In cabina con il Papa
Tanti figli, conigli o eroi?

Tante le difficoltà che incontrano le famiglie numerose, spesso poco sostenute dalle istituzioni. I Bettucci: "Nessuna iniziativa di solidarietà". I Canesin: "Visti i costi dell'acqua, in certi periodi avremmo speso meno usando il vino". E pensare che anche i Leopardi erano in tanti

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La famiglia Bettucci al completo

La famiglia Bettucci al completo

Donatella Donati

Donatella Donati

di Donatella Donati

Non è piaciuta ai giornalisti l’accusa da parte degli uffici stampa del Vaticano di aver decontestualizzato la frase spontaneamente pronunciata da Papa Francesco, di ritorno dalle Filippine nella cabina dell’aereo ‘per essere buoni cattolici non è necessario fare figli come conigli’, sorprendendo tutte le famiglie che hanno visto nell’abbondanza dei figli la pienezza della loro vita matrimoniale. Monsignor Becciu si è affrettato a reinserire la frase nel contesto della procreazione responsabile e in questi giorni l’Avvenire ha dato la sua corretta interpretazione di quelle frasi pronunciate amichevolmente dopo l’esperienza di un viaggio in un territorio dove la grande abbondanza di nuovi nati determina problemi sociali e sanitari molto complessi. C’è stata comunque una censura indiretta contro chi ha registrato la conversazione sull’aereo e l’ha trasformata in un divertente aneddoto. In verità tutta la storia ha dato fastidio ai componenti delle famiglie numerose che proprio il giorno successivo all’episodio sono state festeggiate dal Papa a piazza San Pietro. Ne ho parlato con Giancarlo Bettucci, personalità nota e stimata nell’ambito ecclesiale e coordinatore regionale dell’Associazione delle famiglie numerose che è nata nel 2001 e riguarda le famiglie dai tre figli in su che sono 2700 nelle Marche e circa 700 nella nostra provincia. Attualmente con i numeri più alti, da 7 in poi, se ne contano quattro, una a Corridonia e tre a Macerata.

«Non è stato facile tirarli su bene – dice Giancarlo –  sia per i costi legati alla loro buona crescita, sia per l’attenzione continua ai bisogni diversi, alle età diverse, ai tempi difficili. Pochissimi e di scarso rilievo gli interventi delle istituzioni. Alcuni anni fa il sindaco Meschini, poco prima della scadenza del suo mandato, si decise a emettere la family card con un modesto numero di adesioni da parte degli esercizi commerciali per acquisti convenienti. L’amministrazione Carancini avrebbe dovuto ampliare il parterre delle offerte, ma non se n’è fatto nulla, nessuna iniziativa di solidarietà per le famiglie numerose». Bettucci mi ha mandato per pubblicarla la foto della sua famiglia con il breve avvertimento di farne un buon uso. Quale migliore di quello che con la loro festosa e allegra presentazione di sé fanno questi fantastici sette, con la madre e il padre tra loro, pari e simili. Quando incontro la famiglia Canesin, sei figli maschi e una femmina, già laureata,sposata ed essa stessa madre, li trovo alla fine di una travagliata e drammatica vicenda legata alla casa. Nel corso degli anni cinque traslochi per abbassare i costi sempre elevati dell’affitto. Alla fine uno sfratto esecutivo. Un vero amico offre in comodato d’uso un’abitazione rimasta vuota. Finalmente un sollievo, fine dell’incubo di essere buttati fuori, fine delle discussioni per anni avute con i condomini per gli inevitabili giochi dei sette bambini che ad ogni modo alle nove di sera erano tutti a letto. E il Comune? Abbassa il costo dell’acqua,ma sembra non rendersi conto di quanta ce ne vuole. «In certi periodi – dice Rita, la moglie di Alfredo  – avrei risparmiato usando il vino!» Alfredo si è trovato al colmo di una crisi economica con un lavoro, rappresentante di commercio, che funziona se ditte e aziende funzionano. E in più la latente critica che sentono intorno a sé di essere quasi colpevoli di aver messo al mondo tanti figli.

In passato, durante il regime fascista, la propaganda mussoliniana spingeva all’aumento dei figli e incentivava in modo molto consistente la nascita del settimo,dopo la quale tutte le tasse venivano tagliate, da quelle comunali a quelle statali, a quelle scolastiche e universitarie, un beneficio accolto non tanto per motivazioni religiose quanto economiche o addirittura patriottiche. Ancora più indietro nel tempo, nelle famiglie nobili era molto comune avere tanti figli e poiché mi piace concludere citando Leopardi, questo d’altra parte oggi va molto di moda, ricordo che anche la sua era una famiglia molto numerosa : la giovane Adelaide in quindici anni ebbe undici gravidanze, dalle quali sopravvissero fino alla giovinezza solo cinque figli, Giacomo,Paolina, Carlo, Luigi, Pierfrancesco. La iscriviamo idealmente all’Associazione marchigiana delle famiglie numerose.



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