di Maria Stefania Gelsomini
Presentato ufficialmente il bilancio 2018 del Macerata Opera Festival, che registra per il settimo anno di fila il segno più. Un segno più che ormai è diventato strutturale, viene quasi dato per scontato e la bella notizia non fa più notizia. Nel dettaglio, l’utile di esercizio del bilancio 2018 è pari a 3.357 euro, ma non di soli numeri vive lo Sferisterio, perché il successo degli ultimi anni è frutto di ben precise scelte e di uomini che se ne sono assunti la responsabilità. Ci tiene a ribadirlo Romano Carancini, presidente dell’associazione Sferisterio, che ha voluto ripercorrere oggi, per l’occasione, la lunga cronistoria che ha portato negli ultimi otto anni a a una rivoluzione, a «riscrivere la storia», e ha ringraziato in maniera particolarmente sentita ogni singolo componente del cda, i veri artefici di questo successo: oltre al vicepresidente dell’associazione Antonio Pettinari, Raffaele Belardinelli, Nicola Di Monte, Luigi Lacchè, Flavio Corradini, Fiorenzo Principi, Orietta Varnelli e Valfrido Cicconi, insieme al presidente del collegio dei revisori dei conti Giorgio Piergiacomi, con Fabio Pierantoni e Carlo Maria Squadroni. Un gruppo di lavoro che, gratuitamente e con armonia, ha governato e governa la cosa pubblica con passione ed equilibrio, senza protagonismi personali ma mettendo in campo le proprie storie professionali e assumendosi appunto la responsabilità di scelte non scontate e alla fine vincenti. Un cambiamento radicale, una nuova filosofia del Mof grazie alla quale oggi la lirica è vista come una realtà di tutti e per tutti. E anche un unicum nel panorama nazionale, perché dal 2015 i finanziamenti privati superano i contributi pubblici, un 55% contro un 45%, così ripartiti: 1.270.000 euro dalla biglietteria; 555.000 euro dagli sponsor e dall’Art Bonus; 675.000 euro da altre attività e proventi diversi; 2.000.000 di euro dai contributi pubblici. Anche il presidente della Provincia Pettinari, testimone diretto delle alterne vicende dello Sferisterio dal 1985 a oggi, ha ricordato le varie tappe di un percorso irto di difficoltà, fino al cambio di marcia definitivo che ha visto la partecipazione orgogliosa e interessata di tutti nel territorio, «dalla costa alla montagna». Per il sovrintendente Luciano Messi la sfida rimane lo sviluppo e il controllo dei costi, ed entra nel dettaglio dei ricavi dando un significato ai numeri: l’incasso della biglietteria, che dal 2012 è sempre superiore al milione di euro (tranne nel 2013 quando furono rappresentate allo Sferisterio solo due opere), e pur essendo una voce aleatoria per diversi fattori resta comunque un pilastro stabile che registra di anno in anno sempre nuovi record; la costanza dei contributi degli sponsor e dell’Art Bonus; la novità dei proventi dalle altre attività, come noleggi degli allestimenti ad altri teatri, o conduzioni e realizzazioni di progetti conto terzi, che stabilizza il quadro delle entrate. Per quanto riguarda i costi, a un preventivo di 3.780.000 euro corrisponde un consuntivo di 4.487.644 euro: un dato molto positivo perché indica un potenziamento dell’attività in corso d’opera del 20% e la capacità di cogliere le occasioni gestendo la spesa in maniera virtuosa. E guardando con fiducia al futuro, è stata annunciata a breve non solo la presentazione della stagione 2020 ma anche quella del 2021, nella ricorrenza del centenario della prima opera allo Sferisterio, l’Aida del 1921.
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