di Claudio Ricci
Saranno 8449 gli studenti che da domani prenderanno posto tra i banchi delle scuole elementari, medie e superiori di Macerata. In crescita secondo i dati del provveditorato rispetto allo scorso anno (leggi l’articolo). Così come aumentano le iscrizioni di studenti stranieri nelle scuole d’infanzia, primarie e secondarie di primo grado. In base alle cifre fornite dal comune sono 544 gli alunni provenienti da famiglie di immigrati. Il primato va all’istituto comprensivo Enrico Fermi che ne accoglierà ben 250. «A Macerata c’è un’alta percentuale di classi con prevalenza di alunni stranieri – commenta il dirigente dell’istituto Fermi, Ermanno Bracalente – Il problema è che questi ragazzi non sono ben distribuiti nelle classi delle varie scuole e quindi si creano gruppi, o quasi esclusivamente italiani, o quasi esclusivamente stranieri». Un dato questo, che riguarda in particolare una delle classi dell’istituto, composta per la maggior parte da bambini provenienti da famiglie di immigrati. Alcuni genitori italiani avrebbero infatti revocato l’iscrizione dei propri figli dalla classe in questione proprio a ridosso dell’inizio dell’anno, riducendo così il numero degli alunni del gruppo e di fatto spostando sensibilmente l’auspicabile equilibrio numerico tra studenti italiani e stranieri. «Alcuni genitori italiani – continua Bracalente – pur di non rischiare che i propri figli entrino in una classe “troppo” mista decidono di portarli anche in una scuola dall’altra parte della città. Sempre più spesso succede che i presidi (come me in questo caso) si trovino a ridosso dell’inizio dell’anno scolastico a dover gestire situazioni spiacevoli in cui le classi prime mutano improvvisamente a causa del cambio di rotta dei genitori. In quel caso la classe sarà costituita necessariamente da una maggioranza proveniente da famiglie di immigrati. L’anomalia dall’altra parte si manifesta in classi dove non c’è neanche uno straniero. In entrambi i casi l’integrazione oggi sempre più necessaria si rivela impossibile».
Il dirigente Bracalente non scende nel dettaglio delle cifre ma lascia intuire che ormai i figli di immigrati sono componente sempre più consistente e imprescindibile per i registri scolastici e di conseguenza occorre educare – soprattutto i genitori in questo caso – ad orientarsi nella scelta dell’istituto in tempi utili, evitando il rischio di classi ghetto a esclusività italiana o straniera. «Per l’anno prossimo pensiamo già a corsi di orientamento per genitori ed alunni da avviare nelle fasi di iscrizione al fine di informare sulle possibilità di composizione delle classi e integrazione che il nostro istituto è in grado di gestire. Per quest’anno invece pensiamo di avviare il gemellaggio tra classi diverse del comprensivo Fermi. L’obiettivo è di favorire attraverso attività interclasse l’integrazione, laddove i gruppi sono a maggioranza italiana o straniera. Una scuola si può anche riorganizzare internamente e il nostro obiettivo è quello di fornire a questi bambini il migliore ambiente possibile per la crescita mentale e culturale. Ho l’impressioni che classi così composte raggiungano risultati di apprendimento migliori. Basti pensare che in esse non si verificano mai o quasi, casi di bambini con problemi linguistici». D’altronde il curriculum della Fermi parla chiaro, vantando primati regionali in termini di estensione e accoglienza interculturale e una scuola dell’infanzia già a prevalenza straniera. “Per l’anno entrante – continua Bracalente – abbiamo attivato il metodo Montessori, grazie ad un finanziamento regionale. Le attività saranno molteplici con lo scopo di formare il bambino attraverso l’assunzione di ruoli specifici che lo responsabilizzino e lo aiutino di volta in volta ad avere rispetto per ciò che l’altro è e rappresenta nel mondo. Sono convinto che grazie anche a questo esperimento le classe con prevalenza straniera potrà esprimere un’ottima potenzialità”.
***
In attesa del suono della prima campanella l’assessore Monteverde saluta gli studenti: «Le scuole debbono diventare la priorità di un’agenda politica – afferma l’assessore alla Scuola – . Il Comune di Macerata investe oltre 1 milione e mezzo nei servizi essenziali per garantire il diritto alla scuola di qualità e senza pesare sulle famiglie con la tariffe più basse della regione. Come insegnante conosco bene i bisogni della scuola e anche il suo grande valore. Auguro a tutti, il personale, gli studenti e le famiglie, di tutte le scuole, un anno scolastico ricco di conoscenze e di belle esperienze. Per quanto riguarda le mense, dove vengono somministrati cibi biologici e a km zero, per un totale di circa 1.600 pasti giornalieri, la quota annuale è sempre di 187 euro. Sono previste agevolazioni per le famiglie che hanno più figli che frequentano la scuola primaria o d’infanzia ed esoneri per gli alunni disabili o in condizioni disagiate. Nel 2013 – il dato di quest’anno non è ancora disponibile visto che la scadenza delle domande è fissata al 31 ottobre – gli esoneri sono stati 279. Sul fronte del trasporto scolastico, garantito a chi abita nelle zone non raggiunte dal servizio del trasporto pubblico, gli alunni che ne usufruiscono sono 189. Un’attenzione particolare, infine, è riservata alla sicurezza davanti alle scuole: 10 addetti alla vigilanza aiutano i bambini nell’attraversamento pedonale nei luoghi meno sicuri».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Bisognerebbe insegnare a questi genitori, che le classi miste sono una risorsa per la collettività. Gli alunni “stranieri” di seconda o terza generazione, possono meglio integrarsi e possono vivere meglio la nostra civiltà se amici dei bambini italiani, mentre i loro figli italiani, possono cominciare a conoscere altre mentalità e culture e crescere con un bagaglio più fornito, per afftontare il mondo. Non capisco come si possano pretendere queste divisioni dal momento che ci sono tanti stranieri (che si “riproducono” più di noi) e che, prima o poi (ed è molto peggio poi), entteranno in contatto con i nostri figli.
Per favorire l’integrazione il lavoro è ampio e investe tutti gli ambiti del sociale, non solo la Scuola. Si deve educare e essere educati al rispetto (reciproco) e per questo non c’è bisogno di fare riferimento alla Scuola Montessori, tutti possono fare tutto: dai genitori, ai ragazzi, ai negozianti alle istituzioni ricreative, ai politici locali e nazionali ognuno può e deve fare la sua parte.
Sarebbe interessante, invece, se di metodo Montessori si vuole parlare, aprire un dibattito poichè ci sarebbe molto, ma molto da dire…
“Il primo individuo che acquisì la capacità di parlare aveva bisogno di un altro individuo che a sua volta fosse in grado di parlare. L’abilità sarebbe inutile se non ci fosse nessun altro che la condivide”
GRANDE… la Oriana Fallaci, aveva previsto tutto.
Bisogna raccontare come stanno davvero le cose, forse il Preside faceva meglio a restare in silenzio e a ringraziare le famiglie che non si sono rivolte all’Ufficio scolastico.
Le classi ghetto o meglio, la classe ghetto, l’ha creata proprio lui, mettendo 15 bambini stranieri con soli 5 italiani, altro che classe mista ! Nelle altre prime classi di scuola primaria dell’Istituto il numero degli stranieri è davvero molto basso, pertanto il preside poteva creare delle classi più omogenee gestendo meglio la situazione a favore di una vera integrazione e non di una ghettizzazione, in questo caso nei confronti degli italiani. Sappiamo tutti che ormai la società è cambiata e dobbiamo relazionarci con tutti i tipi di culture, o forse questa classe è stata appositamente creata per attirare l’attenzione dei giornali e pubblicizzare il Preside e la scuola…?
Mi son trovato, personalmente, ad affrontare un problema simile a quello descritto nell’articolo. La presenza dei ragazzi stranieri aveva raggiunto la percentuale del 30% e tra i genitori italiani serpeggiava l’idea che il fenomeno avrebbe potuto essere di intralcio alla formazione dei propri figli. Non essendoci altre scuole dello stesso livello nella scuola, il problema non si poteva risolvere con la falsa idea di un possibile trasferimento. Nell’incontro con i genitori si è cercato di far capire che la presenza di bambini stranieri poteva rappresentare una risorsa per tutti e quindi si è proposto al Consiglio di Istituto di formare le classi tenendo conto del livello di partenza degli allievi, del sesso e della nazionalità, procendendo ad una vera e propria estrazione a sorte. Nel corso di poco tempo si è visto che gli aluuni italiani ricevevano molti stimoli positivi dagli stranieri che avevano grande voglia di uscire da un grave stato di degrado nel quale si trovavano spesso a vivere e per i quali la scuola rappresentava l’unico modo per emanciparsi. Era cioè risultato evidente che gli stranieri non costituivano affatto un ostacolo al buon funzionamento dell’istituzione, ma potevanmo essere, come del resto cominciò subito ad apparire, occasione perchè si sprigionassero tutte le migliori energie e si puntasse ad una scuola di qualità. Ben presto si cominciò a verificare che gli stranieri, generalmente proiettati a iscriversi dopo le medie a un istituto professionale, cominciarono a scegliere tutti gli altri indirizi fino al liceo classico, scientifico e psico-pedagogico, al pari dei compagni italiani.
Di quale integrazione parlate quella che per non offendere gli stranieri toglie in crocifisso dalle aule ??? L’integrazione non esiste sino ad adesso abbiamo solo subito le tradizioni altrui quindi siccome la scuola pubblica viene pagata da tutti noi con le salatissime tasse, io per mia figlia cercherò come hanno fatto altri genitori una scuola priva di immigrati. Il rispetto delle altre culture va insegnato è vero, ma non certo da chi non rispetta la mia !!!!
@ mario rossi
Il crocifisso in classe è un falso problema, che nasconde un razzismo strisciante che non si ha il coraggio di manifestarlo apertamente…
.
La scuola è pubblica quindi aconfessionale.
Il crocifisso NON ha motivo di essere esposto, così come non hanno motivo di essere esposti i simboli delle altre religini.
Oppure, per NON fare torto a nessuno, dovrebbero essere inutilmente esposti tutti.
.
Sicuramente merita l’applauso (anzi 2 applausi) la sua idea di voler portare i figli in una scuola “priva di immigrati”….
I suoi figli cresceranno, timorati di dio, in una situazione inesistente visto che, usciti di scuola, si ritroveranno (oratorio, sport, struscio per il corso, cultura, pizzeria, ecc. ecc.) immersi in una società composta anche NON di soli bianchi ariani…
.
E sicuramente è altrettanto un’idea brillante ed intelligente cercare di fare classi di “soli immigrati” (cioè sperare di trovare classi di soli “bambni bianchi, cattolici, apostolici, romani”) per dare loro modo di integrarsi nella nostra società.
.
Guardi che le c… sulla difesa della razza sono balle del secolo scorso…
X Mario Rossi. Racconto un episodio.
Una volta si è presentato a scuola un marocchino per iscrivere 5 figli e, poichè non conosceva l’italiano e parlava solo arabo, si era fatto accompagnare, per avere un interprete, da un suo connazionale da tempo residente in Italia. Cercava di far capire la situazione scolastica dei figli e si scusava per le difficoltà che essi avrebbero potuto creare alla scuola. Mentre si procedeva alla illustrazione delle modalità seguite per l’accoglienza, l’inserimento nelle classi e l’integrazione degli alunni stranieri, l’interprete ha interrotto il discorso per dire che essi sapevano già benissimo quello che la scuola faceva per i loro figli. Nel prosieguo della conversazione, si era notato che, nella domanda di iscrizione dei cinque figli, quel genitore aveva barrato la casella riguardante l’insegnamento della religione cattolica. Di fronte all’obiezione su un possibile errore nella compilazione della domanda dovuta alla non conoscenza della lingua italiana, arrivò la risposta che la scelta era stata fatta volutamente per rispetto a noi italiani. L’interprete inoltre aggiunse che se i figli dell’amico, come stavano facendo i suoi, avessero conosciuto la religione cattolica, sarebbero poi stati musulmani più bravi.
Quanto ai crocifissi tolti, si è mai chiesto il signor Mario quanti italiani (anche insegnanti), ne hanno chiesto la rimozione con la puerile giustificazione che potesse essere turbata la coscienza degli stranieri?
La notizia era nell’aria, nella Macerata (una volta granne) si punta il dito contro un dirigente che, a mio giudizio, ha ben esposto la situazione scuole in Italia. Alcune domande invece sorgono spontanee:
1. Ma perchè in questo plesso si concentra la stragrande maggioranza di iscrizioni di extra-comunitari (se cosi vogliamo chiamarli, in quanto nati in Italia) e di adolescenti portatori di handicap? Sarà mica che nelle scuole “elitarie” i dirigenti “scaricano il problema” verso questo plesso scolastico? A pensare male si fa peccato, ma a volte….
2. Perchè dobbiamo perdere l’occasione per insegnare il rispetto reciproco dell’essere umano proprio nel momento e luogo giusto? Sarebbe un’ottima occasione anche per motivare i nostri valori, crocefisso compreso e spiegare loro ciò che rappresenta per un cristiano la presenza di questo segno tangibile nelle aule.
3. Per quanto riguarda il metodo “Montessori” potrebbe essere condivisibile o meno, ma averne la possibilità di poterlo sperimentare, con risorse economiche disponibili (per una volta che vengono concesse, vogliamo gettare il bambino con l’acqua sporca o appurare se da questo se ne possa trarre vantaggio?).
4. Le ansie dei genitori potrebbero essere comprensibili qualora si verifichino situazioni di degrado, di bullismo o di altre situazioni parallele, Ma non si tratta di bambini che parlano, scrivono e leggono in italiano? Mah, personalmente non vedo il problema, ma non userei il termine “ghettizzare” (ricordano periodi in cui nessuno di noi vorrebbe più tornare penso).
Il buonsenso vuole che si dia tempo di poter ottimizzare questa situazione al dirigente a mio avviso, ma non essendo a conoscenza a fondo del problema non intendo assolutamente contestare le opinioni degli altri commentatori. il mio commento vuole semplicemente dare spunto a delle riflessioni, nient’altro che questo.
……..Il grande Toto’ di avrebbe risposto….” ma ci faccia il piacere !!!!!!! “……….ma quale ghetto……..e se è vero (come è vero ) che la scuola è laica……..la presenza del crocefisso è solo un simbolo che identifica
le nostre comuni radici culturali……….e ti ricorda che non sei in Tunisia o in Libia……..ma ti trovi in Europa
e precisamente in Italia……….e la presenza non offende nessuno, E poi facciamocela finita con la storia
dell’integrazione ad ogni costo……….e prendiamo coscienza che spesso (molto spesso) ci troviamo a che
fare con culture (specie quelle provenienti dall’area islamica) che non hanno per niente voglia di integrarsi.
Amici miei ci troviamo a casa nostra o no?…….E allora che facciano gli altri (per primi) il passo culturale
necessario per venirci incontro……..e non si limitino ad aver fatto solo quello fisico.
La FALLACI aveva ragioni da vendere…….
avoglia a parlare di integrazione…se mi si è gelato il sangue quando ho letto che in Iran hanno arrestato una ragazza solo per essere andata a vedere una partita di pallavolo maschile, forse non centra nulla con l’argomento dell’articolo, ma sotto sotto è tutto collegato. Anche questi segnali non sono bei segnali per l’integrazione dei popoli. PS al sig rossi, volevo dire che sarà inevitabile che suo figlio, anche se lo manda a scuola solo con italiani, non giocherà anche con stranieri suoi amichetti, come oramai fanno tutti i bambini. Quello di isolare i bambini a scuola e dividerli tra italiani e stranieri, non è la via migliore, perchè tanto si ritrovano a giocare fuori tra di loro. Poi sul rispetto delle regole penso siamo tutti daccordo.
Allora tanto per chiarire ai soliti moralisti da 2 soldi come la penso … non ho niente di personale contro i bambini di diverse etnie, non faccio nessuna guerra per la difesa della razza bianca o ariana come la chiamate voi, cerco solo di analizzare i problemi …. La maggior parte delle classi con presenza di bambini stranieri, hanno problemi nel procedere con progetto educativo nei termini stabiliti visto che, come detto anche in qualche commento, molti di questi bambini non conoscono nemmeno la lingua italiana ! Quindi se si ha voglia di fare polemica spicciola solo per ricordare a tutti chi votate nelle urne, fatela pure, ma non si può negare l’evidenza di una problematica che esiste ed ogni anno si ripresenta. Provate ad andare in qualsiasi altro paese europeo o americano, e vedrete che nessun dirigente scolastico iscriverà vostro figlio a scuola se non dopo aver controllato la perfetta conoscenza della lingua locale d’insegnamento… quindi se permettete i preferirei che le poche risorse che la scuola detiene per provvedere all’educazione dei nostri figli fossero utilizzate per i giusti scopi e non per fare la solita beneficienza a chiunque si affacci ai nostri confini, visto che non ce lo possiamo permettere. Se poi invece Voi preferite una scuola come quella attuale che fa acqua da tutte le parti e con una finta integrazione, benissimo godetevela pure e come si dice … buon anno scolastico a tutti !!!
Sig. Mario Rossi, lei appare molto disturbato dalla situazione che si è creata e si sta creando tra italiani onesti ed una parte di stranieri disonesti che convivono qui in Italia. Siamo tutti d’accordo che esiste un problema delinquenza e che esiste un problema integrazione e che poi esista anche un problema scuola ed università (che è proprio della nostra Nazione). Io penso che, se c’è una possibilità di migliorare le cose (ormai la realtà è quella che è……), questa sia di utilizzare proprio la scuola per dare all’integrazione un valido supporto istruttivo. sociale, ludico e di responsabilizzazione.
Il problema che lei solleva relativamente alla nostra scuola, che non riesce a fare emergere le eccellenze e che non riesce neanche ad assicurare un buon livello di istruzione a coloro che ne avrebbero la possibilità, non credo sia colpa dei bambini stranieri che non parlano italiano (ma che, come tutti i bambini potrebbero velocemente imparare) o dei tanti bambini (più numerosi di quanto si pensi), che hanno problemi di varia natura e che dovranno fare un percorso scolastico diverso ed assistito da insegnanti di sostegno. Qui il problema, a mio modo di vedere, è il confronto impietoso con le altre realtà educative europee e mondiali; per un Paese come il nostro, culla di civiltà storiche di assoluto prestigio e patria delle Università più antiche e referenziate, essere costretto a vedersi superato dal Brasile, da Taiwan e da altre realtà sicuramente con meno storia e tradizione, credo sia un problema tutto italiano.
“Uno dei problemi dell’umanità è che gli stupidi sono assai sicuri, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi” (B Russel)
Personalmente penso anche che chi sa ascoltare non solo è simpatico a tutti, ma dopo un po’ finisce anche per imparare qualcosa.
Se passate in Piazza Mazzini la sera dopo cena vi accorgereste che il mondo e’ gia’ cambiato , e questo grazie ai piu’ piccoli che se ne fregano dei vostri discorsi del secolo scorso. Grazie anche all’isola pedonale vedreste bambini e ragazzini italiani indiani senegalesi slavi , macedoni etc giocare tra di loro parlando tutti in italiano e i genitori attorno che socializzano. Ai miei tempi sentivo dire che era meglio evitare le scuole di periferia perche’ ci andava la campagna e allora il convitto o via spalato erano considerate le scuole dei “signori”, mi sa che moriremo provincialotti!!
Buongiorno,
vorrei fare una precisazione sull’articolo “allarme integrazione nelle scuole”. E’ giusto che voi della redazione che abbiate ascoltato il preside, ma i fatti non sono esattamente come li ha esposti e detta così sono i genitori di quei pochi bambini italiani a fare la figura dei razzisti.
Il Preside, da bravo politico, ha girato la storia come più gli faceva comodo. Lui dice che alcuni genitori hanno avuto paura delle classi miste e hanno ritirato i figli creando quindi classi a maggioranza straniera.
Ma quali “classi miste”???
La composizione originale della classe era di 15 stranieri e 5 italiani !!! E per giunta con una supplente annuale, quindi senza una garanzia di continuità!
La paura non è dello “straniero”, ci sono famiglie splendide con cui si ha spesso a che fare. Ma quando la provenienza di questi bambini è per lo più da paesi mussulmani, quale garanzia si può avere che l’identità culturale dei propri figli venga tutelata? Quanti amichetti potranno partecipare ad una festa di compleanno o fare i compiti insieme? e a che “marcia” sarà costretta a viaggiare la maestra per portare avanti compattamente la classe???
Chiedete al preside perchè, quando dopo le preiscrizioni di febbraio con 10 stranieri e 5 italiani, non ha dirottato gli ulteriori 5 arrivati fuori termine verso un’altra delle sue scuole? La classe sarebbe stata sì sbilanciata, ma almeno più piccola e facile da gestire.
E quei 15 bambini stranieri come potrebbero integrarsi veramente in una classe quasi esclusivamente “loro”. Continueranno a confrontarsi con amichetti di altri paesi senza mai riuscire a sentirsi veramente parte della comunità locale. Non dovrebbero forse anche le loro famiglie sentirsi discriminate dalla creazione di una tale classe quando ci sarebbe stata sicuramente la possibilità di un maggiore equilibrio? Credo che quelle stesse famiglie, se avessero saputo in anticipo la composizione, avrebbero potuto anche loro pensare di ritirare i bambini ed iscriverli in una scuola dove si può veramente fare INTEGRAZIONE.