia, Michele Verolo e Ivano Tacconi

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