Caso Liceo da Vinci,
il prof torna alla carica:
«E’ l’Anpi ad essere fascista»

CIVITANOVA - Matteo Simonetti, il docente finito nella bufera per aver chiesto un contraddittorio durante la presentazione di un libro sulla Resistenza: «Sono pronto a un confronto pubblico con chiunque»

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Matteo Simonetti

 

«Non ho parlato né di revisionismo, né di Resistenza, pronto a confrontarmi con Anpi, Cobas e chiunque altro su quanto accaduto in un incontro pubblico». Matteo Simonetti, il docente del liceo scientifico Da Vinci di Civitanova, dopo il clamore suscitato dalla vicenda torna a parlare di quanto accaduto per puntualizzare alcuni aspetti dopo che il caso è arrivato addirittura sul tavolo del viceministro all’Istruzione e dopo che il consigliere Pier Paolo Rossi ha minacciato querele su ricostruzioni strumentali e parole non corrispondenti al vero. Simonetti fa altrettanto e torna a dire che durante quell’incontro non sono emerse teorie e idee personali. Il prof è autore di un libro sul piano Kalergi, una teoria del complotto secondo cui ci sarebbe un piano di sostituzione della razza europea attraverso un’emigrazione forzata dall’Africa, e sostiene tra l’altro che i vaccini obbligatori siano un’arma biopolitica. 

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Andrea Martini con Lorenzo Marconi (presidente provinciale dell’Anpi) durante l’incontro al Da Vinci

«Quando ho sostenuto e vinto il mio concorso da docente non c’era una prova idoneità Anpi – ironizza – e non credo quindi che io possa essere giudicato in base alla mia aderenza alla ideologia di questa associazione privata. Io sono difeso e difendo, rispettandoli sempre, gli inequivocabili articoli 3, 21 e 33 della costituzione. Innanzitutto facciamo chiarezza: io non sono né fascista né di destra (anche se è stato iscritto de La Destra e di Vox, ndr). Non c’entra niente con la vicenda ma sento troppe scempiaggini in giro e conviene chiarificarlo. Mi considero un socialista e un patriota se proprio devo definirmi, altrimenti preferisco dire che sono un aderente al Partito Unico di Miguel De Unamuno. Durante il mio purtroppo breve intervento, interrotto con la prepotenza dall’esponente dell’Anpi, non sono assolutamente entrato nel merito. Non ho quindi parlato né di revisionismo, né di resistenza né di fascismo storico. Ho difeso solo i principi di libertà, di rispetto del pensiero altrui, del valore del confronto, il cui valore è stato invece messo in pericolo dalle parole dei relatori. Tali relatori hanno monopolizzato l’attenzione dei ragazzi per 3 ore e dato in escandescenze per i miei 3 minuti. Tutte le altre ricostruzioni sono bugie diffamatorie e delle quali a decine risponderanno nelle dovute sedi»..

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Il consigliere Pier Paolo Rossi

«Se Rossi, che non si capisce a che titolo fosse lì, ha le registrazioni, le pubblichi e dimostri che non è vero ciò che ho detto sopra – continua Simonetti –  Faccia vedere anche che il microfono non è stato strappato dalle mie mani pochi secondi prima che lui non si alzato e avvicinato a me urlandomi contro. Crede Rossi che questi siano atteggiamenti consoni ad un ambiente scolastico? Come pure è una bugia lampante quella rilanciata dallo stesso Martini che dice che io avrei portato fuori le classi. Visto che il fascismo è una ideologia che ha un secolo esatto e che il partito fascista non c’è più dalla fine della guerra, noi utilizziamo oggi il termine fascista come sinonimo di intollerante, violento, non disposto all’ascolto e al dialogo. In questa accezione sono io antifascista e l’Anpi fascista, non ci sono dubbi. Abbiamo però per fortuna anche altri termini per definire il comportamento dell’Anpi e di Rossi: stalinista, bolscevico, comunista. Queste parole esprimono inequivocabilmente una distopia antidemocratica che nella storia, nonostante ciò non sia mai al centro delle riflessioni dell’Anpi, ha causato più morti e dolore, in più parti del mondo e più a lungo, rispetto agli altrettanto esecrabili totalitarismi “di destra”. Se l’Anpi, come immagino, è attenta alle decisione degli organismi europei, avrà notato che ci si muove verso una equiparazione. Ne prenda nota il ministero. Per quanto riguarda la lettera, spontanea tengo a ribadirlo, dei ragazzi della 5N, sappia Rossi che è stata firmata e protocollata. Diciamo anche che il suo comportamento intimidatorio nei confronti dei ragazzi e nei miei, è continuato con le urla a me rivolte nei corridoi, a manifestazione conclusa. Anche qui ci sono testimoni. Se l’Anpi, il Cobas e chiunque altro voglia confrontarsi con me su quanto successo, in un incontro pubblico, io sono a disposizione dove e quando vogliono, a dimostrazione della mia totale sincerità e trasparenza».

(redazione CM)

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