di Alessandra Pierini
(foto di Guido Picchio)
Gian Mario Maulo rivive nell’aula consiliare di Macerata. Era entrato tante volte da sindaco, da presidente del Consiglio e da consigliere. Oggi, a poco più di una settimana dalla sua morte, sono stati i versi della sua ultima poesia “Albero di vita”, letti dall’amico poeta Guido Garufi a riportare lo spirito dell’ex sindaco nel cuore dell’amministrazione cittadina. In prima fila, alla cerimonia di commemorazione di questo pomeriggio la moglie Anna Rita, le figlie Sara e Ortensia e i familiari più stretti ai quali il Comune ha donato una targa.
La celebrazione si è aperta con il ricordo del sindaco Romano Carancini: «E’ venuta meno la presenza fisica di Gian Mario- ha detto – ma non lo spirito con cui ha dato identità al suo percorso». Il primo cittadino ha evidenziato la sua disponibilità, il suo innovativo modo di interpretare la politica: «Ha fatto diventare prioritario il rapporto con il cittadino. Non interessa – ha sottolineato – cosa non lo fece ricandidare, analizzare le cause di quanto è accaduto è solo strumentalizzazione politica. Con lui abbiamo assunto la consapevolezza che amministrare è trasmettere senso dell’appartenenza ad una comunità. Una visione, la sua, non sempre compresa, ma voluta e della quale oggi comprendiamo l’importanza. E’ riuscito a guardare oltre, è stato antesignano e anticipatore. Con lui erano i cittadini a costruire le scelte più che la politica». Il sindaco ha concluso sottolineando l’eredità civica di Maulo per la città: «Lascia alla città un patrimonio di valori umani. E’ stato un sindaco che ha contribuito ad arricchire e far crescere Macerata. Ha lasciato orme su una strada che non possiamo abbandonare ma dobbiamo continuare a costruire più lunga possibile».
Molto commosso il ricordo del presidente del Consiglio Romano Mari che, oltre ad essere stato amico di Maulo, come medico ha avuto con lui contatti ravvicinati negli ultimi mesi e anche a lui ogni sabato l’ex sindaco scriveva una poesia. «Si è distinto – ha detto Maulo – per lo spirito d’impegno ma anche per l’autoironia. Ricordo che quando diventò presidente del Consiglio era molto preoccupato per come far funzionare la consolle multitasti. Disse allora che la sua elezione sarebbe stato un sollievo per i consiglieri perchè non avrebbe più avuto tempo di scrivere le poesie che abitualmente diffondeva. In realtà continuò a farlo. Era un uomo etico con altissimo senso civico e delle istituzioni. Difendeva con forza e passione vera le questioni di fondo. Non era infallibile e non ha mai preteso di esserlo». Mari ha concluso commosso: «E’ in pace con la coscienza e con il mondo come hanno dimostrato i tanti che lo hanno voluto salutare».
Dopo la consegna della targa ricordo «all’integrità morale dell’uomo e del politico» e un minuto di silenzio, il consigliere Guido Garufi, anche lui poeta, ha annunciato la lettura dei versi della sua ultima poesia: «Per me è stato quasi un familiare – ha detto commosso – sono colpevole di averlo stimolato a pubblicare il primo libro. Gli presentai l’editore e decidemmo insieme anche il titolo. Le sue parole possano aleggiare tra noi».
Così gli ultimi versi di Gian Mario Maulo non solo hanno aleggiato ma hanno riempito il Consiglio, sollevando un applauso sincero, in un luogo in cui la verità lascia il passo alla dialettica e all’ipocrisia, in nome della politica.
Albero di vita
Non amo il vento in cima alla collina
e novembre gravido di nebbia nella tomba
né i crisantemi densi di paura
sbocciati ai vivi e subito recisi:
vorrei per manto di riposo un prato
e un albero di ulivo con le braccia
da orante e le radici immense;
non abito parole di bronzo
e loculi in cemento armato:
la mia casa è una lingua di fuoco
attinta al cero della pasqua
a primavera
quando la morte
non recide la vita ma la compie
***
Sull’esperienza del sindaco Maulo e di Città Solidale, interviene nuovamente, Renato Pasqualetti che, nei giorni scorsi, ha paragonato quella esperienza alla situazione attuale, scatenando una serie di reazioni e commenti su Cronache maceratesi (leggi l’articolo).
«Mi permetto alcune precisazioni – scrive – rispetto al mio articolo. La prima è che non avevo nessuna intenzione di fare un parallelo tra Gian Mario Maulo e Romano Carancini. Il primo ho concorso attivamente a candidarlo e a farlo eleggere, l’ho conosciuto direttamente nell’azione politica e amministrativa, l’ho apprezzato e con lui ho collaborato attivamente. Nessun rapporto di questo tipo ho avuto e ho con l’attuale sindaco di Macerata. Capisco che questo parallelo si poteva fraintendere nel mio articolo e, se ho dato l’impressione di voler strumentalizzare la figura di Maulo e addirittura il suo ricordo, me ne scuso pubblicamente.
La seconda è che è vero che il PDS (nella sua quasi totalità… e io certamente), dopo una faticosa trattativa, accettò la linea dei nuovi alleati, che chiedevano il cambio del Sindaco, mettendo al primo posto l’allargamento della maggioranza di Città Solidale. Nella valutazione che subito dopo e nel tempo ho fatto, lo ritengo ancora un grave errore politico, dal quale, per la parte che mi riguarda, non ho nessuna intenzione di sottrarmi.
In questo senso, quando facevo un parallelo tra il 1997 e la situazione attuale, non avevo e non ho nessuna intenzione di fare un endorsement all’attuale Sindaco, ma facevo un’osservazione sul come ritengo si debba costruire un’alleanza elettorale e l’eventuale allargamento di una precedente. Ritengo, cioè, che bisogna farlo mettendo come punto discriminante, per poter far parte dell’alleanza stessa, la rinuncia a qualsiasi pregiudiziale sugli eventuali candidati a Sindaco, incluso, ovviamente, quello in carica. Salvo questioni di onestà e di moralità. Tra l’altro questa discriminante oggi è favorita dalla possibilità di ricorrere alle primarie: se un candidato non va bene a una forza politica che vuole far parte di una coalizione, ne proponga uno proprio, senza porre veti e pregiudiziali ed accettando di sostenere lealmente chi dovesse prevalere alle primarie. Credo sia legittimo fare questa riflessione, che viene anche dall’esperienza del passato, come la destra potrebbe valutare un errore politico quello che ha compiuto nel 1999, sfiduciando il Sindaco in carica Anna Menghi. Ci mancherebbe altro che giudicassi un endorsement per Anna Menghi un ragionamento di questo tipo fatto, che so io?, da un uomo di destra come Giuseppe Bommarito.
Ultima precisazione. Non mi sono mai sognato (la signora Pantana che ne parla era, beata lei, una bambina e non ne può avere ricordo diretto…), di “volantinare” né negli anni ’70 né dopo, davanti allo Sferisterio contro la Stagione Lirica, cosa della quale, peraltro, non avrei nessuna vergogna, visto che in quegli anni di volantini ne ho diffusi una quantità industriale. E’ vero, invece, che con il mio Partito di allora (il PCI) si fece una lotta frontale per sostituire la logica di distribuire gli spettacoli prodotti altrove, con quella di produrli direttamente. La motivazione era ovvia ed era quella del favorire il lavoro locale nel progetto della Lirica. Quando si iniziò a scegliere questa “linea”, cambiò il nostro atteggiamento e il nostro Gruppo consiliare, che era in minoranza, per la prima volta si astenne in Consiglio comunale sul consuntivo della Lirica. Un atteggiamento nuovo, che fece scegliere a un ottimo giornalista locale il titolo: “Do di petto del PCI”, apprezzando la nostra scelta. Non nascondo che nel nostro partito di allora c’era anche una certa pregiudiziale “contro” la lirica, che comprendeva anche Giuseppe Bommarito che del PCI era il segretario, ma, come ricorda certamente chi seguì quella stagione, fui tra quelli che combatterono quegli atteggiamenti e non tra quelli che li sostenevano.
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Caro Renato,
mi fai tornare indietro con i ricordi a tanti anni fa, nella seconda metà degli anni settanta, quando fui segretario cittadino dell’allora PCI (che all’incirca contava quasi 4.000 iscritti solo nella città di Macerata), succedendo a Valeria Mancinelli, oggi Sindaco di Ancona. In segreteria, con me, c’eri tu, e c’erano Evio Hermas Ercoli e Pietro Marcolini.
Una stagione che non ho mai rinnegato, anche perché coincise con gli anni della mia gioventù e dei grandi entusiasmi, e di cui conservo ottima memoria, che si interruppe perché il nucleo dirigente del PCI provinciale decise di dare corso, facendo finta di non vederle, ad una serie di operazioni spregiudicate delle cooperative bianche e rosse, alle quali invece una parte consistente del PCI maceratese si oppose con forza. Insieme a me, uscì allora dal partito oltre un terzo degli iscritti, schifiti da quel modo ipocrita di fare politica di cui tu, che pure provenivi dall’estrema sinistra e fino ad allora avevi criticato il PCI anche su queste tematiche, divenisti invece un freddo e burocratico difensore.
Acqua passata, comunque. Sulla stagione lirica, per quello che ricordo, la nostra opposizione era sui costi eccessivi e fuori controllo. Una spesa che peraltro tu, in anni molto più recenti, quando hai svolto un ruolo politico in provincia e ti sei personalmente occupato dello Sferisterio, hai direttamente contribuito a far di molto lievitare, tanto da richiedere poi a Comune e Provincia di stipulare un ingente mutuo per ripianare la pesante esposizione debitoria che si era determinata.
Quanto alla mancata riconferma di Maulo – scusa se mi permetto – continui però a raccontare cose inesatte, visto che sin dall’inizio del suo mandato, come hanno ricordato anche alcuni suoi stretti congiunti, nell’allora PDS si manifestò una grave insoddisfazione politica e personale nei suoi confronti, che poi si saldò con quella dei partiti già alleati e di altri potenziali alleati e molto fece soffrire lo stesso Maulo.
Rispetto alla vicenda di Anna Menghi, io all’epoca non rivestivo alcun ruolo politico. In privato ho più volte detto ad Anna, persona che sul piano umano stimo assai, cosa pensavo e cosa penso di quella sua breve esperienza amministrativa.
Un’ultima cosa. Mi hai definito come un uomo di destra. In realtà, posso assicurarti che oggi come oggi, quando le ideologie sono tramontate e vedo intorno a me un’omogeneità di deprecabili comportamenti nel personale politico che detiene anche un minimo spicchio di potere, non mi sento né di destra né di sinistra, ma cerco di ragionare con la mia testa, in piena libertà, senza essere vincolato a schieramenti di alcun tipo. In altri termini, cerco, ovviamente facendo anche molti errori, di valutare i comportamenti politici e non le tessere di partito. E, come ben sai, ciò non mi impedisce di apprezzare sul piano personale diversi esponenti del centrosinistra.
Grande Pasqualetti, riesce in quelle imprese in cui nemmeno Munafò si capacita: instaurare tra Bommarito e il PD una corrispondenza di amorosi sensi!
All’Avv. Bommarito: torno a ringraziarLa di nuovo e mi scuso con tutti, qui, della mia amarezza per certo (per fortuna limitatissimo) trambusto mediatico a seguito alla scomparsa di mio cugino Gian Mario, persona da me amatissima e di cui sento dolorosamente la mancanza. Avvocato, io non La conosco personalmente e nulla sapevo di Lei fino a qui (non sono di Macerata, anche se ho lavorato lì dal 1990 al 2007). Ma torno a ringraziarLa personalmente di nuovo perché apprezzo ancora qui il suo sforzo di verità, quando dice all’indirizzo del prof. Pasqualetti: “Quanto alla mancata riconferma di Maulo – scusa se mi permetto – continui però a raccontare cose inesatte, visto che sin dall’inizio del suo mandato, come hanno ricordato anche alcuni suoi stretti congiunti, nell’allora PDS si manifestò una grave insoddisfazione politica e personale nei suoi confronti …….”. PS. Non sono portatore del pensiero della moglie e delle figlie di Gian Mario, con cui mai ho osato parlare è mai parlerò di questo argomento. Portatore del pensiero di altri parenti, come me, di Gian Mario (siamo tanti!) sì. Sicuramente e non da adesso.
Per Occhi Belli
Volendo essere precisi, Munafò, con supremo sprezzo del ridicolo, nei mesi scorsi mi ha accusato su questo giornale e su facebook di essere una specie di quinta colonna del centrosinistra maceratese. In quel momento, lo confesso, la sensazione di essere stato smascherato mi gettò nel terrore più nero, poi però ho deciso – come dice Renzi – di farmene una ragione.
E sono andato avanti, venendo nel frattempo accusato dal buon Carbonari di essere segretamente impegnato nella redazione del programma di Nicola Perfetti per le prossime primarie (in effetti posso confermare che siamo arrivati ad un buon punto: spero che Nicola non mi smentisca) e da altri esponenti del centrodestra di amenità simili (del tipo che avrei lavorato per imporre un mio candidato, politicamente debole, al fine di far vincere il centrosinistra), sino ad arrivare all’ultima terribile definizione di Renato Pasqualetti: uomo di destra, senza se e senza ma.
In verità, non ci capisco più niente nemmeno io, ma probabilmente la colpa di tanta confusione è solo mia.
@ Bommarito
In pratica l’hanno accusata della teoria dei 2 forni: centrosinistra o centrodestra per me pari sono….
Lo dica/ci dica chi saranno i candidati sindaci, da lei scelti… Ci dica/lo dica che ha già in tasca la lista degli assessori, sia che vincesse il cnetrosinistra che il centrodestra
😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀
@ Giuseppe Bommarito
“Preoccupati più della tua coscienza che della reputazione. Perché la tua coscienza è quello che tu sei, la tua reputazione è ciò che gli altri pensano di te. È quello che gli altri pensano di te è problema loro” (Charlie Chaplin)
E’ desiderio di parenti e nipoti di Gian Mario Maulo (sindaco di MC dal 1993 al 1997, recentemente defunto) che il nome del loro congiunto non venga più fatto strumentalmente e per fini elettorali. Sui media soprattutto. Un cordiale saluto.
Al sindaco di Macerata Carancini, al presidente del consiglio comunale Mari, all’assessore Monteverde, a tutto il Consiglio comunale: grazie di cuore per la commovente commemorazione di Gian Mario del 10 c.m.
a Guido Garufi: grazie collega per la tua commossa lettura di “albero di vita”. Un grande abbraccio.