di Claudio Ricci
(video di Gabriele Censi, foto di Andrea Petinari )
I festeggiamenti per San Giuliano esplodono a Macerata con la tradizionale fiera attraverso le vie cittadine. Giovani e meno giovani, maceratesi doc o d’importazione si riversano in strada tra le urla dei venditori ambulanti per onorare l’antica tradizione del giro attraverso le bancarelle che da oggi pomeriggio fino a domani sera invadono il centro. Quale occasione migliore per carpire ai passanti – tra cui l’assessore Narciso Ricotta, una vigilessa e due stranieri che augurano ai maceratesi un “Enjoy San Giuliano” – le curiosità sulla tradizione che ruota intorno alla celebrazione del santo ospitaliere. Chi era San Giuliano? Cosa narra la sua leggenda? Perché si mangia la papera in questa occasione? Da dove nasce la tradizione del fischietto? Come è cambiata la festa negli anni? Sono le domande che CMtv ha rivolto con piglio scherzoso al pubblico (GUARDA IL VIDEO).
«Sono dispiaciuto perché oggi more 30mila papere», o ancora « San Giuliano era un porittu che ha ammazzato lu padre e la madre poi s’è pentitu tanto ed è diventatu santu», sono alcune delle risposte uscite dal cuore dei maceratesi. Non mancano aneddoti di vita vissuta sui ricordi del San Giuliano che fu, commenti alla torre dell’orologio che neanche il santo può salvare dal giudizio impietoso di qualcuno, spiegazioni più o meno improbabili sui fatti che portarono l’ospitaliere verso la santità.
Argomento principe rimane la preparazione della papera. Arrosto, in umido, o nel sugo per le tagliatelle l’uccello è per tradizione l’ingrediente principe della festa patronale. Non se la prendano gli animalisti o i vegani: contro la tradizione, soprattutto in cucina, si può ben poco. Leggenda vuole che fu proprio una papera, molto affezionata al santo dopo che questo le aveva salvato la vita, ad offrirsi in sacrificio con i suoi piccoli per sfamare una famiglia di poveri che era andata dall’ospitaliere per chiedere aiuto. La ricetta a base di papera sembra essere così pienamente legittimata dal sigillo della carità religiosa. Ma non svelata. Ognuno custodisce gelosamente quella che ha avuto in lascito dalla propria mamma o ancora dalla nonna. A Macerata in occasione della 4 giorni di festeggiamenti per il santo protettore della città la pro loco ha allestito un grande stand in piazza della Libertà per cucinare e servire, come ogni anno, pasti a più di 2000 persone.
Ma mentre venerdì e sabato sono trascorsi all’insegna dei menù di pesce e cinghiale, sono le giornate di oggi e domani quelle dedicate agli amanti della tradizione culinaria maceratese. Gnocchi o tagliatelle al sugo di papera, che per gli amanti dei secondi può essere gustata arrosto accompagnata da patate al forno o fritture miste sarà il menù base della festa arricchitto da altre succulente alternative per chi preferisce altro. «La ricetta che utilizziamo per cucinare la papera, sia per il sugo che per l’arrosto, è quella di Giancarlo Schiaffi titolare del Ghiottone di Macerata – dice il presidente della pro loco Virginio Micozzi – ma è segreta e non possiamo rivelarla». Gli oltre 30 volontari sono al lavoro nella cucina mobile allestita in piazza per preparare le oltre 600 porzioni previste per l’afflusso di quest’anno. Provenienza delle carni (acquistate da una ditta di allevamento e trattamento con sede in provincia) e il controllo delle norme di igiene e sicurezza sono garantite da controlli costanti ed attenti dell’Asur.
«Abbiamo impostato tutto sulla tradizione – così il vice presidente Roberto Abrardo – sia in cucina che nell’intrattenimento puntando sulla musica con una pista da ballo più grande rispetto allo scorso anno. Tutto questo per attrarre gente in centro». «Ogni sera portiamo più di 1000 persone in piazza – va avanti Micozzi – e spesso non si fermano a mangiare nel nostro stand ma preferiscono scegliere uno dei locali del centro. Per noi è motivo di soddisfazione, significa che la festa è riuscita e abbiamo contribuito al bene delle attività del centro storico». Insomma la papera è ancora lì al fianco di San Giuliano per rendere la festa patronale, una celebrazione autentica dell’ospitalità e della tradizione.
Ma c’è anche chi non se la sente di assecondare la tradizione fino in fondo, come il ristorante a specialità vegane Lord Bio in piazza della Libertà che propone il menù “Papera Felice”: una serie di portate che ricalcano i colori e i sapori della tradizione senza però nuocere ai pennuti. Capita così di assaggiare un buonissimo ragù che sa di papera, ma completamente a base vegetale. E così i tradimenti gastronomici sfidano la tradizione nel solco però dei sapori tipici della civiltà contadina. Se c’è una cosa che però mette tutti d’accordo è l’imperdibile spettacolo pirotecnico che come ogni anno segna la fine della festa. L’appuntamento sarà alle 23,30 DI domani con la testa all’insù lungo viale Leopardi. Dalla pro loco promettono uno spettacolo senza uguali che farà rimanere tutti a bocca aperta.
In basso la galleria fotografica:
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Bellissimo! 🙂 un colorito dipinto “impressionista” della macerata a “Sagniulià”