di Marco Ribechi
Ultimo giorno di scuola con l’incognita scrutini. Suonata l’ultima campanella, dalle 14 di oggi i vari istituti scolastici dovrebbero partire con le compilazioni che però faranno i conti con lo sciopero degli insegnanti. Gioia e festeggiamenti dunque quest’anno hanno un sapore amaro soprattutto per i docenti. E il 10 giugno potrebbe segnare uno spartiacque nella storia della pubblica istruzione dando l’addio al vecchio sistema, che tutti hanno conosciuto, per sostituirlo con quella che il governo Renzi ha chiamato “La buona scuola”. Quelle che si prospetta nelle prossime ore e nei prossimi giorni saranno ore di fuoco, di proteste, consumate nella minaccia del blocco degli scrutini a cui tantissimi insegnanti stanno aderendo anche a Macerata, sostenuti dall’accordo congiunto dei sindacati per opporsi alla riforma Renzi. «Era dal 1990 che non veniva attuato il blocco degli scrutini – spiega Antonio Renga segretario provinciale della Cgil – Stiamo ricevendo centinaia di telefonate, alcune addirittura da fuori regione: sono gli stessi insegnanti che ci chiedono come aderire perchè è la prima volta che si trovano ad affrontare una situazione del genere. Dai dati parziali che disponiamo le scuole superiori avranno un’adesione più alta rispetto ai comprensivi, ma fino alla chiusura delle lezioni non possiamo sapere la vera portata delle adesioni».
Ogni istituto ha infatti l’autonomia di calendarizzare gli scrutini, questo vuol dire che non tutte le scuole opereranno, e di conseguenza sciopereranno, allo stesso tempo. In alcuni plessi si sta valutando di prorogare gli scrutini a dopo gli scritti delle prove di maturità perché l’adesione degli insegnanti allo sciopero sarà alta.
«Stiamo spiegando ai docenti come comportarsi – continua Antonio Renga – La protesta è prevista per le prime due giornate e per la prima ora di ogni scrutinio, ciò significa che per ogni classe scrutinata si potrà posticipare di un’ora e quindi nella stessa giornata potranno essere diversi gli intervalli di sospensione. Questo anche perchè basta lo sciopero di un solo docente per bloccare tutto lo scrutinio, quindi, ai fini retributivi, consigliamo anche di non sovrapporsi ma al contrario di organizzarsi per evitare che due insegnanti dello stesso scrutinio scioperino contemporaneamente». Dello stesso avviso anche Giovanni Bonvecchi, segretario Snals provinciale: «E’ una protesta un pò particolare, negli anni ’70 era più semplice perchè si faceva il blocco totale e quindi non c’erano molte alternative. Stiamo ricevendo moltissime adesioni, la consapevolezza del pericolo di questa riforma è forte. Non ci saranno ritardi per i ragazzi degli ultimi anni che dovranno sostenere gli esami poichè queste classi sono già state scrutinate. Per le altre invece dipenderà anche dai dirigenti scolastici che per questo sciopero hanno uno spazio decisionale. Alcuni potrebbero decidere di prolungare, anche fino a notte, gli scrutini, altri invece potrebbero proporre di far slittare le ore perse quindi esiste la possibilità che vengano fatti sabato e domenica. Dipende molto dall’adesione allo sciopero e dalle decisioni dei presidi».
Diversi sono i temi per cui i docenti hanno protestato negli ultimi mesi, ad aprile i lumini a simboleggiare l’agonia della scuola (leggi l’articolo), a maggio i bavagli per la mancanza di dialogo (leggi l’articolo), a giugno la fiaccolata per “La cultura in piazza” (leggi l’articolo): «Siamo tutti molto contrari a questa riforma con cui la politica vuole mettere le mani sulla scuola per controllarla – continua Giovanni Bonvecchi – Ci sono cose inaccettabili che sono veramente assurde per un governo di sinistra. Possiamo accettare anche la valutazione dei docenti, già negli anni ’70 esisteva una valutazione fatta con le qualifiche ma non può essere delegata a studenti e genitori, serve personale specializzato. Ma l’aspetto più scottante è la chiamata dei dirigenti scolastici con cui scelgono il personale da assumere nonostante i concorsi nazionali. E’ una situazione che tende al grottesco, già sembra che il governo stia assumendo delle posizioni più moderate, noi ci aspettiamo un retrofront e un confronto costruttivo».
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Qualsiasi riforma o legge o quello che cacchio vi pare, deve avere come obiettivo primario lo studente. I sindacati, gli insegnanti e chi piu ne ha piu ne metta, considerano la scuola strumentale a loro stessi.
Dove erano i sindacati e gli insegnanti quando Berlusconi, Tremonti, Gelmini hanno quasi ucciso la scuola pubblica?
Ce ne fosse UNO che si degna di dare una risposta.
Scusate: … che si degni….
senno’ l’esaltata mi rimprovera.
Salve Sig. Italo,
assieme all’80% dei colleghi anche all’epoca della “riforma” Gelmini-Tremonti (2008/09 e atti successivi) cercavamo di far capire – con la poca voce che avevamo (lo sciopero è un mezzo che nella scuola funziona poco) – i pericoli e le storture di quel testo, scritto prima inserendo le cifre dei tagli e, in seconda battuta, inserendo le modifiche necessarie per ottenere tali risparmi.
Abbiamo così ereditato le famose classi-pollaio (da 33 alunni, come anche quest’anno abbiamo qui nei licei di Civitanova dove insegno), la perdita del “modulo” nelle scuole primarie (che altrove ci invidiavano) e l’introduzione del maestro unico/prevalente, laboratori senza personale tecnico, ecc., ecc.
Il fatto è che viene dato molto risalto al “polverone” sollevato dai sindacati (cui va dato il merito di essersi uniti nel combattere i punti più discussi del DDL #labuonascuola) e molto, molto meno alle forme civili di protesta della gran parte di noi insegnanti (molti dei quali, me compreso, senza alcuna tessera sindacale né politica in tasca) che passiamo 6 ore al giorno con i ragazzi.
Ne va, ieri come oggi, del futuro dei nostri figli, della Cultura e del nostro Paese. Abbiamo bisogno delle famiglie e di tutti i cittadini: c’è molto da modificare nella scuola pubblica, ci sono problemi da risolvere e colleghi da redarguire. Ma non si può far finta, come è stato fatto in passato e come si sta facendo ora, di dare la voce agli insegnanti, ai tecnici e agli studenti, per poi decidere tutt’altra strada (tecnica e normativa).
Grazie!
Ma così, fate uno sciopero più assurdo del DDL denominato ” la buona sQuola “. Ma fate un bel blocco, non solo per cancellare completamente la legge che come tutte quelle che fa Renzi con il suo Governo scadente composto da figure a dir poco dozzinali, sono ripugnanti. Passi la Boschi ma per motivi che esulano completamente dall’arte di governare, sono un ammasso di informi menti molto simili a quelle che bazzicavano le forze Governative capeggiate da Monti e dalla Fornero. Le mostruosità partorite dalle loro disintegrate intelligenze ancora aleggiano nel mondo agghiacciante di Dylan Dog il famoso indagatore dell’incubo. Magari il blocco continuatelo finché non si blocca Renzi pronto per la rottamazione da Spartaco, il Re del Ricambio.
che significa lo sciopero nella scuola funziona poco? diciamoci la verita’: Renzi e’ l’unico negli ultimi 15 anni che sta cercando di cambiare qualcosa, mettendoci risorse e forse anche sbagliando, ma provandoci; gli altri hanno solo sforbiciato con disprezzo e i sindacati i prof e i dirigenti se ne sono strafregati. Adesso nasce un diavolerio dovuto a che? me lo spieghi pesando le cose con concretezza e non con frasi demagogiche.. Preciso che mia moglie insegna da 40 anni percio’ conosco il mondo dove ognuno si fa i cavoli propri scansando scocciature e problematiche varie, sempre col benestare del sindacato.
Salve Italo,
non è così facile confrontarsi su di un tema così importante come la scuola scrivendo quattro righe davanti ad un pc.
Ad ogni modo, ci provo e mi scusi in anticipo se mi troverà scontato o banale, di certo non demagogico (non lo sono mai stato e non è nella mia forma mentis).
Ora, sappiamo tutti che uno sciopero funziona quando i lavoratori riescono a far sentire la propria voce e a manifestare il dissenso in modo che anche chi non conosce la loro situazione (e le problematiche sollevate con lo sciopero) ne possa essere messo al corrente. Ci sono scioperi che bloccano l’Italia e creano disagi enormi, tanto che cronache locali e nazionali, Tg e talk-show ne parlano per giorni: i principali motivi dello sciopero, alla fine, li conoscono anche i muri, e questo serve per far orientare meglio (il consenso popolare smuove anche …le montagne) il governo o il padrone di turno, se ha un minimo di sale in zucca e se tiene veramente ai suoi lavoratori.
Ce ne sono altri di scioperi che, invece, passano nell’ombra e anzi… le uniche e rare voci che si sentono sono quelle di chi mette in circolo luoghi comuni e leggende metropolitane (era successo, sempre nella scuola, quando si parò della variazione del numero di ore “da contratto”): per gli insegnanti è usuale sentirsi rinfacciare di tutto (siamo una categoria di privilegiati, abbiamo tre mesi di vacanza, non lavoriamo che per poche ore al mattino, ecc.). Ecco, il classico sciopero a scuola non crea disagio se non agli stessi insegnanti (che alla fine le cose le devono fare lo stesso) e alle famiglie non arriva nulla…
Che la scuola debba cambiare l’ho scritto nel mio commento, e ci sono ottime indicazioni anche nel DDL in discussione ora al Senato; così come sono d’accordo (ed è la maggioranza dei colleghi a dirlo) sul fatto che è bene che gli insegnanti siano valutati (ci sono dei “fannulloni” anche qui).
C’è modo e modo però per fare le cose: gli errori di Renzi & Giannini sono stati molti, prima con la “farsa” della consultazione on-line su delle linee guida opinabili, facendoci credere che avrebbe ascoltato insegnanti, tecnici e personale scolastico su temi fondamentali per la scuola e il benessere degli alunni.
Poi, invece, se ne sono altamente infischiati delle indicazioni provenienti “da basso” (basta vedere le proposte sostenute da migliaia di insegnanti e cadute nel nulla o completamente travisate), ed hanno continuato a fare a modo loro: è così che si fa una riforma di uno dei pilastri di un Paese civile?
E la “condivisione” del mondo della scuola – altro errore della premiata coppia che fino alla fine hanno continuato a sostenere, facendosi beffe di qualche “squadrista”… – si è vista lo scorso 5 maggio, quando una percentuale di gran lunga superiore (ma molto superiore!!!) ai docenti iscritti ai sindacati ha scioperato (perdendo la giornata lavorativa e ore preziose da dedicare al nostro inestimabile patrimonio, i ragazzi).
Peraltro, aggiungo che non c’è mai stata (almeno da che mi ricordi io, anche se sono ancora un “giovanotto” nel settore scolastico) una così alta adesione ad una simile iniziativa: per fortuna questo evento ha avuto, anche in concomitanza con i dissidi politici e con il tema all’ordine dell’agenda del Governo, una buona risonanza. Ma per il resto scioperare, a scuola, come ricordavo qualche riga pià sopra serve solo a perdere tempo perché non riusciamo a portare alla ribalta le proposte di modifica, insomma… non ci si fila nessuno.
Ci sono altre forme di protesta, ben più forti, che però incidono negativamente sul percorso culturale e didattico dei nostri ragazzi: il blocco delle gite, ad esempio.
Ad ogni modo, per chiudere: c’è molto da cambiare. Ma le riforme si fanno condividendo con il più ampio consenso possibile dei lavoratori gli obiettivi finali: si chiama democrazia, se non erro. L’altro “metodo”, spacciato per tutt’altra operazione, impone dall’alto testi pre-formati ai limiti di quanto tracciato dalla nostra tanto bistrattata Costituzione.
Un cordiale saluto
David ripeto un concetto poi la chiudo qui perche’ divento noioso. Mi da atto o no che la riforma Gelmini era mooooolto peggio di questa? se e’ d’accordo con me mi spieghi perche’ a suo tempo nessuno ha scioperato ed invece oggi tutti in piazza contro il demonio. Se invece ritiene la riforma Renzi peggiore di quella della Gelmini, be’ vuol dire che la scuola deve servire a tutti meno che agli studenti.
Cordialita’
Sig. Italo,
io e tanti miei colleghi, ora come allora, abbiamo scioperato e l’adesione (nella mia scuola come in Provincia) è stato altissimo, con tanto di manifestazione a Roma in viale Trastevere.
Anche all’epoca vi fu una “simbolica” unione delle principali sigle. Se l’esito è stato meno evidente è perché i mass-media non ne hanno dato il risalto.
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2008/10/scuola-sciopero-30-ottobre.shtml
http://www.repubblica.it/2008/10/sezioni/scuola_e_universita/servizi/scuola-2009-1/sciopero-deciso/sciopero-deciso.html
Poi ci furono altre iniziative, sempre abbastanza partecipate ma poco o mal “trasmesse” fuori dai cortili scolastici.
Non so come mai non rammenta quanto abbiamo fatto: si ricorda poi del “decreto Aprea” che vide la luce nel 2008, sempre sponsorizzato da Gelmini & co.?
http://www.letterefilosofia.it/2012/11/proposta-di-legge-aprea-contenuto-e-conseguenze/
Ecco, anche in quel caso ci fu una certa mobilitazione e con le nostre piccole forze… qualcosa siamo riusciti a bloccare.
Se dovessimo fare una “classifica” delle riforme peggiori, quella del centrodestra certamente ha tolto molto alla scuola: è stata calibrata prima sui tagli di risorse e poi sul resto (come avevo scritto nel mio primo commento). Una “riforma” pessima, distruttiva. In quella voluta da questo Governo ci sono degli ottimi spunti (e anche questo l’avevo scritto, ma non so se l’aveva letto), ma è come mangiarsi una torta avvelenata con al centro un cuore di squisito cioccolato: alla fine si muore lo stesso, no?
Di certo non c’è fine al peggio e le deleghe in bianco previste nel”articolato finale del DDL targato Renzi & Giannini altro non sono che una riproposizione di vecchie proposte del centrodestra berlusconiano. E queste sì che porterebbero dei problemi ai nostri studenti).
Comunque, per fornirle un dato, tra oggi e domani nella “mia” scuola avremo il 90% degli scrutini bloccati (con rinvio in coda agli altri scrutini già programmati, quindi da venerdì, sabato e poi lunedì prossimo).
La saluto cordialmente
non prendiamoci in giro, all’epoca l’adesione allo sciopero fu ridicola.
Se oggi un’insegnante non fa un tubo ed e’ anche una TdC, sa quale’ e’ l’unica speranza per i ragazzi, per le famiglie e per i colleghi? che decida di cambiare scuola e chieda il trasferimento. Puntooooooooooooooooo Grazie a quei sindacati che non hanno mosso una paglia quando la Gelmini ha semiucciso la scuola (e’ la terza volta che glielo ripeto) ne’ quando la Fornero ci ha tolto 5/6 anni di vita. Poi un casino x l’art. 18 e per la riforma della scuola.
Ribadisco che mia moglie insegna da 40 ed io, da sempre, ho votato nell’ordine: Manifesto, PCI, DS, Margherita, PD.. ma questi difensori di paraculi e sfaticati proprio non li sopporto.
Sig. Italo,
termino qui la mia “conversazione” con lei visto la piega che le ha dato.
E siccome non sono solito prendere in giro nessuno, le allego le % di adesione dello sciopero unitario del 30 ottobre 2008: l’adesione media in Italia fu del 68% (con punte dell’80% in alcune province più “attive” nel mobilitarsi).
Fonte: dati Miur
http://www.flcgil.it/files/pdf/20081204/dati-adesione-sciopero-30-ottobre-2008-fonte-miur-4121891.pdf
Ora, se le sembrano ridicola questa percentuale (7 docenti su 10 hanno scioperato)… credo che debba prendere qualche ripetizione di matematica. Fa sempre bene, sa? A qualsiasi età.
Ad majora
PS: arrivare all’insulto è molto facile, mentre ragionare e confrontarsi su dati oggettivi – a quanto pare – rimane molto difficile).
Si tratto’ di UN GIORNO DI SCIOPERO e niente altro. Oggi stiamo parlando di un casino.
Sono due giorni che le ripeto e le confronto le due situazioni, lei continua a ciurlare nel manico.. Di argomenti ne possiamo tirar fuori entrambi all’infinito, ma la strumentalizzazione rimane.
Per quanto riguarda paraculi e sfaticati mi riferivo a dipendenti pubblici che hanno rubato, fatto assenze ingiustificate x mesi e mesi, eppure tutti al loro posto; sono frutto di cosa? me lo dica lei.
Senza alcuna vena polemica ma, visto che in passato è successo, vorrei capire il tipo di sciopero…
Gentilmente vorei capire: le trattenute sullo sciopero sono per l’intera giornata lavorativa o, come già accaduto in passato, se questo è uno sciopero a scacchiera si blocca ugualmente tutta l’atività, ma poi i singoli dipendenti pubblici hanno solo le trattenute per un’ora di sciopero?
Gent.mo Gianfranco,
nel caso del “blocco degli scrutini” se un docente sciopera per un solo consiglio di classe/scrutinio ha una trattenuta pari a 18 euro/ora (ogni scrutinio ha una durata di 1h30′).
Nel caso in cui vi sia unione d’intenti tra colleghi, nell’ambito di un’intera giornata di consigli di classe è possibile bloccare più scrutini organizzandosi in modo che ci sia solo un solo docente in sciopero per ogni classe.
@ David Fiacchini
Grazie mille per la sua risposta