di Gianluca Ginella e Maria Paola Cancellieri
Guasto alla diga di Castreccioni a Cingoli, l’acqua ha iniziato ad uscire da una paratia per colpa (si è scoperto questa mattina) di un corto circuito.
Allarme lungo il fiume Musone per un’onda anomala (di circa due metri) che si è creata e a Castelfidardo il sindaco ha avvisato i cittadini casa per casa: «ha fatto bene, ma rischi non ce n’erano» chiarisce il presidente del Consorzio di bonifica delle Marche (che gestisce la diga), Claudio Netti, che questa notte ha monitorato la situazione insieme a tecnici e Protezione civile. Tutto è cominciato alle 21 circa di ieri sera. A quell’ora il custode della diga ha sentito un forte rumore sotto lo sbarramento, è andato a verificare e ha rilevato che uno degli scarichi di fondo, aveva la paratoia di valle aperta. «Senza nessun impulso. Il custode ha visto l’acqua che usciva e si è spaventato e ha subito lanciato l’allarme e ha provato a chiudere la paratoia di monte, che ha funzionato e si è chiusa» spiega Netti.
A causa dell’apertura anomala della paratoia l’acqua ha iniziato ad uscire e a riversarsi lungo il corso del Musone. Nel frattempo sono subito scattate le operazioni di controllo alla diga con i tecnici che hanno subito raggiunto lo stabilimento per capire cosa era successo. Intanto il Consorzio ha subito allertato i carabinieri che hanno monitorato il corso del fiume. Lo sversamento di acqua è durato circa un’ora e mezza. «Il deflusso che c’è stato sul fiume non ha determinato alcun pericolo di allagamento per gli abitanti – dice Netti -. La diga è costruita in sicurezza, abbiamo due paratoia e nel caso si può intervenire manualmente per chiuderle». La fuoriuscita di acqua ha formato un’onda anomala lungo il Musone.
A Castelfidardo il sindaco alle 2 di notte ha fatto scattare l’allarme e allertato tutti i sindaci dei comuni interessati che attraverso gli agenti della Polizia locale e i volontari della Protezione civile hanno messo in preallarme tutti i residenti delle zone dove si temeva potesse esserci uno straripamento improvviso e allagamenti, soprattutto nell’area dell’Anconetano, dove il fiume corre a valle verso la foce di Numana. Ad Osimo sono stati monitorati i ponti di via Settefinestre e quello sull’area della confluenza del Musone con Fiumicello. In alcuni tratti, soprattutto quelli punteggiati da anse, il corso d’acqua in piena minacciava infatti di uscire dagli argini sull’asse fluviale compreso tra Campocavallo, Padiglione e Passatempo di Osimo e nella zona del territorio di Castelfidardo che si trova tra Squartabue di Recanati e Villa Musone di Loreto. A titolo precauzionale gli agenti della polizia locale di Castelfidardo a notte fonda hanno avvisato porta a porta la popolazione. L’emergenza è rientrata verso le 6,30 in tutte le città del bacino idrografico ed i residenti con abitazioni vicini all’alveo del Musone, hanno tirato un sospiro di sollievo.
«Il sindaco di Castelfidardo ha fatto bene ad avvisare la popolazione, ma rischi di esondazione del fiume non ci sono mai stati. L’afflusso a valle è governabile anche se si crea un problema come quello di questa notte. Alle 22 il problema era già stato risolto» dice Netti che ha monitorato tutta la notte la situazione insieme ai tecnici per capire cosa non avesse funzionato. «Lo abbiamo scoperto stamattina, verso le 9,30 – spiega il presidente del Consorzio –. E’ stato un corto circuito, forse determinato dall’intrusione di qualche animale. L’80% degli impianti che governano la diga è già passato a fibra ottica, e saranno sostituiti anche quelli che mancano». I carabinieri di Cingoli, comandati dal luogotenente Umberto Paglioni, si sono occupati degli accertamenti e di monitorare il corso del Musone. Non ci sono stati feriti, ma sono stati segnalati problemi all’antico mulino Bravi dove a causa dell’acqua sono stati danneggiati dei macchinari. In località Valcarecce il fiume è straripato per un tratto allagando i terreni intorno. Sono 18 i comuni bagnati dal Musone che attraversa i territori di Numana, Porto Recanati, Castelfidardo, Loreto, Osimo, Recanati, Montefano, Santa Maria Nuova, Polverigi, Appignano, Filottrano, Cingoli, Staffolo, Apiro, San Severino, Jesi, Matelica e Gagliole.
Vajont
Fiordalisa Staffolani paragonarlo al disastro del Vajont, mi pare alquanto eccessivo...
Alessandro Peretti ma certo, era una battuta. Speriamo che regga.
Mi ha sempre fatto paura
Il presidente del consorzio ha davvero un bel coraggio! Abbiamo corso un bel pericolo senza che sia scattata nessuna allerta!!!!!
È stato bravo il custode. Ma se un colpo di vento avesse coperto il rumore, o il custode fosse stato meno attento, cosa sarebbe successo? Non c’è nessun sistema automatico di allarme che allerti di un flusso anomalo in uscita? In quanto alla fibra ottica: i roditori mangiano anche quella.
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Il custode ha fatto il custode, così come tutti gli altri hanno fatto il loro compito e tutto è rintrato nella normalità in poco tempo dimostrando che le misure di sicurezza hanno funzionato a dovere.
Immaginando che la diga abbia una sala comandi con dentro il custode e considerando che in questi casi – viste le basse velocità dell’acqua – non c’è un vero e proprio ‘colpo di ariete’ nelle manovre di apertura o chiusura delle paratoie, tra l’apertura della paratoia a valle e la chiusura di quella a monte pare che sia passato troppo tempo.
Da come si descrive nell’articolo tutto è affidato alla vigilanza del custode. Speriamo che non sia così, altrimenti c’è poco da stare tranquilli.
Non perché il custode non sia efficiente, da come ha agito anche troppo. Ma se non avesse sentito il rumore dell’acqua o il guasto fosse successo alle 3 di notte mentre dormiva…. l’intervento non sarebbe stato molto tempestivo se l’uomo non è aiutato dalla tecnologia.