Emergenza neve a Macerata,
dalla Nigeria al Pakistan:
immigrati al lavoro come spalatori

NEVE - La cooperativa Meridiana, a cui il Comune ha affidato il servizio, ha selezionato ragazzi da diversi Paesi per liberare le strade: «Un progetto ancora più importante dopo i tragici fatti delle scorse settimane. Il razzismo si combatte con l'integrazione»

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Tute arancioni, caschetti e pale in mano. Gli “angeli della neve” a Macerata vengono anche da Nigeria, Pakistan, Afghanistan, Mali, Somalia e Costa D’Avorio. Sono i ragazzi selezionati da Meridiana, a cui è stato affidato il servizio di spalatura su aree pubbliche dal Comune. 

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«Il razzismo e il disagio – dice la cooperativa – si combattono con l’integrazione». Al lavoro da stamattina per le vie della città, al fianco degli operatori italiani, tra di loro anche qualcuno che non era uscito per giorni di casa a causa della paura scatenata dal raid razzista di Luca Traini.  «Nella fase di selezione del personale – racconta Merdiana – in linea con la mission di inserimento nel mondo del lavoro di persone ad alto rischio di emarginazione sociale, ci siamo rivolti ai Servizi sociali del comune, al Gus e ad altre realtà locali. Il risultato è stata la composizione di una squadra di lavoro formata sia da operatori italiani che provenienti da altre nazioni come Nigeria, Pakistan, Afganistan, Mali, Somalia e Costa D’Avorio. Molti di questi ragazzi hanno detto subito “si” ad una possibilità lavorativa, anche se non avevano mai visto prima la neve e non avevano l’auto. Grati di ricevere una proposta per un lavoro».

1-Operatori-Meridiana-26-0-18-225x400I ragazzi selezionati conoscono tutti l’italiano, requisito fondamentale per frequentare il corso per la sicurezza nei luoghi di lavoro. «Un messaggio e un riconoscimento – dice la cooperativa – per quei ragazzi stranieri che si sono impegnati per apprendere la nostra lingua. Il 4 e 5 gennaio 2018 hanno partecipato al corso di due giorni sulla sicurezza e hanno ricevuto un attestato che potranno esibire anche per eventuali futuri lavori. Per la maggior parte di loro, la frequentazione al corso sicurezza e l’esperienza dello studio di gruppo è stata un’occasione formativa unica e importante. Meridiana ha consegnato loro i dispositivi di protezione individuale e li ha convocati alla visita medica di idoneità. Tutti pronti e con l’entusiasmo di poter sottoscrivere il primo regolare contratto di lavoro a tempo determinato della loro vita, questi ragazzi sono tornati nelle loro case in attesa della nostra telefonata di avvio al servizio. Nessuno poteva immaginare cosa sarebbe accaduto a Macerata di lì a pochi giorni; quella doppia tragedia che ha stravolto stili di vita e “percezione dell’altro.” Una giovane ragazza giunta nel nostro territorio per recuperare la propria vita e che, invece, trova una morte inaccettabile. E poi un raid razzista che sgomenta la città.
Molti di questi ragazzi non sono usciti di casa per giorni dalla paura, pur non avendo loro alcuna colpa, se non quella di essere “stranieri”, che, semplicemente significa di “nazione estera”. Ed ecco che, alla luce dei tragici recenti fatti, questo progetto di inserimento lavorativo assume un valore ancora più grande per vincere pregiudizi e timori.
Siamo consapevoli – conclude Meridiana – che un breve lavoro, che svanisce allo sciogliersi della neve e per un ristretto gruppo di persone, non è la soluzione ad un problema di così grande rilevanza. Questo è solo il piccolo contributo di Meridiana, una cooperativa sociale che ha nel proprio organico una percentuale di dipendenti di nazionalità straniera superiore al 20% e una “quota rosa” superiore al 50% e che, pertanto, può dirsi uno dei tanti “laboratori per l’ integrazione nella città di Macerata”».

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