di Monia Orazi
Lacrime e preghiere alla veglia in memoria del piccolo Simone Forconi, organizzata nella chiesa don Orione di San Severino, gremita fino all’inverosimile da centinaia di persone. Presenti anche Enrico Forconi, papà del bambino, insieme ai nonni, la zia ed i parenti più stretti, il sindaco Cesare Martini, il preside Sandro Luciani, della Tacchi Venturi. “Dopo lo choc di questa notizia ed un Natale difficile da celebrare e tante parole usate a sproposito, è ora che si accenda solo la preghiera – ha detto il parroco- non soltanto per Simone, ma per tutti noi, senza esclusione, preferenza, pregiudizi e commenti. Signore aiutaci a vivere questo dolore, con il papà, la mamma, i nonni, i compagni, partecipi”. Il sacerdote ha poi lanciato un appello a preoccuparsi delle persone in tempo, per averne cura al momento giusto: “Il mistero, nella nostra città e comunità arriviamo sempre troppo tardi. Signore facci arrivare prima sulla vita, fissare un quadro. Stasera non vogliamo parlare di noi, ci sarà tempo di approfondire i ricordi, di farne tesoro. Simone non ha scartato i regali di Natale, il regalo siamo noi, dobbiamo scartarci prima che sia troppo tardi, scoprirci ed amarci”. Attorno all’altare si sono seduti i compagni del piccolo, insieme agli insegnanti, sull’altare i regali di Natale che il piccolo non ha fatto in tempo a scartare. “Simone ha assaporato troppo presto il dono della vita eterna, quando il male colpisce i bambini innocenti, il dramma diventa insostenibile – ha concluso Don Antonio Napolioni – non usiamo le parole per dire bugie o illusioni, ma per fare buoni propositi”.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati