Remigio Ceroni
di Federica Nardi
«Ho chiuso con la politica, torno a insegnare». Remigio Ceroni dopo le dimissioni di ieri sera da coordinatore regionale di Forza Italia, ha tirato su «una barriera tra me e la politica». Depennato da Silvio Berlusconi, il senatore uscente ha decisodi calare il sipario di punto in bianco, a due giorni dalla chiusura delle liste (che vanno consegnate domani).
Il post di Barbara Cacciolari
Da lì, un domino: si è dimessa la vice coordinatrice regionale Barbara Cacciolari, anche lei data tra i candidati. E poi a seguire Goffredo Brandoni, sindaco di Falconara e Alessandro Bargoni, capogruppo del Comune di Fermo. Via dal partito. «Marche terra di conquista! Basta», ha scritto Cacciolari sul suo profilo Facebook. Alla base dello scontento che ha azzerato i favoriti azzurri al fotofinish, ci sono proprio i paracadutati. Anche se dei tre, almeno due vantano legami con la regione. Andrea Cangini, direttore del Resto del Carlino, sarebbe andato a occupare la candidatura di Ceroni nel seggio proporzionale per il Senato. Blindato. E poi Simone Baldelli, vicepresidente della Camera (originario di Porto San Giorgio) dato già da tempo per certo e Marcello Fiori (anche lui con origini marchigiane, nello specifico Sassoferrato), che andranno a occupare le caselline di Marche Nord e Marche Sud per il proporzionale alla Camera. Sul fronte quote rosa, cadendo i nomi voluti da Ceroni (Aguzzi, ex sindaco di Fano e Giorgio Monti) nei listini proporzionali è stata inserita Elisabetta Foschi, ex consigliere regionale, subito dopo Cangini. Tra le papabili per il listino anche Anna Renzoni, militante forzista di 76 anni.
L’ex assessore Tullio Patassini
Per i collegi uninominali, che saranno discussi oggi a Roma, l’unica certezza pare essere Graziella Ciriaci, ex consigliere regionale, su Fermo. Mentre nel listino proporzionale al Senato ci sarebbe Jessica Marcozzi, coordinatrice provinciale a Fermo. Con la caduta di Ceroni cambiano le carte in tavola anche nel collegio uninominale di Macerata-Osimo. Dato prima perso dalla Lega in favore di Idea di Quagliariello con Gianluca Pasqui, i giochi per il nome sarebbero stati chiusi: il candidato sarebbe Tullio Patassini della Lega, ex consigliere comunale di Treia. Una decisione che farebbe uscire di scena la candidatura di Anna Menghi, ex sindaco di Macerata. Resta in attesa di conoscere la decisione finale Giuliano Pazzaglini, sindaco di Visso, una delle quasi certezze nel panorama di coalizione (probabilmente nel listino proporzionale al Senato). Per Fratelli d’Italia il nome che circola è quello di Francesco Acquaroli, sindaco di Potenza Picena. Le liste dovrebbero essere ufficializzate in nottata. Il rush finale potrebbe ancora riservare nelle sorprese. Nessuno, nemmeno i più papabili, si sente al sicuro in uno scenario in continua evoluzione.
Ormai i partiti politici sono delle imprese , adottano strategie di marketing commerciale, come se dovessero vendere una saponetta . La tv con i suoi ascolti, (se notate ei politici fanno a gara per andarci ) ; i social , con appositi algoritmi analizzano e segmentano il mercato elettorale , in base a quello che desiderano sentirsi raccontare i clienti/elettori, confezionano , ( appunto come se fosse una saponetta ) , i loro programmi elettorali . (Ormai tutti noi siamo "tracciati" ) . Il mercato elettorale e' concentrato sugli over 50 , che sono la parte consistente dell'elettorato che va a votare , dove i partiti possono realizzare la parte principale del loro fatturato , (voti) , i programmi elettorali sono indirizzati in questo segmento di mercato , (vedi pensioni a 1.000 euro per tutti a prescindere se sono stati versati contributi o meno , eliminazione della legge Fornero, abbonamento tv gratis tanto la televisione la vedono gli anziani, nessuno parla piu' dell'uscita dall'euro per non spaventare i risparmiatori concentrati nella fascia anziana della popolazione ed altre amenita' che al momento mi sfuggono,) ..............................per i giovani niente programmi ............. tanto , (gli under 30) , non vanno a votare o meglio non partano "fatturato" anche se sono la parte consistente del primo partito italiano , " il partito dell'astensione " , o meglio della sfiducia verso questo sistema politico .
W la fede politica! O poltrona o dimissioni!
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Ormai la parola “democrazia” è una parola senza senso. Un tempo esistevano i partiti della base, che contava, perché poteva pure scegliere i candidati. E i candidati stavano spesso con la base, per conoscerne i problemi e per farsi la clientela elettorale. Oggi i candidati se li sceglie il leader del partito: ci mette i suoi servi ed esclude i suoi oppositori. Quindi fa bene Cerioni a dimettersi e a ritornare ad insegnare. Chi non ha lavoro, va a fare il parlamentare. Se però sei nel libro paga della Regione Marche, accetti la trombata, tanto non devi andare trovare un lavoro da privato. Mangi con i nostri soldi…
A me la cosa sta nauseando e non poco. Purtroppo devo andare a votare per qualcuno che tenga conto dei principi non negoziabili della Chiesa Cattolica… E per contrastare il PD, traditore dei lavoratori e servo dello logge angloamericane e dell’Alta Finanza, destinato a scomparire ad opera dello Spirito Santo (la Storia lo insegna), nonché la cosiddetta Sinistra, per certi versi ideologici con il PD e i Radicali e con quei cialtroni cattolici che per la poltrona e il potere venderebbero pure la madre, come hanno venduto Cristo.