«Mai più Macerata», corteo contro il razzismo a Bologna oggi pomeriggio. I manifestanti nei loro striscioni indicano Firenze e il nostro capoluogo come esempi di fatti che non devono accadere più. A Macerata il 3 febbraio scorso c’era stato il raid razzista di Luca Traini, il 29enne maceratese che sparò e ferì sei persone di colore e che ora per quei fatti finirà sotto processo il 9 maggio con le accuse di strage e tentato omicidio. L’uomo quella mattina sparò anche ad altre tre persone, non riuscendo a colpirle. A Firenze invece il 5 marzo è stato ucciso il senegalese Idy Diene, ambulante di 54 anni: è stato freddato a colpi di pistola da un pensionato, Roberto Pirrone. Oggi nel capoluogo emiliano in tanti sono scesi in strada per dire no al razzismo.
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Ma contro lo spaccio non si manifesta? ‘Mai più Macerata’ doveva voler dire anche no allo spaccio, cioè no ai bianchi e ai neri che spacciano.
Mai più Firenze. Bene un bianco ha sparato ad un senegalese e fino qui ci siamo. Mai più Macerata. Qui dei nigeriani sono accusati di aver barbaramente ucciso una ragazza. Quindi che cosa si intende per manifestazione anti razzista per i fatti di Macerata?
gli extracomunitari non si toccano,gli italiani invece si possono trucidare non c’è problema…
mai più pd in italia!
Avete, sinceramente, e letteralmente, rotto i cabbasisi. Non avevo mai visto prima nei miei 50 anni e oltre, un rovesciamento di valori simili per cui l’immigrato clandestino rappresenti un valore, una risorsa. E infatti, i più di essi, sono nel nostro Stato per delinquere, o nella migliore delle ipotesi, per essere sfruttati dal caporalato e da imprenditori senza scrupoli, per quindi ottenere come risultato l’ abbassare la paga giornaliera della manovalanza straniera ed italiana al seguito. Vorrei capire cosa, COSA, stanno rivendicando questi? Quali diritti da clandestini o rifugiati vanno rivendicando costoro con striscioni? Ma fatevela a casa vostra la rivoluzione, dove c’è bisogno! Noi, qui in Italia, ben una guerra mondiale ed un’altra civile, abbiamo dovuto sostenere per LA LIBERTA’, la nostra, quella che voi neanche sapete conquistarvi sotto i vostri dittatori corrotti africani , perchè ve ne scappate per venire qui a fare la vita facile con traffici illeciti: dai marchi contraffatti di borse vendute sulle spiagge e nei mercatini, fino alla droga venduta sin alle porte delle nostre scuole elementari. Il tutto, con la complicità della più becera politica di sinistra.
Tamara, tutto è relativo. Non c’è dubbio che per una cooperativa l’immigrato sia una risorsa, pari alla differenza tra quello che la cooperativa percepisce e quello che spende per mantenere il medesimo durante la sua vita sulla terra italiana. La faccenda ricorda un po’ “Le anime morte” di Gogol.
Iacobini: tutto è relativo? Per me no. Ci sono principi invalicabili, come ad esempio quello che dei giovanotti sani e robusti come nigeriani e pakistani, vengano qui a frotte accolti con tanto di protocollo di accoglienza , e poi una volta finito i progetto GUS, siano qui a commetere dei crimini, mentre il loro dovere di uomini sarebbe quello di combattere per la libertà nel loro proprio Stato, per il loro popolo, così come i nostri nonni e padri hanno combattuto per noi, per la nostra libertà dai tiranni. Non c’è niente mai di gratutito nella conquista della propria libertà! Mi dispiace e molto per il senagalese vittima di omicidio per mano di un italiano, ma se le leggi sull’ immigrazione fossero giuste ed eque, non sarebbe stato qui a fare l’ambulante di strada così suscitando la rabbia di uno di noi per chissà quali suoi motivi. Magari si sentiva vittima a sua volta di questo maledetto Stato che tutela più gli immigrati che gli italiani? Non lo so.
Per Moroni. Non ha colto l’ironia, che invece coglierebbe in pieno se per un attimo pensasse al famoso romanzo “Le anime morte” del russo Gogol. Nel romanzo si parla di servi della gleba che fanno fare affari anche da morti, un po’ come quando qualcuno ritira la pensione di un parente deceduto.
Iacobini, avrai ragione anche tu, ma in questo particolare momento sociale , ho assai poca voglia di rifarmi alla letteratura: scuserai.