Il rettore Univpm Sauro Longhi, alle sue spalle il sindaco Romano Carancini e il rettore Unimc Francesco Adornato
di Gabriele Censi
(foto di Fabio Falcioni)
Sono 42 i neolaureati del corso in Infermieristica dell’università Politecnica delle Marche proclamati oggi a Macerata con il format “Lauree in piazza”.
Una festa che ha riempito anche oltre le possibilità l’auditorium ex Banca Marche messo a disposizione da Unimc. Il rettore Sauro Longhi ai ragazzi ha ricordato: «Siete i protagonisti del domani, coloro che costruiranno benessere, pace, accoglienza per il futuro di tutti. Noi vi abbiamo insegnato come volare, vi abbiamo trasmesso conoscenza e cultura e ci avete promesso che volerete alti. Quindi buon volo a tutti». Longhi ha rivendicato il successo di questo corso con cinque sedi in regione e tra queste quella maceratese presieduta da pochi giorni da Maria Rita Rippo e con ubicazione nella sede dell’Ircr. Una localizzazione che è a rischio dopo l’ipotesi prospettata di un trasferimento a Montecassiano (leggi l’articolo). Su questo il direttore dell’Area Vasta 3, Alessandro Maccioni, chiarisce: «Riconosco l’eccellenza della formazione e la qualità dell’insegnamento ma io sono un esecutore di scelte che sono fatte in Regione, la convenzione con l’Ircr sarà intanto rinnovata ma la decisione definitiva scaturirà da un incontro del presidente Ceriscioli con il rettore e il sindaco di Macerata previsto per il 12 dicembre».
Intanto il presidente dell’ordine degli infermieri Sandro Di Tuccio chiede di aumentare il numero degli accessi per rispondere alle esigenze di una società con meno medici e più anziani. Prima della cerimonia Maccioni è poi tornato sul caso dell’ostetrica licenziata per la mancata vaccinazione: «Operiamo su indicazioni scientifiche e non possiamo tenere persone che non danno sicurezza. Gli infermieri e tutto il personale medico devono essere i promotori della vaccinazione». Il sindaco Romano Carancini chiede maggiore riconoscimento del corso in città e promette di mettere a disposizione il teatro Lauro Rossi per le prossime lauree: «Un corso che si lega alla tradizione umanistica di Macerata, per i giovani una opportunità lavorativa con valori da riscoprire».
Da sinistra il rettore Univpm Sauro Longhi, il rettore Unimc Francesco Adornato, la presidente del corso Maria Rita Rippo e il presidente dell’ordine degli Infermieri Sandro Di Tuccio
La certezza dell’occupazione è il punto di forza del corso. Lo evidenzia il rettore Longhi elencando i numeri: «Il 75% trova lavoro entro un anno e l’11% si iscrive alla magistrale. Funziona anche l’ascensore sociale perché l’84% dei laureati proviene da famiglie con più basso tasso di scolarizzazione». Importante anche il rapporto tra docenti a vario titolo e studenti che è di uno a due. I tirocini si svolgono negli ospedali di Macerata, Camerino e Civitanova. «La prossimità con il luogo di residenza è un valore da conservare», spiega Rippo. «Il nuovo ospedale dovrebbe contenere anche la scuola UnivPm – auspica il sindaco – ma la città può valorizzare molti spazi come anche quello di Santa Croce ora chiuso per il sisma».
Il corso è a numero programmato (67 gli iscritti al nuovo anno) e prevede una prova di ammissione e forma “specialisti sanitari in possesso di una formazione culturale e professionale avanzata per intervenire con elevate competenze nei processi assistenziali, gestionali, formativi e di ricerca sia nell’ambito pertinente alla professione infermieristica che ostetrica”. Il polo di Macerata ha nei tre anni un totale di 191 iscritti, 47 docenti, un direttore Adp (Rita Fiorentini), 4 tutor, 49 guide (i coordinatori infermieristici delle unità operative dove fanno tirocinio gli studenti ed hanno responsabilità organizzative e valutative del tirocinio degli studenti stessi) e altre 7 tecnici e amministrativi che completano il personale. Secondo il XX Rapporto AlmaLaurea 2018 sono stati 336 sono i laureati in Infermieristica dell’Università Politecnica delle Marche nel 2017 (cinque poli), il 72% sono donne. Il Corso di Laurea in Infermieristica prevede un’organizzazione complessa frutto di ore di lezioni in aula e ore dei tirocini in ospedale, con attività didattiche di laboratorio, didattica elettiva ed esami di profitto che vengono svolte nella sede del corso.
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L’ottica dovrebbe essere quella della valorizzazione. Ci sono reparti dell’ospedale che hanno parametri che sono congruenti con le attività didattica a livello universitario -cosa non scontata e che andrebbe resa nota all’utenza, che deve conoscere la qualità dell’assistenza della propria struttura di riferimento -. La collaborazione con unipvm deve essere massima e andare in due sensi:
1 tutelare i corsi presenti
2 lavorare per espandere l’offerta (da una parte le altre professioni sanitarie ma perchè non anche, in futuro, medicina – come accade per Terni-Perugia? -). Questo tipo di ragionamento consente l’accesso a figure professionali che per lavorare in ambito accademico debbono proporre terapie d’avanguardia (il “fare ricerca” è anche questo), cosa che può andare in direzione della migliore offerta possibile al paziente.
Certamente questo discorso trova il proprio senso massimo nel momento in cui sarà realizzato l’ospedale unico, che deve essere messo in condizione di offrire la massima intensità di cura, lavorando su un bacino d’utenza ancor più ampio dell’attuale ospedale provinciale.