Sisma, una cittadina in ginocchio:
“Tutto distrutto in due minuti,
un boato e la casa è scoppiata”

PENNA SAN GIOVANNI - Vite sconvolte dal terremoto del 24 agosto. "In due minuti distrutto il lavoro di secoli. Mia madre invalida salvata dai carabinieri". Il racconto degli sfollati. Il sindaco Giuseppe Mancinelli: "Urgente un intervento sulla chiesa di Villa Pilotti" (VIDEO)

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Il reportage da Penna San Giovanni nel dopo terremoto

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La chiesa pericolante di San Giuseppe a Villa Pilotti

 

di Gabriele Censi

Due contrade a Penna San Giovanni rischiano di rimanere isolate perchè la strada per accedere passa sotto la chiesa neogotica di San Giuseppe a Villa Pilotti, che ha 110 anni ed è gravemente danneggiata. La facciata rischia di cadere proprio sulla strada, anche il campanile sta cedendo. Erano in corso i lavori per una piccola variante viaria qualche metro più distante ma ora sono interrotti perchè anch’essa in zona di rischio. E’ l’emergenza più grande che segnala il sindaco Giuseppe Mancinelli impegnato a sistemare una ventina di sfollati soprattutto delle contrade Pilotti, Maglie e Colle San Lorenzo: “Abbiamo fronteggiato l’emergenza e stiamo raccogliendo le segnalazioni dei danni, già circa 70 arrivate in municipio”.

Alberto Nerla

Alberto Nerla

I più colpiti sono i fratelli Alberto e Enzo Nerla di 66 e 67 anni. Alberto, carabiniere in congedo, racconta la storia del piccolo borgo che aveva superato indenne il sisma del ’97. Il tetto dell’abitazione principale ha resistito salvando loro la vita, il resto dei fabbricati è tutto macerie: “Secoli di lavoro dei nostri antenati distrutti in due minuti. Ci diamo forza pregando Dio. Ringrazio i carabinieri che hanno salvato mia madre che è invalida a letto, sono arrivati in pochi minuti per portarla via”.

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Uno degli edifici crollati in contrada Colle San Lorenzo

 

Enzo quella notte si era alzato per controllare proprio lo stato di salute della mamma: “Ho sentito un boato e la casa è scoppiata, con mio fratello al buio abbiamo sfondato una porta e siamo riusciti a uscire”.

 

Enzo Nerla

Enzo Nerla

 

Ines Ippoliti

Ines Ippoliti

A pochi centinaia di metri di distanza c’è l’abitazione della famiglia Paoletti, la casa è in piedi ma l’interno è un cumulo di detriti. Ines Ippoliti prova a raccontare quei momenti ma non ce la fa:  “Sentivo cadere i mattoni, la paura è stata tanta…”. Persone semplici delle nostre campagne che si affidano per avere aiuto, il marito Giuseppe ringrazia il sindaco: “Ci ha detto di non muoversi e non toccare niente, stiamo aspettando per sapere cosa fare”. Poi  si rivolge al cronista riconoscendolo come interlocutore delle istituzioni che dovrebbero arrivare.

Giuseppe Mancinelli

Giuseppe Mancinelli

“Le ricette per salvare il paese sono note – dice Mancinelli – a tutti i livelli di governo. Servono interventi importanti concentrati sulle nostre risorse che sono l’ambiente e il turismo”.  E ripete l’appello per un intervento urgente di messa in sicurezza della chiesa di Villa Pilotti: “Rischiamo di perdere un pezzo della nostra storia”. Una storia che racconta Gervasio Cecchetti del “Comitato Chiesa San Giuseppe”, lui ha le chiavi dell’edificio: “Qui si sono nato, sono stato battezzato e mi sono sposato. La situazione è grave, se cade restano isolati in circa duecento persone, soprattutto olandesi e di altre nazioni del Nord Europa che qui hanno stabilito una piccola comunità”.  Entriamo con prudenza all’interno, subito di fronte tra le panche la statua di una madonna rovesciata, l’altare spaccato in due, crepe evidenti dappertutto,  polvere e detriti a coprire anche oggetti sacri.  Immagini che si ripetono in questi giorni di ispezioni nei tanti luoghi di un territorio che chiede aiuto senza urlare: “Tocca stare contenti e tranquilli, ma non ce la si fa, a volte mi viene da piangere” dice Ines.

Gervasio Cecchetti indica i danni all'ìinterno della chiesa

Gervasio Cecchetti indica i danni all’ìinterno della chiesa

 

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Giuseppe Paoletti

Giuseppe Paoletti

 

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