Un 25 aprile da horror

L'INTERVENTO della professoressa Donatella Donati - Il ricordo dell'uccisione di Benito Mussolini e di Clara Petacci e lo sconvolgimento di un gruppo di studenti per quanto accadde a piazzale Loreto

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Donatella Donati

 

Quando arrivò la notizia a Recanati, tramite la radio naturalmente che Benito Mussolini e Clara Petacci sua compagna da molti anni, erano stati uccisi quasi di sorpresa dal comandate Valerio, un partigiano che fu spinto a farlo da chi non voleva che i due cadessero prigionieri degli americani e sottoposti poi ad un regolare processo come lo furono tutti maggiori capi del fascismo, ci sentimmo sconvolti. Con i miei compagni di scuola stemmo per ore a discutere su tale uccisione.

Eravamo insieme Graziella Fortuna, Fernando Carnevali, Franco Foschi, Claudio Corvatta e altri che non ricordo per discutere sulla inopportunità di quella uccisione che sottraeva un grande colpevole ad un processo che avrebbe rivelato tanti punti oscuri della politica fascista e messo l’accento sulle colpe di un governo che aveva mandato allo sbaraglio migliaia e migliaia di giovani, senza una adeguata fornitura di armi e di mezzi bellici.
Mussolini non avrebbe mai pagato per i morti nella campagna di Russia, per la strage dei soldati a Cefalonia, per i militari mandati in Africa senza mezzi adeguati, per la superbia di un comandante ignorante di tutto quello che significa una guerra per la popolazione e le città.
Tuttavia quando ci raccontarono che avevano presso per i piedi i due cadaveri e li avevano impiccati nel piazzale Loreto già morti da quasi un giorno con la testa all’in giù perchè si vedessero il sesso e le belle gambe di Clara Petacci che solo la pietà di un partigiano coprì educatamente, ci sentimmo addolorati.
Non era questa l’Italia della quale da quasi un anno, dopo la liberazione delle Marche, parlavamo tanto tra noi, già configurando una democrazia civile e responsabile.
Quello che è successo il 25 aprile con i pupazzi raffiguranti Mussolini e Traini riempiti di caramelle per il gioco macabro di bambini in una piazzetta di Macerata è di una immoralità oscena. Alessandra Mussolini secondo me ha fatto bene a chiedere le scuse delle istituzioni della città perchè i maceratesi non sono colpevoli ma anzi offesi dal comportamento volgare di un manipoletto che si proclama antifascista ma è fascista nell’anima.



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