Attaccata dai cinghiali mentre è al lavoro nella vigna della sua azienda, si arrampica su di un palo per salvarsi. È la disavventura vissuta da Patrizia Paccusse, che produce Verdicchio e ha la sede dell’azienda ad Apiro. Nel pomeriggio di domenica si trovava al lavoro nelle campagne di Serra San Quirico quando si è trovava faccia a faccia con 15 cinghiali. «Stavo lavorando in vigna quando il cagnolino che avevo con me ha iniziato ad abbaiare – spiega la donna -. Mi sono girata e mi sono trovata davanti una quindicina di cinghiali, con quattro femmine che mi hanno attaccato. Per fortuna sono riuscita a salire su uno dei pali della vigna e lì ho atteso che se ne andassero». In seguito ha provato a denunciare l’accaduto. «Dalla Provincia mi sono sentita rispondere che, abitando in campagna, è normale che si possano incontrare dei cinghiali» dice la donna. «Ha ormai perso il conto dei danni che gli animali selvatici le hanno causato in vigna – dice Coldiretti Marche -, con una situazione aggravata dal fatto di avere il terreno in un’area protetta, ormai ridotta a Far West. L’ennesimo episodio che dimostra come ormai il numero di cinghiali sia fuori controllo». Coldiretti chiede l’adozione di un piano di controllo attuabile in ogni periodo dell’anno su tutto il territorio regionale, comprese le aree protette. «Ma occorre anche dare la possibilità agli agricoltori di difendere le colture minacciate, dando la possibilità a quelli muniti di tesserino di caccia, di abbattere i cinghiali all’interno delle proprie aziende».
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Nello stato di satana questo succede
…li ammazzi e ci fai il sugo…
Animali alla riscossa
come mai negli anni cinquanta e sessanta i cinghiali non c’erano ?!
il problema è che i cinghiali non hanno più paura dell’animale uomo, fisicamente debole e ridicolo. C’è stata da parte loro anche una crescita culturale, una specie di presa di coscienza…
Infatti, Pavoni, alla faccia dell’antropocentrismo in molti comuni presto si assisterà alle loro prime candidature a sindaco, conviene far buon viso.
Ti dico io perché,non erano protetti e se li mangiavano
in Lombardia, in un comune dove vive un mio amico, hanno proibito l’uso dei prodotti contro le zanzare, perché pare che anche le zanzare siano specie da proteggere. Questo è il parossismo della nostra epoca: manca totalmente il buon senso. Si passa da un eccesso a un altro. E nel dubbio se difendere la specie umana o quella animale, pare non esserci risposta più semplice: quella animale, Watson!
Magari in cambio della protezione le zanzare doneranno all’AVIS comunale.
Penserei anche a difendere i virus (non sono animali?) e smetterla con tutti questi omicidi dei vaccinisti, così potremo morire tutti di influenza, tifo, colera, morbillo, peste, vaiolo ecc.ecc. W la natura.
Marini, non ce l’ha mai insegnato nessuno ma i virus non sono animali ma proteine e acidi nucleici, esseri vuoti senza manco una cellula, particelle inutili come i critici letterari…