Era previsto per oggi il rientro a casa della bambina, figlia di una ex suora, temporaneamente affidata ad una coppia del Maceratese (leggi l’articolo). I genitori affidatari però hanno saputo in serata che la piccola di due anni e mezzo che vive con loro da quando aveva 20 giorni, rimarrà con la sua mamma biologica. «Formalmente non abbiamo ricevuto ancora nessuna comunicazione – racconta l’avvocato Alessandra Perticarà, legale dei genitori collocatari – è stato l’avvocato della mamma biologica (Luca Giardini ndr) a dirci che il percorso di avvicinamento che avrebbe dovuto durare 4 mesi è definitivamente concluso. Un cambiamento così repentino del percorso previsto è scioccante. La piccola è partita da casa per due soli giorni e invece non è più rientrata. Il dolore per i genitori c’è e c’era già dal momento della sentenza della Cassazione, ma i modi con cui sono stati trattati sono discutibili dal punto di vista umano».
Il precedente provvedimento parlava di un allontanamento dai genitori affidatari, per stare con la madre biologica, dal 9 al 16 di aprile. Nei giorni scorsi si è parlato della possibilità che la decisione di prolungare l’allontanamento fosse dovuta alle iniziative del comitato “Nati dal cuore”. In 200 infatti hanno manifestato sabato per difendere i diritti della piccola. «E’ chiaro che la bambina è conosciuta dove vive e che la storia può far nascere un comitato. Con la sua creazione, assolutamente spontanea, però i genitori non c’entrano nulla».
La piccola vivrà con la mamma (rimasta incinta dopo aver subito violenza) in un centro d’accoglienza a Fano.
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Sono con la piccola, sono con i genitori che l’hanno accudita e che lei li ha CONSIDERATI MAMMA E PAPA’. E’ un crimine ridare la bimba alla madre solo perchè è “naturale”. Si è voluto riconoscere il sentimento di una madre, ma non quello della piccola. Col tempo dimenticherà i genitori che l’hanno accudita? Avrà vuoti, perdita di sicurezza? Chi pagherà per questo? Pagherà il padre – sacerdote – violentatore? Avrà le stesse sicurezze con la madre naturale di quelle che le davano i genitori innaturali, ma dedicati e affettuosi?
Ho una esperienza di un conoscente a cui il tribunale aveva affidato la bambina, neonata di una donna degradata. Dopo tre anni la famiglia della madre l’ha rivoluta e la bimba è stata data alla vera madre. Cosa sarà di questa bimba in una famiglia degradata? Ma, alla Legge frega poco del futuro di questo piccolo essere umano: la legge deve essere rispettata, insieme al diritto naturale…
Io credo che il punto di vista da mettere in primo piano, al fine di prendere decisioni in situazioni come questa (sempre difficili e drammatiche), debba essere quello dell’interesse e della miglior tutela del bambino o della bambina.
Certo, pesano anche altri interessi (nel caso specifico, quello della madre naturale, che ha avuto un ripensamento ed ora vorrebbe occuparsi della sua figlioletta), che non sono inventati o fittizi, ma che però devono passare in seconda fila rispetto agli interessi ed alle esigenze della bambina.
Ecco perché ritengo errata la decisione assunta dalla magistratura in questa dolorosa vicenda.
Vi informo che quando un tribunale vi affida un bambino a “rischio giuridico” vuol dire che non avrai mai la certezza che il bimbo resti per sempre in famiglia, in quanto essendoci genitori biologici (che possono avere problemi più o meno gravi) il bambino ha il diritto di conoscere o frequentare saltuariamente (se è di età più grande) il genitore, e se con il passare dei mesi o anche anni il tribunale ritiene appropriato il reinserimento del minore in famiglia, questo avviene; inoltre se il genitore biologico non avesse interesse ad avere in custodia il proprio figlio, possono fare rivalsa anche i parenti più stretti. Detto ciò, visto che il tribunale informa la coppia affidataria del rischio a cui può incorrere, non capisco a cosa serva la creazione di un comitato, la coppia se non se la sentiva poteva rifiutare l’affido.
Gentile Elisabetta non è proprio così come lei dice…il suo modo di porsi per un professionista dell’aiuto è raggelante. L’eventuale rientro nella famiglia biologica va gestito in maniera chiara e trasparente e questo è diritto della famiglia affidataria (non è che quando fai l’affido devi essere trattato come un delinquente e il bambino ti viene dato e poi tolto senza dirti nulla) e , soprattutto, della minore. Lei sa che cosa significa da un punto di vista psicologico passare i primi 18 mesi della propria vita (qui addirittura ne sono passati 24) in un contesto e poi esserne allontanati? Le assicuro che il trauma è fortissimo e non lo dico io ma lo dicono studi scientifici italiani e internazionali. Di solito si pensa che il bambino poiché è piccolo non capisca nulla…non è così!! Lo sa ad esempio che ogni anno passato in istituto procura un ritardo di circa 5 mesi nel bambino? Lo sa che i bambini istituzionalizzati che poi vengono adottati (e provengono da un istituto non da Oxford…e vanno in una famiglia che li ricopre d’amore) all’inizio entrano così in crisi da ricominciare a fare la pipì a letto, da svegliarsi urlando anche 50 volte a notte ecc..?La bambina in questione è già stata fortunata ad avere dei cargivers che le hanno dato il concetto di famiglia …e lei si è chiesta chi sostituirà il ruolo paterno ora e che cosa si chiederà la piccola? Credo che sia opportuno in queste spiacevoli situazioni essere ben preparati (dal punto di vista legislativo e anche dal punto di vista delle scienze sociali) e non semplici opinionisti sparasentenze. Auguro alla bimba che possa essere ben seguita dai professionisti e che possa continuare a crescere circondata dall’amore così come sono sicura è stato fino ad oggi.
Il ragionamento di @Elisabetta Serrani non fa una piega sul piano formale e sui comitati ( tutti i comitati c.d. “spontanei”) ho molte perplessità.
Tuttavia, al di la della forma rimane il problema in tutta la sua evidente gravità:
il Tribunale dei Minori dovrebbe tutelare l’interesse del minore o sbaglio?
Se non mi sbaglio mi pare più che lecito domandarsi se effettivamente alle condizioni date, il Tribunale abbia tutelato al meglio l’interesse della minore oppure abbia tutelato al meglio l’interesse “politico” non tanto della madre naturale ma di chi ci sta dietro.
E non facciamo finta di non sapere di cosa si tratta.
Ma a parte quest’ultimo “dettaglio” che rappresenta una mia personalissima ( dunque, confutabilissima) opinione, concordo pienamente con le considerazioni di @Peppe Bommarito.
Forse Elisabetta ed altri non hanno letto bene i vari articoli usciti di recente…inizialmente non era un’adozione a rischio giuridico. Anzi alla coppia del maceratese era stata prospettata una vera adozione. Sempre sui giornali poi si é letto che la corte d ‘appello aveva continuato a considerarla adottabile…che significa? Che non era a rischio. Secondo me qui si é guardato l’interesse di qualcuno ma non della bambina, unica vittima.
delicatissima situazione … i primi due anni di un bimbo sono fondamentali per una sana crescita ed ogni violento distacco dai genitori viene vissuto come il dolore di una morte che, se va bene, dura in media cinque anni!… ma sono comunque spaccata in due… da una parte prevale in me l’egoistico senso materno, dall’altra il benessere fisico e morale della bambina! … in questa situazione il tribunale dei minori ha agito con leggerezza … auguro solo a questa piccola creatura di trovare persone adeguatamente preparate ad aiutarla a metabolizzare il lutto e il dolore , con adulti di riferimento che sappiano dare sicurezza e amore…
strano paese l’Italia… 200 persone si mobilitano per un caso del genere e nessuno che scenda in piazza per dare una mano a chi perde il lavoro e magari deve chiedere l’elemosina per poter mangiare
Io come la penso già l’ho detto. La madre naturale ci ha ripensato al 73esimo giorno di vita della bimba. Non capisco perché opporsi, facendo trascinare questa vicenda per anni. Sui comitati quoto Elisabetta Serrani.
Roberto forse tu non lo capisci perchè opporsi ma se un pubblico ministero lo ha fatto avrà avuto le sue ragioni…o hanno tutti complottato contro la suora? No perchè è il pubblico ministero e la corte d’appello ( secondo grado di giudizio) che si sono opposti… questo lo avrai capito spero?
Io non capisco invece quanto fastidio possa aver dato questo comitato…mr. xarabas inviti il comitato ad una delle tante manifestazioni che lei organizzerà contro lo stato che non tutela i disoccupati , saranno ben lieti di riempire le piazze x solidarietà, glielo assicuro. Peccato che una bambina di due anni e mezzo NON tutelata dallo stato non possa scendere in piazza a difendere il diritto di avere ALMENO il tempo di accettare il grande cambiamento che la sta aspettando…si avete ragione non è facile da capire!
Ripeto, personalmente non ho nulla contro i “comitati”. Ho espresso ( e confermo) perplessità in questo caso ( e simili) dove un Tribunale della Repubblica si dovrebbe comportare non a “furor di popolo” ( anche se apparentemente giuste le ragioni) ma secondo Legge, pur supportato da adeguati pareri di esperti
Nel merito: ribadisco che non credo affatto ad un “ripensamento” spontaneo della suora/madre. Penso che in realtà sia stata molto, molto “assistita” ( anche le ingenti spese legali che una povera suora avrebbe dovuto sostenere me lo fa pensare) da un bel pezzo di apparato dell’Istituzione Religiosa a cui fa riferimento e non solo.
La mia impressione è che semplicemente bisognava “rimettere le cose a posto” anche se passati ben 73 giorni.
Come ? La suora viene laicizzata, così può fare la madre e restare al contempo nell’ambito dell’Istituzione religiosa pur se con altri ruoli.
Si dimostra che certe problematiche si sanno gestire in perfetta coerenza con i dettami e le prescrizioni previste e lo scandalo viene “riassorbito” positivamente.
Tutto a posto e niente in ordine.
E la bambina ?
Lucia, il pubblico ministero è una delle parti, non è super partes. La corte d’appello, invece, è un giudice (e dunque non può aver fatto ricorso).