Il taglio del nastro
Una festa per Sant’Egidio e per tutto il comune di Montecassiano. La riapertura, ieri, della chiesa della frazione dopo i danni provocati dal terremoto del 2016, è stata l’occasione per la comunità si riappropriarsi di uno dei suoi luoghi di culto. «La prima chiesa riaperta dopo il sisma a riaprire nella diocesi di Macerata», ha detto il sindaco Leonardo Catena.
Leonardo Catena
Per i lavori «non abbiamo atteso i fondi del terremoto – ha spiegato il primo cittadino -, ma abbiamo utilizzato nostre risorse (oltre 110 mila euro) perché abbiamo ritenuto prioritario e strategico agire più rapidamente possibile. Questa chiesa – ha aggiunto il primo cittadino – non è solo un luogo di culto, di preghiera, ma rappresenta anche il fulcro intorno a cui vive la frazione di Sant’Egidio». La chiesa è l’unica di proprietà comunale oltre a quella di Salimbeni. Le altre sono di proprietà della Diocesi «e per queste – ha sottolineato il sindaco – auspichiamo che la ricostruzione pubblica e privata accelerino in maniera significativa. Non vorremmo aspettare 20-30 anni per poter avere nuovamente fruibili le chiese di Vissani, Santa Croce, San Giacomo, San Nicolò e di poter avere di nuovo pienamente fruibile la Collegiata. Lo Stato deve assumersi impegni chiari perché non si governa con la propaganda ma con la serietà e i fatti. Noi questo ci aspettiamo».
L’inaugurazione del luogo di culto è solo il primo di una serie di progetti importanti che l’amministrazione intende realizzare: il campetto dietro la chiesa, il rilancio e la riqualificazione delle attività in sinergia con il circolo Acli, una strada di collegamento tra via Marchetti e le fontanelle, il passaggio di una pista ciclabile dal capoluogo a valle. «Abbiamo sollecitato l’Anas – ha anticipato il primo cittadino – per la realizzazione di rotatorie tra Villa Mattei e questo incrocio per affrontare al meglio il problema della sicurezza viaria di pedoni e auto, visto il diniego della polizia stradale e del prefetto alla postazione fissa del controllo della velocità». Tra i progetti c’è anche il recupero dell’ex Mulino Serpilli, di cui già c’è un progetto definitivo per il quale il Comune sta aspettando, insieme all’impresa che si è aggiudicata il bando, il rifinanziamento del governo del decreto sulle energie rinnovabili. E ancora, le manutenzioni di strade e marciapiedi da fare nei prossimi mesi e nei prossimi anni. Il sindaco ha invece espresso il proprio rammarico per il voto contrario dei consiglieri di opposizione Capparucci, Farina e Palmieri alla delibera di consiglio approvato come maggioranza per finanziare il completamento dei lavori alla chiesa di Sant’Egidio (il secondo stralcio). «Un’opposizione – ha puntualizzato il primo cittadino – che pur di dare contro vota contro gli interessi del proprio Comune non è una buona opposizione. L’avversario politico non è e non deve essere il nemico da abbattere con ogni strumento. Spero ci sia un ravvedimento e un cambio di atteggiamento per una maggiore responsabilità e senso delle istituzioni democratiche».
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Ma il Duomo di Macerata quando sara’ riaperto?
Non capisco per quale motivo un luogo di culto debba essere ristrutturato con i fondi del Comune.
Per Valenti. E’ sicuramente scritto nel concordato tra Stato e Chiesa Cattolica. Quindi è tutto legale.
@Aldo Iacobini
No, non c’è scritto niente del genere nel Concordato.
http://www.vatican.va/roman_curia/secretariat_state/archivio/documents/rc_seg-st_19850603_santa-sede-italia_it.html
Resta la domanda: per quale motivo dev’essere addirittura il Comune a sborsare cospicui fondi per rendere agibile un luogo di culto?
Non ci sono altre priorità?
La chiesa cattolica non gode già di sufficienti fondi a vario titolo, e di varie agevolazioni fiscali?
Iacobini, ha ragione Valenti: non c’entra nulla il Concordato. Ciò corrisponde invece a precisa scelta del precedente governo. Ecco il Titolo dell’ordinanza datata 21 giugno 2017.
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI – IL COMMISSARIO DEL GOVERNO PER LA RICOSTRUZIONE NEI TERRITORI INTERESSATI DAL SISMA DEL 24 AGOSTO 2016
ORDINANZA 21 giugno 2017
Messa in sicurezza delle chiese danneggiate dagli eventi sismici iniziati il 24 agosto 2016 con interventi finalizzati a garantire la continuita’ dell’esercizio del culto. Approvazione criteri e secondo programma interventi immediati. (Ordinanza n. 32). (17A04591) (GU Serie Generale n.154 del 04-07-2017)
http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2017/07/04/17A04591/sg
Ovviamente , con riferimento all’articolo,esclusa la chiesa di Sant’Egidio insieme a quella di Salimbeni, perchè come anche specificato nell’articolo, di proprietà del comune di Montecassiano. In questo specifico caso sì, un contribuente potrebbe contestuarne la priorità rispetto ad oltre opere di pubblica utilità sociale,ma questa è stata la volontà dell’attuale Amministrazione verso la cui decisione si può o non può concordare.
Con un bel però- ritengo- si può non concordare ma seriamente obiettare alla scelta fatta dall’Amministrazione comunale di Montecassiano a prescindere dal bene di culto in questione che è di sua proprietà , in base al contenuto stesso dell’ ordinanza sopra citata- e tanto più perché fatto con fondi pubblici sottratti perciò ad altri scopi immediati ma di maggior interesse economico esociale- nel passo in cui il testo recita :”Dato atto che, sulla base delle considerazioni suesposte, il gruppo di lavoro istituito ai sensi dall’art. 3 del richiamato Protocollo di intesa ha definito i seguenti requisiti per la predisposizione di un elenco di interventi urgenti e prioritari, ai fini del relativo inserimento in un apposito programma di interventi immediati: assenza di altri luoghi di culto nell’ambito territoriale di riferimento delle comunita'” Orbene. E’ un dato oggettivo, che nelle estreme vicinanze della chiesa di Sant’Egidio , a due soli chilometri , nel centro di Sambucheto sussiste la Parrocchia Santa Teresa Del Bambin Gesù che rappresenta il vero centro di aggregazione comunitario-religiosa della più vasta frazione Sambucheto di Montecassiano rispetto a quella di Sant’Egidio, con quasi il doppio di residenti. Inoltre, Sant’Egidio dista circa 2,5 chilometri dal centro di Montecassiano dove la Collegiata è agibile. Interrogarsi del fatto se questi interventi alla chiesa di Sant’Egidio erano poi così immediati ed urgenti , credo sia stato più che legittimo da parte delle opposizioni.
Per Moroni. Ha ragione, la norma di riferimento è quella indicata, la quale ovviamente non è in violazione dei Patti Lateranensi e in particolare del Concordato.
A Valenti vorrei invece dire che il testo da lui citato non è il concordato, firmato nel 1929 da Mussolini e dal cardinal Gasparri, ma l’accordo, firmato nel 1984 da Craxi e dal cardinal Casaroli, con il quale il concordato stesso fu modificato.
Ciò detto, in massima autonomia di pensiero, auguro al mio Sindaco, Leonardo Catena, e signorina sua sposa, auguri vivissimi quale coppia prossimamente unita in matrimonio. Sarà,però, mi chiedo, ci si chiede, la chiesa Collegiata di Montecassiano di cui è Sindaco Leonardo Catena e di cui la sua prossima moglie ricade nella di cui Parrocchia, oppure altra chiesa e parrocchia ? Roba da matti davvero, dovesse essere diversa:fuori Comune dello stesso Sindaco!
Per Moroni. Il filosofo e pensatore francese Blaise Pascal scriveva: “Le cœur a ses raisons que la raison ne connaît point”. Questo per dire che io non ho capito nulla di quello che scrive (forse intuisco solo qualcosa) e capisco anche perché: è intriso di emozioni, emozioni che offuscano il senso del testo (e ne minacciano la sintassi). Premesso che ciò conferma per l’ennesima volta la mia preferenza per la chiarezza cartesiana, che cosa intende dire?
Iacobini, ti do atto che “non potevi capirci nulla” come hai scritto. Ma non c’è niente di che da capire, e tanto più da scomodare Pascal! era una mia elucubrazione ad alta voce, in questo senso: il mio Sindaco , durante un convivio in agosto cui ero presente , aveva annunciato il suo prossimo matrimonio che verrà celebrato in questo mese, ed allora, sia a me che altre persone mie amiche nonché sue concittadine , avrebbe fatto piacere partecipare al rito e alla sua uscita dalla chiesa ( già che nell’articolo per l’appunto si parlava di chiese del nostro comune ) ma tuttora non sappiamo ancora in quale delle tante chiese del nostro paese verrà svolto. Pertanto, ho detto, sarebbe paradossale che il Sindaco andasse a sposarsi in altro paese e in altra parrocchia. Tutto qua; ferma restando, s’intende, la sua /la loro libertà, di andare a sposarsi dove meglio vogliono. Saluti
Adesso ho capito tutto. Grazie!