A pochi giorni dalla relazione alla Camera sull’amministrazione della Giustizia del ministro Andrea Orlando in cui si elencavano i numeri sulla capienza delle carceri, tema su cui l’Italia è stata messa sotto accusa dall’Unione europea la visita odierna al carcere di Camerino, della vicepresidente dell’assemblea legislativa delle Marche Marzia Malaigia, con un delegazione di consiglieri regionali del territorio, Angelo Sciapichetti, Elena Leonardi, Sandro Bisonni e l’ombudsman Andrea Nobili, dà un quadro meno confortante di quello del ministro. Per quanto riguarda Camerino i dati forniti dopo la visita indicano una capienza di 41 posti con presenti 51 detenuti (6 donne) e 32 agenti di polizia penitenziaria su 46 previsti. Quelli ufficiali sul sito della casa circondariale (aggiornati allo scorso giugno) si discostano leggermente con 38 posti e un affollamento di 55 detenuti, un educatore e sette amministrativi. La struttura contiene 10 stanze, una sala colloqui e un locale di culto. I dati nazionali elencati dal ministro sono i seguenti: “I detenuti, al 31 dicembre 2015, sono 52.164; la capienza è di 49.574 posti, i parametri della Cedu nel rapporto capienza/presenza sono rispettati in tutti gli istituti di pena del territorio nazionale. Nessun detenuto è sistemato in uno spazio inferiore ai 3 metri quadri previsto dalle raccomandazioni europee”. ha spiegato il Guardasigilli, aggiungendo come, tuttavia, “l’Italia rimane uno dei Paesi a più alto tasso di recidività in Europa. Il che significa che non è conseguita, in troppi casi, la finalità rieducativa della pena. Sono assolutamente convinto – ha affermato – che in questo caso non soffriamo in particolare di previsioni normative inadeguate o insufficienti. Soffriamo di una disattenzione o di una colpevole distrazione generale”.
LA VISITA DI OGGI – Angelo Sciapichetti, Elena Leonardi, Andrea Nobili, Sandro Bisonni e Marzia Malaigia
“In tutte le visite effettuate fino ad oggi – sottolinea Andrea Nobili – è stata registrata una significativa attenzione da parte dei consiglieri regionali rivolta ad approfondire la conoscenza delle diverse realtà, prendere atto delle criticità, dove sono presenti, e porre in essere le misure più adeguate per risolverle. Prova ne sia la mozione recentemente approvata in Consiglio, presentata dal presidente Mastrovincenzo e che, anche attraverso gli emendamenti proposti da altri consiglieri, affronta un ampio ventaglio di problemi da sottoporre all’attenzione del Ministero”.
Nel report dell’ottobre scorso, predisposto dall’Ombudsman, veniva evidenziata la presenza di barriere architettoniche e la mancanza di locali per le visite dei bambini e dell’ufficio per i colloqui domenicali. Il consigliere Elena Leonardi focalizza l’attenzione sulla situazione della polizia penitenziaria e degli operatori della sicurezza. “Il mio emendamento alla mozione Mastrovincenzo, sottoscritto da tutte le opposizioni – sottolinea – intende sostenere il miglioramento delle condizioni di vita e di servizio di queste importanti figure. I continui tagli alla spesa per i corpi di polizia, hanno creato diverse difficoltà, come la mancanza di alloggi per chi viene da fuori sede: lo Stato non sostiene più gli affitti per gli agenti di polizia penitenziaria. Con una popolazione carceraria in crescita occorre supportare concretamente gli stessi agenti in servizio”. Da ultimo, la Leonardi ribadisce che provvedimenti come l’amnistia e l’indulto non possono essere considerati una soluzione ai problemi delle carceri italiane.
Marzia Malaigia all’uscita dal vecchio edificio nel centro storico di Camerino riconvertito negli anni ’40 da un convento definisce la struttura inadatta a condizioni dignitose di vita al suo interno. Un quadro della situazione allarmante quello descritto dalla consigliera leghista: “Non posso nascondere l’angoscia provata nel momento in cui sono entrata”. La vicepresidente denuncia: “Spazi angusti, dove mancano molti dispositivi di sicurezza e prevenzione e dove si registrano carenti condizioni igienico-strutturali, con un’offerta limitata di attività trattamentali e ricreative, anche per mancanza di spazi per queste attività. L’arredamento delle celle è vecchio e malconcio, gli spazi comuni inadeguati e non strutturati. La sezione femminile presenta condizioni di poco più dignitose, ma probabilmente dovute al minor affollamento e a qualche accorgimento di gestione proprio delle detenute. Il personale sanitario impiegato è insufficiente e le emergenze sanitarie che si registrano non riescono a trovare adeguate risposte nella offerta sanitaria del carcere: assistenza che copre 12 ore al giorno con un ambulatorio medico in cui mancano strumenti diagnostici affidabili. La situazione è poco sostenibile anche per il personale per la condizione cui sono costretti gli operatori e la polizia penitenziaria. Svolgono il loro lavoro in uffici poco salubri e stando attenti a centellinare addirittura materiale di facile consumo, per mancanza di risorse economiche. L’organico, sottodimensionato di almeno dieci unità, si trova frequentemente a fronteggiare anche situazioni di emergenza, dovute ai malori (specie nelle ore notturne scoperte), per le quali garantire una scorta al 118, comporta inevitabilmente che alcune aree rimangano sguarnite. Grazie alla disponibilità degli agenti, questo viene ovviato da repentini rientri in servizio”.
Marzia Malaigia da insegnante di professione fa un parallelo tra la precaria situazione della casa circondariale e quella di tanti edifici scolastici in cui ha prestato servizio: “Si evidenzia un’identica carenza a livello strutturale e sussidi obsoleti, quando non del tutto mancanti”. Al termine della visita la vicepresidente ha avanzato proposte progettuali di collaborazione con la Regione, e anche con privati e scuole, verso cui tutti si sono dimostrati interessati. “Mi auguro dunque che, quanto prima, – conclude Malaigia- questa manifestazione d’intenti possa concretizzarsi e che anche le persone giustamente private della loro libertà personale per gravi reati possano godere di un’occasione di riscatto personale in un percorso di riabilitazione che il carcere dovrebbe offrire”. A raccontare delle condizioni di detenzione nella struttura di Camerino anche un ex detenuto. «Eravamo 13 persone in 19 metri quadri», ha detto l’uomo al telefono durante lo speciale di Radio Radicale dedicato alle carceri, andato in onda ieri sera.
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ricordate alla signora che il carcere non è un resort! ormai neanche le abitazioni di molti italiani sono dignitose però nessuno se ne occupa
Istituti di PENA non sono CENTRI BENESSERE.. vengono dentro si curano gratis si riposano e rivanno liberi a riprendere da dove avevano interrotto..
Se il carcere tende a riscattare i condannati perché i giudici spesso sospendono la pena inflitta? Non è un’occasione perduta?
Papa Francesco: “Visitare un carcere significa prima di tutto dire a se stessi: se io non sono qui, carcerato, e’ per pura grazia di Dio. Se non siamo scivolati in questi sbagli, anche in questi reati o crimini, alcuni forti, e’ perche’ il Signore ci ha presi per mano.”.
Per Menghi. Vorrei mettere l’accento sul fatto che qui è stata approcciata la diatriba dottrinale tra grazia e libero arbitrio, diatriba di cui Calvino, parlando della salvezza esclusivamente mediante la grazia divina, è stato protagonista assoluto.
Un Bergoglio calvinista? Non credo, Iacobini. Sono frasi colloquiali che invitano a non avere atteggiamenti di ipocrisia morale e di superiorita’ di fronte ai detenuti, ricordando i peccati e i reati di cui siamo capaci. In altre occasioni di incontri con operatori della giustizia o detenuti ha pure detto, non cito alla lettera: per ciascuno di noi ci sarebbe un motivo per stare dentro…
Trattandosi d’un ex convento si contava d’essere confortati perlomeno sull’eccellenza del locale di culto.
Caro Menghi sul Papa le ricordo il mio pensiero già espresso su altre vicende,perchè non cerca di risolvere i problemi all’interno delle sue mura prima di intromettersi in quelli laici;secondo punto io non ho nessun motivo per stare in galera,il Pontefice e i suoi gregari si;la galera non è un campus o una spa,si entra per demerito e non certo per eccellenza;quando chiedete le condizioni ad un carcerato diteci anche il reato,spacciatore,ladro evasore,stupratore e vedrete che non ci farà tutta questa pena.Io credo che molti politici portino avanti questo pietismo carcerario perchè sanno che il loro vero scranno sta dentro un penitenziario.Spendiamo i soldi per edilizia e scula pubblica,le carceri possono attendere,grazie.
Per Poloni. Il giudice potrebbe anche proporre al condannato, se riconosciuto non pericoloso, di scegliere tra la restrizione vera e propria e il braccialetto elettronico. Dopodiché non dica che il braccialetto gli sta stretto o che le onde EM gli fanno male.
Manca il wi-fi ? L’abbonamento a Sky non è stato rinnovato ?
Per favore, non tiriamo in mezzo dio e il papa.
Cercate su internet “carceri rumene” (ad esempio) noterete che non dispongono neppure di riscaldamento.
« Il carcere è un penitenziario… non è un villaggio di vaganza… si deve scontare la sua pena perscritta… che gli aspetta… lo sapeva prima fare il reato… io ritengo come Lega… di non uscire prima della sua pena erogata, grazie »
(Eraldo Isidori il 28 novembre 2012)
@ Poloni / Se c’e’ una cosa di cui deve occuparsi un papa sono proprio gli ultimi della terra e tra di essi anche i carcerati, i tortutati e i vari perseguitati per causa della giustizia. D’altronde, basta leggere i vangeli, Mt 25: “Andate via da me, o maledetti, nel fuoco eterno, poiche’ ero in carcere e non veniste a trovarmi.”. Tornando a Bergoglio, mi pare che delle cose interne alle mura vaticane se ne stia occupando eccome, anzi forse con una gestione troppo sbrigativa e accentratrice. Sul fatto poi che intervenga troppo in certe materie opinabili e talvolta con affermazioni semplicistiche, concordo. Quanto al resto, penso anch’ io che non serva alcun pietismo giudiziario, e’ sufficiente rispettare i diritti umani, la costituzione repubblicana, le leggi e i regolamenti.
Per Menghi. Perché accomuni carcerati e torturati? I torturati sono delle vittime, i carcerati no, caso mai il contrario e anzi talvolta (se colpevoli di omicidio) sono proprio dei carnefici. A meno che i carcerati non li consideri vittime del ‘sistema’.
Se non ricordo male, si diceva già nel 1997 che quel carcere doveva chiudere perché non a norma dopo i terribili giorni del terremoto.
A distanza di 20 anni è ovvio che si parli di inadeguatezza della struttura.
Di farne una nuova invece niente, non ci sono i fondi, ci sentiremmo rispondere!……e allora continuiamo a far scontare le condanne fuori dalle carceri perché non abbiamo posto, aumentando il rischio di compiere reati e percezione(?) sempre più alta di insicurezza sociale.
Che poi Camerino mica avrebbe bisogno d’una struttura carceraria dedicata, come pena funziona già abbastanza bene di per sé.
Per Di Lupidio. Ci sono anche le carceri norvegesi, non solo quelle rumene. Perché guardare solo quest’ultime?
Iacobini, naturalmente carcerati e torturati non sono la stessa cosa, sebbene anche il carcere quando ricorrano alcune condizioni e’ una forma di tortura, e sono d’accordo che i vittimismi in nome delle supposte colpe del “sistema”, in questo e in altri casi, dimenticano il valore della liberta’ e della responsabilita’ degli individui.
Gianni Menghi, non crede che il papa debba prima occuparsi di quello che ha in casa? Pedofilia, droga, traffico di denaro, corruzione…….. non basterebbe un ‘enciclopedia ad elencare tutti i crimini all’interno della chiesa!
@ Malizia / Quel che di specifico c’e’ nella chiesa rispetto al mondo in termini di “crimini” mi pare che il papa lo denunci e lo affronti, persino con un eccesso di retorica rigorista e di provvedimenti sommari. Per il resto descrivere la chiesa come dominata da “pedofilia, droga, traffico di denaro, corruzione…” mi pare una caricatura.
Menghi, il papa non affronta nulla e a nulla valgono le sue denunce se non agisce contro chi si è macchiato di crimini. L’unica cosa che ha saputo fare è il processo a due giornalisti rei di aver scoperchiato la pentola, mentre i preti pedofili vengono destinati ad altra sede o nascosti nei conventi, vogliamo poi parlare di cosa ha fatto nei confronti di bertone?
La caricatura, cro Menghi , la sta facendo lei con il suo non voler vedere a tutti i costi
Malizia, tra tante critiche che si possono rivolgere al papa, quella di non combattere la piaga della pedofilia nella chiesa con i relativi atteggiamenti di ipocrisia e copertura mi pare una delle meno fondate. In ogni caso, sul terreno specifico della quantita’ e della frequenza recenti e attuali del fenomeno dentro la chiesa, si continua a esagerare, dimenticando che i grandi numeri e il vero problema della pedofilia riguardano la famiglia. Sulla singolarita’ del processo a Nuzi e Fittipaldi concordo con lei. Quanto a Bertone, quella dell’attico paragonata alle altre di vario tipo che ha combinato e’ poca cosa ma molti di quelli che dentro la chiesa e nella politica italiana ora lo schifano un tempo non lontano lo cercavano e riverivano.