Allarme tra gli appassionati di escursionismo e sport in montagna per le nuove norme di gestione del Parco dei Sibillini. A destare preoccupazione sono le misure di conservazione dei “Siti Natura 2000”, pubblicate in questi giorni sul sito dell’ente. Nel documento C “Misure di conservazione generali e regolamentari”, che riguardano le aree protette, all’articolo 4 si fissano limitazioni alle attività sportive e turistico ricreative. In un comma ad esempio si precisa che il campeggio fino a 48 ore, per attività didattiche, è consentito soltanto nelle zone individuate dal Parco, mentre all’interno della zona A (sito naturale a conservazione integrale), che comprende una vasta area contigua alle cime più alte del Parco, oltre i 1800 metri, sarà vietato campeggiare in forma itinerante e fissa. Stop anche anche al sorvolo di veicoli non a motore, come deltaplani, alianti, parapendio, ma anche droni e modellini aerei telecomandati.
Su tutto il Parco è da sempre vietato il sorvolo dei veicoli a motore. Dal 2018, nella zona A sarà vietato anche il pascolo degli animali, fatte salve alcune eccezioni o quanto previsto dagli usi civici. I ciclisti invece potrebbero transitare solo lungo le strade larghe almeno due metri, impedendo di fatto le escursioni per gli appassionati, lungo sentieri ed altre vie. L’articolo 4 comma 6 prevede infatti che “l’accesso e la circolazione con biciclette o qualsiasi altro mezzo con ruote non a motore è consentito esclusivamente nelle zone B, C e D del piano per il parco lungo le strade, le piste e i sentieri esistenti e, in zona A, esclusivamente lungo le strade con carreggiata di ampiezza uguale o superiore a 2 metri. La circolazione di mezzi di trasporto con motore elettrico o a pedalata assistita è consentito in tutto il territorio del parco esclusivamente lungo le suddette strade”. Chi non rispetta il divieto, rischia una multa da 100 a mille euro. Di fatto il transito in mountain bike è vietato lungo i sentieri.
Tra i bikers qualcuno propone di lanciare una raccolta di firme contro il provvedimento, altri chiedono di staccarsi dal Parco dei Sibillini. Intanto l’intenzione è di presentare delle osservazioni, secondo i modi di legge, dal 24 aprile al 24 maggio, prima che tutto sia inviato alla giunta regionale per l’approvazione definitiva. «Non vorremmo che il probabile divieto all’accesso e transito delle mtb nella zona A del Parco dei Sibillini nasca da ignoranza e pregiudizio – scrivono i bikers del gruppo Sibillini Mtb – Speriamo che sia stata fatta un’attenta analisi sui problemi che possono arrecare i bikers in quei contesti e se così è, sarebbe gradito venirne a conoscenza. Di certo non ne dovrebbero avere i camosci, già tutelati nella zona del Monte Bove da due ordinanze, una di carattere generale ad opera del Parco, un’altra specifica per le mtb ad opera del sindaco di Ussita nemmeno, crediamo, il suolo: l’erosione dei sentieri (zone erose per definizione) è nettamente inferiore per le biciclette». Tra i bikers qualcuno propone di lanciare una raccolta di firme contro il provvedimento, altri chiedono di staccarsi dal Parco dei Sibillini.
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Non vorremmo che il probabile divieto all’accesso e transito delle MTB nella zona A del Parco dei Sibillini nasca da ignoranza e pregiudizio. Speriamo che sia stata fatta un’attenta analisi sui problemi che possono arrecare i bikers in quei contesti e se così è, sarebbe gradito venirne a conoscenza.
il parco dei ridicoli….a piedi no, in arrampicata na, in bici no…questo no quello no tutto no… ci sono più divieti che visitatori!! BRAVI complimenti!!!
no e’ solo l’ennesimo miope tentativo di intendere la conservazione del parco come non fruibilita’ dello stesso.Sentire le opinioni in merito degli abitanti che risiedono all’interno del parco stesso!!1 NOn si asfaltano le strade che sono disastrate ma esistono solo per dissuadere possibili fruitori del weekend!!! e questo mi e’ stato detto da due pezzi abbastanza grossi della forestale!!!
Questo è l’ennesimo esempio di come certe decisioni siano prese in maniera sconfusionata e irrazionale che, in determinati casi, potrebbe anche creare situazioni di pericolo per gli escursionisti. Ad esempio è stato vietato il pascolo (come se pecore e mucche fossero elementi estranei all’habitat dei Sibillini) sui pendii sovrastanti il rifugio Città di Amandola (loc. Campolungo), questo divieto sta favorendo la crescita del manto erboso, così all’arrivo della stagione invernale e delle nevicate, è notevolmente aumentato il cosiddetto “effetto cuscinetto”, ossia l’erba alta impedisce al manto nevoso di venire a contatto con il terreno creando anche delle sacche d’aria che innalzano in maniera esponenziale il rischio di distaccamenti delle masse nevose creando delle valanghe. Per carità non voglio dire che all’interno di un parco non debbano sussistere divieti e limitazioni, ma gli stessi non possono essere fatti in maniera generalizzata vietando tout-court il passaggio delle bici sopra i 1.800 metri o consentendone il passaggio solo su strade larghe almeno 2 metri (anche perchè se ipoteticamente avessimo un sentiero largo 2 metri ne sarebbe comunque precluso il transito per via della definizione giuridica di “strada”). Tale divieto credo che sia unico a livello nazionale, es. nel Parco delle Tre Cime che, oltre a rientrare nella rete Europea Natura 2000 è anche dichiarato patrimonio dell’Unesco, vi sono sì dei divieti di transito alle biciclette (art. 7 della normativa), ma non a carattere generallizato, hanno identificato diversi sentieri sui quali hanno vietato il transito. Infatti ci sono percorsi transitabili che arrivano tranqullamente oltre i 2.000 metri di altitudine e non credo che siano delle strade larghe 2 metri, io per lo meno non ho viste. Poi ci sarebbero anche altri elementi che l’ente parco dovrebbe spiegare, altrimenti rischia di fare la figura di colui che “predica bene ma razzola male”, ad esmpio per quale motivo autorizza e/o da pareri favorevoli per l’istallazione di impianti eolici (tanto per intenderci quelli che hanno torri alte oltre 100 metri) e centrali a biomasse all’interno del perimetro del parco? Addirittura in alcuni casi anche co-finanziandoli? Visti gli ingenti impatti ambientali (i primi di natura paesaggistica e i secondi a causa delle notevoli emissioni in atmosfera di sostanze inquinanti dovute alla combustione delle biomasse) perchè non si sono mai opposti?
Questo è l’ennesimo esempio di “non competenza e non conoscenza” di chi gestisce il Parco. Personalmente sono stato e sono CONTRARIO al Parco e alla sua gestione !!!