Quando arrivò la notizia a Recanati, tramite la radio naturalmente che Benito Mussolini e Clara Petacci sua compagna da molti anni, erano stati uccisi quasi di sorpresa dal comandate Valerio, un partigiano che fu spinto a farlo da chi non voleva che i due cadessero prigionieri degli americani e sottoposti poi ad un regolare processo come lo furono tutti maggiori capi del fascismo, ci sentimmo sconvolti. Con i miei compagni di scuola stemmo per ore a discutere su tale uccisione.
Eravamo insieme Graziella Fortuna, Fernando Carnevali, Franco Foschi, Claudio Corvatta e altri che non ricordo per discutere sulla inopportunità di quella uccisione che sottraeva un grande colpevole ad un processo che avrebbe rivelato tanti punti oscuri della politica fascista e messo l’accento sulle colpe di un governo che aveva mandato allo sbaraglio migliaia e migliaia di giovani, senza una adeguata fornitura di armi e di mezzi bellici.
Mussolini non avrebbe mai pagato per i morti nella campagna di Russia, per la strage dei soldati a Cefalonia, per i militari mandati in Africa senza mezzi adeguati, per la superbia di un comandante ignorante di tutto quello che significa una guerra per la popolazione e le città.
Tuttavia quando ci raccontarono che avevano presso per i piedi i due cadaveri e li avevano impiccati nel piazzale Loreto già morti da quasi un giorno con la testa all’in giù perchè si vedessero il sesso e le belle gambe di Clara Petacci che solo la pietà di un partigiano coprì educatamente, ci sentimmo addolorati.
Non era questa l’Italia della quale da quasi un anno, dopo la liberazione delle Marche, parlavamo tanto tra noi, già configurando una democrazia civile e responsabile.
Quello che è successo il 25 aprile con i pupazzi raffiguranti Mussolini e Traini riempiti di caramelle per il gioco macabro di bambini in una piazzetta di Macerata è di una immoralità oscena. Alessandra Mussolini secondo me ha fatto bene a chiedere le scuse delle istituzioni della città perchè i maceratesi non sono colpevoli ma anzi offesi dal comportamento volgare di un manipoletto che si proclama antifascista ma è fascista nell’anima.
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In questo modo doveva rispondere il sindaco di Macerata!
Grazie Professoressa per la sua testimonianza e la sua giusta analisi su questa questione piuttosto delicata!
Quoto anche il sig. Paoletti
Professoressa Donati che dire?
Nulla, solo che le sue sacrosante parole su fatti storici e coinvolgimento personale dovrebbero essere scolpite ad epitaffio sulla pietra tombale che dovrebbe essere messa su questa brutta storia. Analisi licida che tiene distinto chi è stato sconfutto dalla storia da chi é stato offeso nei sentimenti personali. In mezzo, una figura scialba di in sindaco che come novello Zelig prende di momento in momento le sembianze che gli paiono adatte al momento, ma mai quella conforme al proprio ruolo istituzionale. Un abisso, per esempio, il rendering da lui dato su tutti i media nazionali con il composto e ineccepibile contegno del prefetto che, cone doveva essere, è passato pressoché inosservato.
Hè…altro mondo, altro pianeta, altra personalità, altro tutto, quello della Professoressa Donatella Donati, che misura le parole e sta ai fatti, che sa quel che dice anche per quanto da lei vissuto in prima persona. Che imparino da lei tutti, soprattutto i tanti democratici d’oggi di sinistra ,che non hanno la più pallida idea di quanto rivendichino in tema di antifascismo, ma in compenso sempre più pronti a svendersi sui temi sociali e di welfare, pur di accaparrarsi una qualunque posizione di potere , anche a costo dell’art.18, purché sia di potere alla sinistra piuttosto da sottrarlo alla destra in cambio dei voti dei c.d.moderati.
Vedi politiche di Matteo Renzi, come dei suoi precedenti e successori, tutti piddini.
Sì, professoressa, lei ha colto l’essenza: l’idea di una piazzaleloretoland per bambini è spaventosamente oscena, è segno di mostruose perversioni ed è imperdonabile che sia stata autorizzata o sponsorizzata dall’Amministrazione.
Peraltro non fu la pietà di un partigiano a coprire le nudità di Claretta Petacci ma quella di un prete, tale don Pollarolo.
per nascondere quanto è successo bisogna esibire corpi nudi,la bellezza della Macerata colta ed ambiziosa dov’è andata a finire?Macerata cosa vuoi fare da grande?
Nulla da aggiungere, nulla da togliere… Oggi pomeriggio, alla inaugurazione della scultura di Silvio Craia alla ORIM, dopo la Celebrazione Eucaristica di S. E. il Vescovo di Mecerata, i discorsi di critici d’arte e del Sindaco di Macerata, ci siamo incontrati dopo anni con amici artisti. Il discorso è riandato ai tempi belli in cui Macerata era Città di Cultura e di Arte, con i suoi nomi belli. Poi abbiamo sofferto per la Macerata d’oggi, degradata dal delitto di Pamela, con tutte le conseguenze, fino al gioco della zucca con l’effige di Mussolini. Per fortuna la Destra estrema non è caduta nella provocazione. Ma il fatto ha fatto male ai cittadini maceratesi. Sta a noi di assumerci la responsabilità di fare ritornare la Città a ciò che era prima. Ma tutto passa per il decorso della Giustizia, fare scoprire la verità su Pamela, neutralizzare gli spacciatori e bloccare il flusso di fuggitivi da guerre e carestie, insieme a nulla facenti in Africa, a criminali comuni, ad assassini criminali e a cannibali. O cominciamo a difenderci, o la vita sarà ingestibile.