Punto di partenza della fiaccolata I cancelli
Fiaccole alla mano, il popolo della scuola è sceso in piazza a Macerata per protestare contro il testo del disegno di legge di riforma votato dalla Camera. Si chiama “La cultura in piazza” l’iniziativa che si è svolta questa sera contemporaneamente nelle piazze d’Italia e che a Macerata ha visto la partecipazione di circa 150 persone che dai Cancelli sono arrivate fino in piazza della Libertà dove, armate di megafono, hanno urlato le loro richieste. Hanno partecipato anche il candidato sindaco Deborah Pantana, l’assessore Stefania Monteverde e Carla Messi del M5S.
Le segreterie di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals Confsal intanto hanno proclamato anche lo sciopero della prima ora di servizio per tutti gli scrutini in ciascuna delle prime due giornate di svolgimento delle operazioni, come già paventato nel corso di una precedente mobilitazione allo Sferisterio (leggi l’articolo)
I sindacati e il personale scolastico chiedono «Un piano di assunzioni che non può limitarsi soltanto a quanti sono inseriti nelle GAE, escludendo decine di migliaia di docenti e ATA oggi in servizio con contratto a tempo determinato, no al potere dei dirigenti di conferire incarichi ai docenti attraverso la chiamata diretta dagli albi territoriali, no alla valutazione dei docenti con criteri arbitrari e la costituzione di commissioni prive delle necessarie competenze, regolazione per contratto di tutte le materie che hanno ricadute su aspetti normativi e retributivi a del rapporto di lavoro e impegni precisi per il rinnovo del contratto nazionale».
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I sindacati meditano vendette contro la loro perdita di potere e credibilita’; gli insegnanti non vogliono essere giudicati nel loro lavoro a prescindere; tutti vorrebbero essere assunti pur sapendo che sara’ impossibile.
Considerando che i sindacati non hanno mosso una paglia quando la Moratti ha cominciato a menare ne quando la Gelmini l’ha quasi uccisa; visto che le casse statali non permettono tutto a tutti; tenendo conto che gli insegnanti non rinunceranno ad un giorno di ferie manco se li ammazzi: ritarderanno di un’ora l’inizio di ogni giorno di scrutini (che eroi) e tutto andra’ come il governo ha deciso (giustamente a mio parere).
Qualcuno mi spiega quale articolo della costituzione prevede che nella scuola (come del resto in tutta la pubblica amministrazione) ognuno puo’ fare quel che gli pare?
Negli ultimi 30 anni i sindacati hanno
provocato un sistema dove la gerarchia e la responsabilita’ sono di fatto scomparse.
Qualcuno non dovrebbe dimenticare che Forza Italia con anni di “w la scuola privata e fanculo la pubblica” ha portato questa istituzione in sala rianimazione. Sarebbe opportuno un minimo di pudore e girare alla larga da certi argomenti, senno’ la lista delle coglionerie diventa infinita.
In Italia nessuno vuole perdere i diritti acquisiti….i politici, gli statali, i dirigenti etc….Con questa crisi non guasterebbe una piccola riflessione sulle differenze tra un laureato che lavora in un’Azienda privata e un laureato che lavora in un’Azienda pubblica…..
Soldi alla scuola pubblica. La Costiuzione parla chiaro.