«Non è vero che non c’erano mascherine, ne sono state trovate 12 e 4 gonne. Avevamo chiesto alla prefettura di riprendere l’attività proprio per produrre i dispositivi». Antonio Falistocco, impiegato amministrativo della Lian Confezioni di San Severino, non ci sta alla chiusura dell’azienda, disposta dal prefetto di Macerata dopo un controllo della finanza. E nega quanto riferito ufficialmente dalla Finanza. A detta di Falistocco, per prima cosa, «le mascherine c’erano, perché le stavamo producendo. E sta anche scritto nel verbale della Guardia di finanza: 12 mascherine e 4 gonne, questo hanno trovato. Secondo, non è vero che ci hanno fatto chiudere 5 giorni. Il provvedimento del prefetto è di 25 giorni e fino a stamattina abbiamo continuato a lavorare. Noi avevamo chiesto il permesso alla prefettura, compilando il modulo per continuare la produzione – prosegue Falistocco –. Inoltre abbiamo contattato la prefettura per conoscere la risposta e ci hanno detto che non era necessario e a quel punto abbiamo iniziato a lavorare con tre persone facendo le mascherine. Abbiamo fatto solo le mascherine, non producevamo altro». La finanza invece contesta che non erano state trovate mascherine e che l’azienda aveva continuato la normale produzione. Fatto che Falistocco nega con forza e spiega che l’unica cosa che era stata trovata erano 4 gonne, ma c’è un motivo: «La vicenda delle 4 gonne, che noi abbiamo riferito alla Finanza, è nata dal fatto che quella mattina un operaio aveva finito il tessuto per le mascherine, che era da tagliare. Allora per non stare fermo si è messo di sua iniziativa a cucire 4 gonne. Le altre mascherine le avevamo già distribuite. Ho dato incarico all’avvocato di fare ricorso al provvedimento del prefetto. Non posso rimanere chiuso tutti questi giorni».
(redazione CM)
Fingevano di produrre mascherine, ma continuavano a realizzare abiti: azienda chiusa dal prefetto
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