Da sinistra: Angelo Sciapichetti assessore regionale, Antonio Pettinari presidente Provincia Macerata, Nazzareno Marconi vescovo di Macerata, Luca Ceriscioli presidente Regione Marche e Romano Carancini sindaco Macerata
Il taglio del nastro
di Gabriele Censi
(Foto di Lucrezia Benfatto)
Uomini, animali e la terra con i suoi frutti sono i protagonisti della Raci. La Trentatreesima edizione si è aperta oggi pomeriggio al centro fiere di Villa Potenza a Macerata. Al taglio del nastro con il presidente della Regione Luca Ceriscioli, “Maestrale” un maestoso cavallo nero. “Questa è la Raci di tutto il territorio provinciale – ha detto nel suo saluto iniziale il padrone di casa Romano Carancini, rivolgendosi ai sindaci presenti e assenti – . Nella staffetta con la Provincia siamo giunti a una curva prima dell’accelerazione. Quest’anno l’acronimo Raci viene declinato in modo nuovo, per dare profondità e dinamicità. L’abbiamo dedicato ai bambini, in 200 hanno partecipato stamattina con l’anteprima, sono loro la vera linfa del futuro. Lavoriamo per far tornare l’agricoltura al centro”.
Il sindaco poi ha declinato le quattro parole chiave della rassegna: radici, agricoltura, cibo e innovazione e si è rivolto al governatore Ceriscioli, affrontando il tema del terremoto. “Seppure centrale – ha aggiunto il primo cittadino – lo abbiamo voluto tenere da parte perché questo è il momento della fiducia e della speranza. Sono passati sei mesi e c’è ancora molto da fare. E’ giusto criticare, ma dobbiamo mantenere un senso di comunità. Queste devono essere tre giornate di sorrisi”. Quindi la parola è passata al governatore. “Una bella risposta al sisma da parte del settore primario che è abituato a resistere ai momenti più difficili – ha sottolineato – . Vedere tutta questa partecipazione è quasi commovente. Spinge l’idea di un territorio che sta reagendo, il segno di una voglia di ripartire. Un’impressione molto positiva, rafforzata dalla sensazione che la manifestazione sia forte come gli anni scorsi, con tutte le espressioni e le eccellenze tipiche dell’agricoltura marchigiana: un settore che fa parte della storia della nostra regione e che rappresenta anche un trampolino per il futuro. Di questi tempi, avere questi segnali è una gran bella cosa”. Il governatore ha poi rimarcato l’interesse e la partecipazione giovanile alla Raci: “Non è casuale che gran parte dei fondi europei destinati all’agricoltura siano stati dedicati ai giovani che vogliono aprire un’attività nel settore. Sappiamo che partire non è facile, servono incoraggiamenti e investimenti. La scelta regionale ha avuto successo ed è stata premiata dai ragazzi stessi che hanno fatto ricorso all’opportunità offerta per seguire questa vocazione straordinaria che è l’amore per la terra. Il valore che promuovo sempre è la trasparenza, le Marche hanno solo da guadagnare dalla trasparenza, abbiamo grandi qualità, ma il nostro limite è che non sappiamo venderci. Un mondo trasparente ci permette di essere scoperti. Delle quattro lettere della parola Raci, voglio soffermarmi sulla “i” di innovazione: è la spinta per il futuro”. Al taglio del nastro non poteva mancare il presidente della Provincia Antonio Pettinari. “Oggi sono certo che la Raci proseguirà – ha detto – e per questo sono felice”.
Il presidente ha ricordato anche le preoccupazioni dello scorso anno quando la rassegna è stata confermata per un soffio e non ha risparmiato una velata frecciatina alla Regione. “Ceriscioli fa bene a dire che questa è una rassegna delle eccellenze di tutte le Marche – ha concluso Pettinari -. La nostra è una terra ferita, ma che conserva ancora attrattiva: i turisti non debbono venire qui solo per solidarietà, ma soprattutto per godere delle nostre peculiarità, dall’enogastronomia al paesaggio”. L’inaugurazione si è chiusa in stile country con un’ immagine che rimarrà agli annali: tutte le autorità hanno indossato il cappello da cowboy. Esentato per rispetto solo il vescovo Nazareno Marconi.
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BELLISSIMI! ! ! Ahahahah ahahahah ahahahah! ! ! !
A cosa brindano? Agli sfollati?
Ma il vescovo rende bene anche così.
Ceriscioli perchè non ti dedichi a tempo pieno alle problematiche del terremoto (che è tutto un casino) invece di perdere tempo a brindare e festeggiare, tanto la RACI può fare anche a meno della tua presenza. Vai a vedere cosa succede nelle zone devastate dal terremoto. Il niente ma questo probabilmente lo sai ecco perchè non ci metti piede, forse hai paura che qualcuno ti dia qualche bastonata?
Ed intanto, in Montagna, nulla si muove…
Complimenti Governatore
Sciapichetti, come al solito quando c’é da fare una foto sei sempre presente! batti a fare una foto all’Holiday se hai il coraggio…..ci sono tanti terremotati che ti aspettano a braccia aperte. ma siccome non hai il coraggio, la volontà e le capacità politiche ti terrò bene al largo vero? politicanti della peggior specie… VERGOGNA
4 righe sull assurda assenza delle macchine agricole alla rassegna agricola le vogliamo scrivere o anche voi come altri preferite non dire x non far calare le vendite dei biglietti?
Ah, ma non è Lercio?
E’ curiosa l’esenzione “per rispetto” dal cappello da cowboy del vescovo: curiosa se si pensa alla celebre foto di Paolo VI col copricapo di penne Sioux, prima di una lunga serie di foto di papi pellegrini coi cappelli più strani a significare la cattolicità del cristianesimo. Il clero ha sempre vestito strano, alternativo per sottolineare la superiore diversità della propria dimensione, ma il cappello da cowboy di queste piccole autorità periferiche in convivialità goliardica appare irrispettoso, vergognoso, ridicolo. Come mai? Perché? Cosa ci può essere di tabù in un cappello? O forse c’è qualcosa di tabù nella parola cowboy?
Ma cowboy di che!!!!! Ma marchigiani fino al osso,e si sentono dei cowboy!!!! Per Carancini basta una cazzata come questa e vede tutto rosa!!! Il delirio gente!!!
Dove compagliono questi individui… sicuramente ce la fregatura….. Gia perché la Raci pare che sia na fregatura per i visitatori per l’assenza delle macchine agricole… anche cronache maceratesi si guarda bene a farlo sapere per evitare un calo di visitatori.