«E’ stato avviato un procedimento per fare chiarezza, appurando in primo luogo come si sono svolti realmente i fatti. Tale procedimento è avviato ma non ancora concluso e sarà condotto nel pieno rispetto delle procedure previste dalle leggi, a garanzia dei diritti di tutti. Solo a conclusione sarà possibile trarre un giudizio fondato e definitivo». Così Giovanni Giri, il dirigente scolastico dell’Iis Mattei di Recanati commenta l’episodio di intolleranza denunciato da uno studente della scuola, un giovane di origine marocchina che sarebbe stato definito jihadista da una bidella, come anticipato da Cronache Maceratesi (leggi l’articolo).
Il preside, comunque, non esita a prendere le distanze dall’episodio di intolleranza non ancora accertato: «Sin d’ora – dichiara – facendomi interprete dei sentimenti di tutta la comunità scolastica, affermo che tali parole, se realmente pronunciate, sono estranee alla cultura del Mattei che è cultura di correttezza, serenità e integrazione, come dimostrano i tanti progetti volti alla promozione dell’educazione e della formazione degli studenti . Da noi c’è rispetto per qualsiasi religione, etnia e cultura.
Siamo sicuri che i lettori abbiano compreso che non bastano alcune frasi pronunciate da una persona, e sempre premesso che i fatti vanno accertati nel loro svolgimento, a denigrare l’opera quotidiana di tutta una comunità. Non va mai dimenticato che una persona è una persona, non una scuola».
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In un istituto scolastico italiano importante come il vostro, dedicato al nome di Enrico Mattei che fu un grande amico dei Paesi Arabi, fa molto male leggere sulla stampa questa triste incomprensione. Per onorare il suo nome e quello dell’Istituto E. Mattei di Recanati, sarebbe giusto vedere una stretta di mano. Chiunque lavora in una scuola in qualsiasi ruolo è sempre e comunque un educatore. A vostra disposizione Ivano Tacconi Macerata.
Va preso un provvedimento disciplinare nei confronti dell’ausiliaria non perché il ragazzo e’ marocchino ma come se l’offesa fosse stata fatta a qualsiasi alunno.
Voglio ricordare che fino alla fine degli anni 80 nelle scuole venivano descritti”contadini” quelli che venivano dalla campagna e tutto scorreva liscio come se niente fosse. Scusate lo sfogo.
Ma voi conoscete i ragazzi di oggi? Indipendentemente se sono italiani o stranieri, ciò che li accomuna è il fatto di essere maleducati e io penso che il ragazzo non abbiamo detto alla signora solo “bidella” e che una persona adulta (è umana) dopo una vita a sopportare la maleducazione dei ragazzi qualche parola di troppo esce anche a lei. Vorrei vedere anche voi ben pensanti se un ragazzino vi manda a quel paese per 10 volte al giorno come reagite…se 30-40 anni fa un insegnante dava 4 calci “in…….” ad un ragazzo che non studiava andava a casa e il genitore faceva uguale, oggi no! E sapete il risultato? Un branco di maleducati. Gli insegnanti sono umani e vanno rispettati e questa cosa nelle scuole italiane non avviene più ed si riflette anche sul mondo del lavoro. Il caso specifico non lo conosco e quindi non posso giudicarlo ma la mia esperienze mi dice che il rispetto per le persone adulte non c’è più e se non cambiano questo sistema cresceremo dei piccoli criminali. E basta poi con la storia del razzismo!
la parola bidella etimologicamente significa poliziotto, guardia… la parola jihadista, sebbene ancor più vaga, ha più o meno lo stesso significato… per carità di patria, per non sprofondare sempre più nel grottesco e nel ridicolo suggerirei di concludere questa indagine, che non sarebbe mai dovuta iniziare, con un non luogo a procedere o in alternativa far incontrare i due soggetti e permettere al marocchino di dare della jihadista alla bidella e alla bidella di dare del bidello al marocchino…