Luconi “La minoranza paladina dell’equità
con gli scheletri nell’armadio”

TOLENTINO- Dura replica dell'assessore al bilancio alle critiche mosse dal capogruppo Pd Prugni in merito alla questione Tari. "Perché Prugni non dice sui quotidiani che già nel maggio 2012 aveva accumulato un debito nei confronti del Cosmari di circa 1milione 200mila euro che sono costati e costano alla collettività, oltre alla quota capitale, 60/70 mila euro annui d'interessi passivi?"

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L'assessore Silvia Luconi

L’assessore Silvia Luconi

di Marco Cencioni

“Una minoranza che non ha contenuti e che fa opposizione a prescindere: è quello che sta succedendo a Tolentino”. Questo il commento dell’assessore al bilancio e tributi Silvia Luconi alle critiche mosse dal capogruppo Pd Bruno Prugni (leggi l’articolo) e dagli esponenti del Movimento 5 stelle in merito al provvedimento, approvato nell’ultimo consiglio, riguardante la modifica delle scadenze per il pagamento della Tari. “Un Pd privo di argomenti che alla commissione bilancio della settimana scorsa ha deciso di strumentalizzare una frase tecnica e di usarla in consiglio comunale come “leit motiv” e come fonte d’ispirazione per poter scrivere un comunicato stampa e ricordare a Tolentino che, nonostante tutto, esiste ancora”, afferma l’assessore che sottolinea “Nella sostanza, perché questo è ciò che ci interessa, precisiamo quanto segue: i costi del servizio della nettezza urbana devono per legge essere coperti per intero con le relative entrate. Se dopo aver attuato tutte le procedure di riscossione possibili resta una quota di non riscosso, questa quota andrà a far parte dei costi dell’anno successivo. Negli ultimi anni l’amministrazione Pezzanesi ha messo in campo tutti gli strumenti per far pagare chi doveva”. Dopo aver evidenziato che “La minoranza che ci invita a punire i furbetti dovrebbe spiegare a noi cittadini perché quando era al governo della città non si è mai preoccupata di riscuotere almeno quello che era riscuotibile, invece di fare oggi la paladina dell’equità fiscale con gli scheletri dentro l’ armadio”, Luconi si domanda “Perché non dice che tra i circa 12 milioni di residui che ha lasciato, che rimangono un fardello pesantissimo per le casse comunali (che in consiglio comunale il Pd peraltro ha definito “impossibili da incassare”) c’erano per esempio anche 65mila euro dovuti dall’ Asur per gli anni dal 2009 al 2012 perché quelli degli anni precedenti sono caduti in prescrizione e che sono stati richiesti e incassati di recente soltanto dalla nostra amministrazione? Anche quelli non erano riscuotibili? Perché continuano con la demagogia populista di chi non ha argomenti seri parlando di aumenti a dismisura quando loro non hanno mai messo in campo nessuna procedura per il recupero coattivo se non quella affidata alla Duomo? Perché Prugni non dice sui quotidiani, sgravandosi la sua coscienza e quella del suo partito che già nel maggio 2012, mese e anno del nostro insediamento, aveva accumulato un debito nei confronti del Cosmari di circa 1milione 200mila euro che sono costati e costano alla collettività, oltre alla quota capitale, 60/70 mila euro annui d’interessi passivi?”. Inoltre, l’assessore tolentinate non risparmia una critica anche agli esponenti del Movimento 5 stelle dichiarando che “”Sua Maestà” il Sindaco (per usare un’espressione dei Grillini che si commenta da sola) insieme ai suoi collaboratori, per la prima volta, ha messo in pratica tutte le procedure per il recupero che la legge prevede. Sarebbe bene che anche i Grillini concordassero una linea univoca e precisa della loro posizione. Infatti, da una parte lamentano che il comune sarebbe troppo agguerrito nel perseguire chi non paga, dall’altra gridano allo scandalo se la quota che non si può riscuotere viene spalmata, come per legge, sui costi del servizio”. Infine, Silvia Luconi conclude con un affondo rivolto al Pd che non lascia spazio a fraintendimenti. “Ringraziamo il capogruppo Prugni ma anche in questo caso siamo arrivati prima delle sue sollecitazioni. Invece di perdere tempo con inutili comunicati avrebbe potuto verificare che i metri quadrati dichiarati per la sede del Partito Democratico fossero al di sotto di quanto realmente esistente, così da pagare una tassa rifiuti equa e non un forfait a discapito di quei cittadini che lui, insieme ai suoi, dice di voler salvaguardare. I controlli di cui sopra si sono mossi anche in questa direzione e forse anche ciò ha ispirato l’attacco del capogruppo di minoranza. Bisogna sempre togliersi la trave dal proprio occhio prima di cercare la pagliuzza nell’occhio altrui…”



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