di Carlo Cambi
Mia carissima e venerata Oriana,
perdonami se oso parafrasare un libro che è un monumento, ma anche la cronaca, sottaciuta, di un tuo immenso dolore. Ti ho avuta come maestra: di professione e di vita. Eri inarrivabile, noi poverini ti si leggeva cercando d’imparare. Una cosa però me l’hai insegnata: si è cronisti e dunque testimoni, ma si è anche esseri umani, dunque pensanti e perciò obbligati alla capacità critica. E soprattutto: dubitare sempre, piegarsi mai. Tu sei stata una bambina-partigiana: staffetta di Giustizia e Libertà hai lottato contro ogni “luogo-comunismo”. Perciò, vedi –forse tu da dove sei adesso lo vedi – c’è bisogno talvolta di una scossa in una comunità. Per questo ti chiedo il permesso di storpiare quel titolo. Capirai perché lo faccio e se sbaglio, di nuovo, perdonami, ma tutti noi giornalisti siamo, o dovremmo essere, un po’ Fallaci. Come tutti gli uomini sicuramente siamo fallaci. Anzi, come quasi tutti. Perché capita che taluni amministratori delle cose pubbliche non ammettano mai di sbagliare: loro non sono fallaci (con la minuscola, figurati poi con la maiuscola). Col tuo permesso allora scrivo questa “Lettera a un bagnino mai nato”.
Caro Mario, …chissà perché i mestieri hanno un nome che li identifica. I bagnini sono sempre Mario. Lo so che tu avresti voluto venire al mondo qui a Macerata. E’ una bella città, pacifica. Ultimamente direi sopita, ma c’è speranza. Però Macerata il mare non ce l’ha. E tu saresti stato disoccupato. Come dici? Sì di questi tempi non saresti neppure un’eccezione. A Macerata ormai tra pensionati e disoccupati non si sa più chi fatica. Siamo oltre il 13% di inoccupati, metà dei giovani non ha un lavoro e neppure lo cerca. Ma pare che non sia interessante: qui si vola alto. Si discute di Park Si o No! Cercando di regalare 3 milioni ad una multinazionale. Scusa la digressione. Dicevo: meno male che a Macerata non ci sei nato. Qui il mare non c’è. E ai maceratesi non gli va giù. Perché devi sapere che questa è una città femmina. Invece della denuncia preferisce il pettegolezzo (guarda che cosa capita sull’urbanistica; gente anche tanto in alto che afferma impunemente: ci sono cose grosse su cui indagare, ma poi vale la facoltà di non rispondere), invece del confronto aperto preferisce stare sotto la loggia (dei Mercanti) a immaginare futuri per quanto gattopardeschi assetti, quando pensa al rinnovamento guarda indietro: i nonni al potere. E’ che una volta i nonni contavano tanto nel podere. E del resto qui la Resurrezione è cosa da provvidenza e spesso da previdenza, non sta negli umani orizzonti. E’ anche una delle poche città in cui le mura invece che essere inclusive – cioè accogliere in un’ identità comune – sono esclusive: servono solo a rafforzare l’isolamento. Che sia una città femmina lo dice anche la dedicazione: Civitas Marie! Struggente. Solo che da qualche anno ha smesso di essere una città genitrice, materna. E soprattutto ha cessato del tutto di essere una città generatrice: da troppi anni nascono meno bambini di quanti anziani ci lasciano.
La crisi in questo non aiuta. A dar retta a Freud, per la faccenda del mare, si direbbe che Macerata soffre del complesso di Elettra. Verso un borgo marinaro che è invece molto maschile: a volte sbruffone, sicuramente potente e qualche volta prepotente, muscolare e ostentatore. Ma è un borgo aperto. Al netto delle file in superstrada ci arrivi e non hai barriere, ci passi e ti salutano. Quel borgo è Civitanova (nova, capito?) Marche, verso il quale secondo me Macerata ha l’invidia del p… del pesce! Vuoi una dimostrazione? Questi giorni ce ne daranno ampio panorama. Però se tu avessi potuto farti un giro qui avresti visto che in via Spalato hanno eretto il monumento ai caduti del mare! Cosa buona e giusta, ma indice dell’invidia del p…pesce! Del resto Macerata si è messa addosso un sacco di attributi senza avere il coraggio di mostrarli. Dice di essere il capoluogo di Provincia, ma – al netto del fatto che le Provincie non esistono più – oramai è per abitanti la seconda città: proprio quel borgo maschio l’ha sorpassata. Dice di essere centrale, ma quando sarà finita la nuova 77 poiché non ha svincoli, poiché per arrivare qua salendo da Sforzacosta – uno dei rari esempi in Italia – devi aspettare che si alzi il passaggio a livello o se vieni da Macedonia (il nuovo agglomerato urbano creatosi per lo smottamento a valle di Macerata e Corridonia) devi attraversare un ponte dove due Tir fanno fatica ad incrociarsi, finirà per starsene ingobbita e ramenga sull’ermo colle. Lo vedi che torna questa volontà di esclusione!
GLI ULTIMI DATI ISTA – Civitanova verso il sorpasso: solo cinque abitanti la dividono da Macerata
Dice di essere una città produttiva e pensa te che anche le aree supposte industriali a cui hanno dato nomi improbabili come Valle Verde (la green economy è però un’altra cosa) cambiano destinazione d’uso. Diceva di essere l’Atene delle Marche. Ma è il solo capoluogo che ha perso la Banca d’Italia, che ha un ospedale senza nome (e questo significa molto: in prospettiva!), che ha espulso l’Università dal centro e la marginalizza, che ha due case editrici ma non le considera, che ha l’Accademia di Belle Arti ma tiene chiusa a chiave la più importante collezione pittorica del ‘900, che non ha un polo fieristico, non ha un palazzetto dello sport. Mi fermo altrimenti la lettera diventa infinita. Più che Atena, sembra Medea. E forse stavolta rivince Sparta (e quel borgo che sta sul mare), a Macerata non si vede Pericle e la prospettiva è che il potere si radichi ancora di più in mano agli oligarchi. Sai come la trattano qua questa faccenda del Sorpasso? In termini calcistici. Fossi in loro mi preoccuperai di capire se perdendo consistenza Macerata perde centralità. E se perde centralità che ne sarà di lei?
Ma tu saresti stato un bagnino e dunque andiamo sul concreto. Nei prossimi giorni Macerata vivrà il suo complesso di Elettra. Stanno preparando il beach volley in piazza della Libertà. Dimmi tu se non è invidia del p…pesce questa! Sbagliano pure la piazza. Perché piazza della Libertà non fu pensata dall’Albornoz come luogo di riunione. Mi dispiace: è uno slargo da caserma, è il luogo delle potenze civili e militari, non è il luogo del popolo. La vera piazza democratica di Macerata è quella più piccola, più angusta, ma dove probabilmente ci fu la riunione degli esuli di Ricina con quelli che venivano da Sancti Giuliani: è piazza Cesare Battisti. Piazza della Libertà è in discesa (o in salita) perché non è l’agorà: è solo una via d’accesso controllata dal potere. Basta considerare che su tre lati è occupata da edifici “pubblici”. Sarà interessante vedere come fanno a mettere in piano il campo da gioco. Magari mobilitano il conte Tacchia! Poi negli ultimi tempi si è sentito dire che piazza della Libertà veniva deturpata da certe presenze. Vero. Ma vomitarci sopra tonnellate di sabbia cos’è: una carezza? I nostri anti-Pericle ad esempio ignorano che la piazza dello scambio e del mercato (non a caso lì c’era e c’è ancora la casa del Gabelliere: raro, non segnalato, esempio di architettura medievale rimasta intatta) era piazza Mazzini, ma di lei non si parla. Poi, caro Mario, pensa te: fanno il beach volley in una città che ha perso (forse) a vantaggio del borgo marinaro di cui sopra la squadra campione d’Italia di volley e che comunque non si chiamerà più Lube Macerata, ma Lube Treia. Dimmi tu se non è invidia del p…pesce questa! Al coperto la pallavolo non si gioca, ma sulla spiaggia che Macerata non ha sì. E pensa che Macerata non ha neppure un mare finito. Nel senso che aspettiamo da anni le piscine, ma non ci sono.
Fortuna che a far ricordare che questo del beach volley, come quella delle piscine, è uno psicodramma ci pensano proprio i maceratesi. Giovedì 10 in concomitanza con l’avvio del finto torneo sulla finta sabbia in una finta piazza ci sarà un flash mob con cuffiette da piscina e occhialetti per chiedere che ci facciano – visto che abbiamo questo complesso di Elettra verso Civitanova – le piscine, che ci facciano nuotare o ammetano di essersi sbagliati. Alle 18 la festa in stile libero in piazza della Libertà vorrebbe essere anche la liberazione da un incubo: questa maledetta invidia del p…pesce. Vedi caro Mario se tu fossi venuto al mondo qui saresti stato un bagnino illegittimo: non hai le piscine da sorvegliare e la sabbia devono fartela finta. Però ti do un consiglio: non andare a nascere a Civitanova, perché altrimenti al nostro ufficiale d’anagrafe gli piglia male. Per la verità anche giù dove hanno il mare vero, la sabbia vera, forse la pallavolo vera, in quanto a nascite non stanno benissimo. I bambini per la festa della Bandiera Blu glieli abbiamo portati noi. Ci hanno trattato bene: erano i bimbi della scuola San Giuseppe che tutti gli anni vano a Civitanova a imparare a conoscere il mare grazie alla Lega Navale.
Ma vedi caro Mario, bagnino mai nato, la faccenda è più seria di quel che si pensi. Sai perché dobbiamo portare i nostri bambini a Civitanova? Perché Macerata, la Civitas Marie, la città materna non è un posto per bambini. Ecco perché tu non ci sei nato. E anche ai bambini che vengono da fuori, i cinesini sfruttati come schiavi, nessuno ci pensa. Sai Macerata l’Atene delle Marche non ha mai pensato, come capoluogo, di fare una festa per i cinesini, per farli giocare con i nostri (pochi) bambini e denunciare con un sorriso collettivo l’orrore della schiavitù. Noi in piazza ci andiamo a piedi per giocare a pallavolo, magari con i palloni o con le magliette o con le scarpe cucite dai bambini schiavi! Che non stano all’altro capo del mondo, ma abitano e soffrono nelle case che abbiamo lasciate vuote qui da noi. Se tu potessi dovresti farti un giro alle Vergini, a Corneto o ai giardini Diaz. Vai a vedere come sono messi i supposti parchi giochi. Macerata non ha una ludoteca, Macerata se chiude – com’è probabile – il Don Bosco, se gli scout non hanno più una casa, se la Liviabella non ce la fa a tirare avanti, se la Luna a Dondolo si ferma, se le Pro Loco smettono di organizzare la Befana, non ha un né un luogo, né un’idea, né una fantasia per i bambini. Se chiude l’ascensore del Park Sì non si sa come far arrivare le mamme con i passeggini in centro dove non c’è neppure un posto pubblico dove poter cambiare un pannolino o allattare in pace. Ma del pari non ha imposto ai centri commerciali così generosamente fatti crescere di avere delle ludoteche. Macerata ha le mamme che al primo figlio – che sovente resta l’unico – smettono di lavorare perché non ci sono i nidi, perché confinate nelle nuove lottizzazioni non possono contare sui nonni che sono rimasti, vecchi e soli, in centro storico, Macerata spende un sacco di soldi nel sociale, ma non pensa alla sua futura società. Voi delle cifre? Eccotele: a fronte di 6,7 milioni di euro spesi in beneficienza, ai nidi vanno poco più di un milione, alle materne 81 mila euro. E tutto l’intero comparto istruzione vale meno della metà della beneficienza. Vuoi che ci occupiamo dei servizi culturali. Su 900 mila euro due terzi sono spese di personale. Continuo? Potrei tediarti. Perché tutto quello che riguarda i bambini è frutto o di volontariato o di iniziativa di privati. Ai bambini servirebbero le piscine per le quali si spendono 375 mila euro l’anno avendone una che una bagnarola, ai bambini servirebbe il palazzetto, ai bambini servirebbe il centro chiuso se avessero un posto dove giocare con le loro mamme. Magari evitando di fare lo slalom tra le pantegane come capita in San Giorgio. Ai bambini servirebbe – come ha detto il nostro Sindaco aprendo le Olimpiadi di Macerata costate 60 mila euro – “fare sport come il migliore investimento”. Appunto. Com’è che quando dei ragazzini si sono presentati con uno striscione per dire: fateci nuotare sono stati rimproverati? E com’è che il campo da softball è stato a lungo allagato, che la Maceratese calcio si deve arrangiare da sola, che le scuole di danza non hanno un palcoscenico se non il Lauro Rossi che costa un occhio? E com’è che invece di giocare la vera pallavolo devono giocare il beach volley? Una volta all’anno senza neppure potersi illudere di fare un tuffo dove l’acqua e più blu? Vedi Caro Mario, bagnino mai nato, quaggiù le cose vanno così. Per te non c’era posto. Come dici? “Non ti preoccupare Macerata, ti perdono: non tornare al nulla con me, io nascerò un’altra volta.”
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Caro Cambi , molte delle sue critiche sono condivisibili e hanno il merito di richiamare l’attenzione degli abitanti della città a situazioni così consolidate nel tempo da rasentare l’abitudine e, quindi , la rassegnazione! Pero’ mi permetta una critica alle sue critiche: va pur bene dire cos’è che non va, ma almeno bisognerebbe anche dire chi è responsabile di tale stato delle cose (partiti, uomini politici amministratori,) e soprattutto cosa fare per invertirne la tendenza!!!
Egregio sig. Cambi certo alcune (solo alcune) delle critiche che lei solleva sono in parte condivisibili. Ma è davvero così difficile evitare di elevare ogni volta questo stucchevole ritornello del declino di Macerata? Guardi che l’ Università è viva e vegeta, grazie anche all’ottimo lavoro dell’attuale rettore. L’Accademia ugualmente procede in un crescendo di qualità didattica e in numero di studenti. La chiusura della Banca d’ Italia risale ormai a diversi anni orsono ed è inutile stare a rimuginarci sopra. Abbiamo più di due case editrici, di cui almeno una (liberilibri) di qualità indiscussa e ben conosciuta a livello nazionale. Abbiamo ottime scuole di ogni ordine grado (ottime scuole elementari, liceo scientifico, classico, scuola agraria ecc. ecc.). Francamente di quello che fa Civitanova Marche dovrebbe importarcene poco in quanto nessun confronto con la stessa dobbiamo fare. Sono due città completamente diverse e tra loro complementari (a proposito NON è vero che abbiano lo stesso numero di abitanti come apparso su Cronache Maceratesi qualche giorno fa. Macerata ha circa 1.200,00 abitanti in più come certificato dall’ Ufficio Anagrafe, mentre l’ ISTAT ha ammesso l’ errore). Potrei continuare ancora a lungo ad elencare le positività della nostra città, ma non è possibile nel breve spazio di un commento. L’unica versa sciagura per Macerata è la sua classe politica e in particolare le amministrazioni che l’hanno governata in questi ultimi anni (Maulo, Meschini e, purtroppo, Carancini) a cui si deve aggiungere il “coro” delle prefiche piangenti sul declino ineluttabile. La realtà è che ognuno di noi si deve chiedere cosa può fare per migliorare questa nostra città e, soprattutto, farlo. Lamentarsi solo e spesso in maniera pretestuosa non serve a nulla.
bellissimo drammaticamente vero (sono di civitanova m )
Salve Dott. Cambi, grazie per il pregevole scritto, che riesce come sempre a creare interrogativi e riflessioni nel lettore (speriamo anche risposte e/o senso di vergogna, nei resposabili dello scempio di risorse,di potenzialità e di occasioni, da lei ben descritto). Vorrei però significare al Sig.Ortenzi e senza prendere le difese di nessuno, in quanto non è il mio compito ed il Dott. Cambi non necessita di questo, che non spetta automaticamente al giornalista, fare nomi o dare ricette per curare i mali. il Giornalista “scava”, ricerca, compone, evidenzia, suscita riflessioni, ma deve restare “neutro”,non deve fare “politica” o essere al servizio della stessa ad esempio. E’ invece onere e dovere dei politici (quelli veri, quelli seri, quelli non “ricattabili” in quanto seduti ad una poltrona meritata e non barattata) , fare i nomi dei responsabili, condannarli (politicamente) e proporre alternative valide per “curare”. Se questo non avviene, probabilmente perchè la politica locale è fatta da … (a voi l’aggettivo) e non da Politici.
Egregio avvocato Coltorti,
la differenza tra gli abitanti di Macerata e Civitanova al 31 dicembre 2013 è di 5 unità. A riportare il dato è l’Istat nei dati ufficiali pubblicati sul sito. Ad oggi l’Istat non ha rettificato quei dati . Ad oggi né il Comune di Macerata, né quello di Civitanova hanno comunicato dati differenti da quelli riportati dall’Istat.
La redazione
E un noto personaggio politico che prima vi siete sorbettato in Provincia e che adesso ce lo sorberttiamo noi in Municipio , solito celarsi dietro vari nik name tra cui l’usatissimo GENGIS CAN ( sembra sia affetto da disturbi multipli della personalità ) scherzosamente anzi simpaticamente vi sfotte pure come dimostra un suo recente post: “@Ferramondo tu adesso almeno potrai andare a giocare a beach volley in piazza della Liberta’…….contento? Poi parlate male di Carancini….e mi raccomando alla fine due belle tagliatelle con la papera “. Tutto questo per dire che per cambiare le cose in meglio ci vogliono le persone giuste a qualsiasi latitudine. Però succede sempre che ci rendiamo conto di aver sbagliato dopo che li abbiamo autorizzati ad amministrarci.
Stucchevole commentatore dei fatti maceratesi. Aria fritta già passata per migliaia di narici.
La cosa è seria e molti non se sono accorti ancora e questo è null’altro problema serio, non c’è futuro, non c’è per i bambini ma per nessuno che ha voglia di fare, si hanno le strade sbarrate e mille impedimenti, mentre vengono favoriti…….. lasciamo perdere che tutti lo sanno il perché. Vediamo se Civitanova oltre alla Lube allo Sferisterio “ L’opera al naturale ” si prende anche la provincia… Provincia di “Citanò”
Mi spiace dover correggere quanto dice l’ottima redazione di Cronache Maceratesi che seguo e apprezzo quotidianamente. La smentita dell’ Ufficio anagrafe di Macerata è apparsa nei giorni scorsi su un quotidiano locale che ha interpellato tale ufficio e ha interpellato anche l’ ISTAT. In ogni caso per sincerarvi della reale situazione, quali ottimi giornalisti come siete, potete andare alla fonte diretta e interpellare anche voi l’ ufficio Anagrafe del Comune di Macerata. Tengo a precisare che il mio accenno alla questione non aveva alcuna intenzione polemica nei vs confronti, ma tendeva solo ad evidenziare un dato di fatto. Infine devo sottolineare che quella che conta è la realtà, che non può certo essere negata da una comunicazione sia pur ufficiale dell’ ISTAT che come tutti può sbagliare. L’unico soggetto infatti che può certificare con certezza il numero di residenti in un Comune è solo il competente Ufficio Anagrafe.
Dimenticavo: già fatto presente all’Avv. Bommarito ma nessuna risposta mi sembra di aver letto. Tutti questi acutissimi osservatori dei fatti maceratesi, attentissimi a commentare storielle più o meno insignificanti, possibile che non abbiano niente da dire sull’elezione del Presidente della Camera di Commercio?!
Avvocato Coltorti,
nell’articolo pubblicato da Cronache Maceratesi viene indicato con chiarezza che i dati riportati sono quelli pubblicati dall’Istat dei quali non abbiamo nessun motivo di dubitare in assenza di una comunicazione ufficiale delle parti interessate.
Neanche la nostra risposta ha alcuna intenzione polemica, ma è volta a tutelare la bontà del nostro lavoro che, secondo noi, anche in questo caso, è stato svolto in maniera scrupolosa.
Complimenti prof Cambi, per chi volesse c’e’ gia’ dentro un programma elettorale. Rimane solo accesa la speranza che i nostri concittadini abbiano il prossimo anno uno scatto di dignita’ e di amore per la propria citta’ mandando a casa questa gente e scegliendo al di la’ del colore persone competenti disinteressate ed oneste. La misura e’ stata superata da un pezzo ed e’ la partigianeria di molti che non ammettono la solare evidenza dei fatti che testimoniano un clamoroso fallimento a mantenere lo status quo.
@ redazione CM: Indipendentemente da quanti siano gli abitanti di Macerata o Civitanova, CM farebbe bene a correggere il loro numero nei vari links che rimandano alle città. Infatti cliccando in alto, dove è scritto “i 57 comuni”, il numero degli abitanti non corrisponde ai dati dell’Istat pubblicati su CM
@ Renato Coltorti: gli abitanti sono persone, se la differenza è di 1.200 non dovrebbe scrivere 1.200,00 (virgola 00), non sono euro. Mi perdoni la battuta.
Infine, chi dice che non sono gli abitanti a rendere l’importanza della città?
Pensate a New York. Si divide tra lo Stato del New Jersey (capitale Jersey City) e lo stato di New York, capitale… Albany. Pensate che Albany sia più importante di New York? Però è la capitale dello Stato. Macerata e Civitanova sono due città diverse, non potranno mai essere paragonate. Ma la crescita di Civitanova, sulla costa, con autostrada, superstrada, ferrovia, comporterà INEVITABILMENTE il declino di Macerata. Macerata sarebbe Atene? Atene è sul mare, ed il suo porto è stato per millenni uno dei più importanti crocevia del Mediterraneo. Macerata non ha né mare né piscine, e non è un crocevia. Per accedere alla superstrada i cittadini di Macerata devono passare per Corridonia. La linea ferroviaria fa letteralmente ridere. Macerata è ISOLATA. Civitanova sarebbe Sparta? Forse gli abitanti di Civitanova assomigliano di più agli spartani che agli ateniesi. Ma, chissà perché, a me gli spartani sono sempre stati simpatici. O con gli scudi o sopra gli scudi, auguravano le madri spartane ai lori figli che partivano per la guerra. Non a metà, come a Macerata, a cavalcioni sullo scudo (crociato). Una volta eliminata la Provincia, forse chiusa la Prefettura, cos’altro rimarrà a Macerata per dire che è importante? L’Università, mi dicono, abbia “delocalizzato” in altri comuni parte dei corsi. Lo Sferisterio? Poche serate, sperando che GIOVE PLUVIO (per rimanere in tema classico) non si arrabbi. Sto scrivendo dall’Arizona, ma è come se fossi a Macerata. Questo è il progresso, questa è la realtà mondiale, la cosiddetta GLOBALIZZAZIONE. Ed ancora ci preoccupiamo se Civitanova ha qualche abitante in più o in meno? Ancora ci dibattiamo se i dati del Comune sono corretti o sbagliati? Ma cosa cambia, per gli abitanti delle due città se sono cinque in più o cinque in meno? Ai posteri l’ardua sentenza, ed ora me ne vado a dormire. Sì, vado a dormire, perché ho sonno.
Cambi-verso a Macerata!!
Quanti abitanti ha Roma?
E quanti abitanti ha il Vaticano? (e con un tasso di natalità probabilmente molto vicino allo zero…)
Eppure è molto più importante (e detta più legge…) il Vaticano….
Dunque…………
@filosofo, mi perdoni ma il suo esempio è di una banalità disarmante. Primo, negli Stati Uniti, la capitale del singolo stato non combacia QUASI mai con la città più importante e oltre al discorso storico c’è una volontà politica chiara nel voler tenere le assemblee statali lontane dai nuclei più affollati. Un esempio più simpatico potrebbe essere quello tra San Francisco e San Josè. San Francisco è un polo culturale importantissimo della Bay Area, San Josè è la città con il maggior numero di abitanti, sempre nella Bay Area, ma è famosa più che altro per fatti di cronaca. Secondo, lei dice che l’Università abbia delocalizzato, si informi, è accaduto l’esatto contrario e a Civitanova lo sanno bene. Inoltre lei dice che Macerata sia una realtà isolata, evidentemente non ha mai sentito parlare del progetto Quadrilatero, che sulla nostra tratta sarà operativo (dicono) già dai primi mesi del 2015, con importanti riflessi economici anche per Civitanova. Macerata non ha nè mare (un po’ come in Arizona no?) nè piscine, ma ha un’ottima università, altissima qualità della vita, indicatori sociali elevati e a livello culturale, Sferisterio, Lauro Rossi, musei a destra e a manca e ora piano piano si inizia a rivedere qualcosa anche nel teatro romano di Villa Potenza. Comunque credo che il dualismo Macerata vs. Civitanova abbia abbondantemente stufato.
Sono molto d’accordo con l’ultimo intervento del sig. Capulli. Il dualismo fra Macerata e Civitanova è certamente inconcludente se solo alziamo lo sguardo dalle nostre dispute di cortile. In realtà se utilizziamo parametri oggettivi di valutazione, il declino di Macerata rispetto alla realtà regionale o nazionale è tutto da dimostrare, anche se obiettivamente la posizione geografica porta con se minori opportunità rispetto alle città della costa (una condizione che riscontriamo chiaramente in molte altre regioni). Ma non è questo il problema ; il problema è che ne Macerata , ne Civitanova ne altre realtà più o meno dinamiche della nostra regione possono farcela da sole e senza nuovi obiettivi e progetti più sfidanti a competere (perché è proprio un problema di competizione) con altri territori più dinamici non del nostro paese ma della comunità europea (e fermiamoci li per non rendere le cose ancora più complicata). Questi territori sono in grado di attrarre maggiori risorse finanziarie (investimenti pubblici e privati) e maggiori risorse di competenze e capitale umano. Anche grazie ad una qualità della vita tutt’altro che disprezzabile. Dove cercano il loro posto per vivere i migliori giovani della nostra città ? pensano a Civitanova? No, guardano direttamente in Germania, Olanda, Gran Bretagna e magari anche Polonia. Nell’articolo dell’opinionista (solo?) Cambi si intuisce il riflesso anche di queste considerazioni ma anche la voglia di mettere questo a disposizione di qualche piccolo obiettivo di competizione locale
Credo che qualsiasi città rispecchi la società che la abita. Civitanova probabilmente anche se fosse stata nell’entroterra avrebbe comunque avuto lo stesso impulso imprenditoriale generato dagli investimenti effettuati appunto dagli imprenitori locali e dalla politica vicino alle loro esigenze. Basti osservare la città di Jesi la quale addirittura oltre ad avere una dimensioni industriale, e’riuscita a dotarsi di una forte componente terziaria ( polo logistico delle Marche, sede di istituti bancari) diventando a tutti gli effetti il baricentro della regione. Macerata negli anni ha preferito dedicare risorse economiche all’edilizia civile e di servizio ( centri commerciali) non curante delle decine di aziende emigrate a Corridonia o ancor peggio chiuse per sempre. Questo ha generato un impoverimento nell’offerta di lavoro costringendo i giovani e meno giovani a cercare lavoro altrove . La chiusura delle caserme dell’Aeronautica, le mancate opportunità avute , la perdita della Lune, le strutture sportive mai realizzate sono tutti i risultati di una generazione di politici con origini di certo diverse dai nostri cugini costieri. In sintesi: insediamenti produttivi= lavoro= ricchezza economica= spesa procapite= maggiori entrate comunali= investimenti su infrastrutture= aumento della popolazione.
@ Giovanni Capulli: Lei vorrebbe paragonare Macerata a S.F. e Civitanova a San Josè? Vorrebbe, forse, far capire che Macerata è famosa per la cultura e Civitanova per la cronaca (nera, probabilmente)? Il paragone mi sembra, sinceramente, azzardato e poco azzeccato.
Io, sicuramente, scriverò banalità, lo ammetto, ma cosa c’è di più banale nel ritornare al solito tormentone estivo della rivalità tra Macerata e Civitanova? Siamo ancora ai livelli medioevali delle rivalità tra comuni, quando il mondo cambia in maniera vertiginosa ogni decimo di secondo? Quando ero in Italia, abitavo a Corridonia, lavoravo a Macerata, andavo al mare ed a passeggio a Civitanova, Porto S. Giorgio, mi recavo a vedere mostre a Fermo ( ce ne sono molte di più e più importanti di quelle che si svolgono a MC), o ad Ascoli Piceno. Sinceramente non mi sono mai chiesto quale città o paese avesse più abitanti. Una volta ho letto sulla facciata di un palazzo in Piazza della Vittoria una frase in latino. non sono pratico di quella lingua, ma mi pare ci fosse scritto HOMO ORNAT LOCUM, NON LOCUS HOMINEM o roba del genere. Ho fatto una traduzione maccheronica, qualcuno di voi mi potrebbe dire qual’è la traduzione corretta, e cosa significa? A me pare che dica che non è importante il uogo in cui si vive, ma è importante l’uomo che ci vive.
O sbaglio? Scusatemi per lo sfasamento nelle risposte, ma è il fuso orario.
@ Ciro Esposito (alias Angelo Biondi, alias ……..etc…..quanti nick dobbiamo aggiungere ancora?) tu purtroppo sei nato disturbato. Assomigli sempre piu’ a Ebenezer Scrooge il famoso personaggio di Dickens del Racconto di Natale, afflitto dai suoi fantasmi dai quali non puo’ scappare. Tu, volendo, il tuo “fantasma” lo puoi affrontare…….volendo……ma si sa, il coraggio da tastiera e’ ben diverso da quello reale…..
Gian Pool
ha ragione a ricordare la maggiore vocazione imprenditoriale del territorio di Civitanova Marche o di Jesi che ha certamente determinato una maggiore dinamicità della società civile e amministrativa di queste città. Decenni fa Macerata scelse la sua “vocazione” ; una scelta che non era per definizione sbagliata ma che ha dovuto fare i conti con la progressiva riduzione della spesa pubblica e con una interpretazione spesso “da rendita parassitaria” delle funzioni che ci eravamo assegnate. lasciamo perdere i centri commerciali perché su questo terreno non abbiamo da insegnare niente a nessuno, purtroppo. Ancora una volta la invito però a non ragionare a livello comunale (non si può considerare una perdita gli insediamenti industriali di Corridonia) ma a guardare all’insieme del nostro territorio e alla sua capacità, ora e per i prossimi anni, di mantenere e soprattutto attrarre quelle risorse necessarie al nuovo modello di sviluppo (servono progetti , soldi e competenze) E qui da soli non ce la fanno ne Macerata, ne Corridonia e neanche Civitanova Marche.
O’ Professore…
http://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/domande_e_risposte/grammatica/grammatica_083.html