Camera di Commercio, Ferracuti:
“Non ci sono uomini per tutte le stagioni”

Anche il segretario regionale della Cisl chiede un rinnovamento e fa leva sulla necessità di trasparenza e di progetti condivisi: "Le risorse non possono essere utilizzate per interventi fine a sé stessi"

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Da sinistra Lidia Fabbri, Marco Ferracuti e Giuseppe Spernanzoni

Da sinistra Lidia Fabbri, Marco Ferracuti e Giuseppe Spernanzoni

di Marco Ricci

Dopo la Cgil anche la Cisl interviene sul rinnovo degli organi camerali e su chi dovrà guidare l’ente nei prossimi anni. E lo fa con un comunicato a firma dei responsabili maceratesi Lidia Fabbri, Giuseppe Spernanzoni e Primo Antonelli in cui il sindacato, oltre ad aspettarsi una Camera di Commercio più “partecipativa e inclusiva”,  ritiene “indispensabile un cambio di passo ed un profondo rinnovamento nel pensare e nell’agire a tutti i livelli”.

Concetti in qualche modo non dissimili da quelli espressi solo qualche giorno fa dalla Cgil ma anche da Confindustria, sebbene la Cgil avesse dichiarato in modo piuttosto esplicito la propria contrarietà ad un eventuale quarto mandato di Giuliano Bianchi alla presidenza della Camera di commercio. La Cisl, da parte sua, affronta il discorso dal punto di vista del complessivo funzionamento e della mission della Camera, come ci ha spiegato il suo segretario regionale. “Per il futuro – ha detto Marco Ferracuti – ci aspettiamo per prima cosa più trasparenza nel modo in cui vengono assunte le decisioni e stabilito l’utilizzo delle risorse. In questo momento di gravissima crisi economica e sociale le erogazioni non possono essere fine a sé stesse ma tutti gli interventi devono andare a comporsi in un progetto complessivo per la cui realizzazione devono impegnarsi tanti soggetti diversi, tra cui anche le rappresentanze dei lavoratori. Può essere un elemento di discussione – ha domandato il segretario regionale della Cisl – il chiedere che i progetti vadano finanziati secondo una certa logica, con parametri trasparenti che permettano di avere ricadute positive, di sistema, sul territorio?”

Se la Cisl guarda già da vari anni a un modello tedesco nei rapporti tra lavoratori e aziende, per Ferracuti la Camera di Commercio di Macerata può essere un banco di prova per questo diverso tipo di relazione, con l’assunzione di responsabilità nella guida o nel controllo dell’ente da parte non solo della Cisl, ma anche della Cgil e della Uil. Un ente, la Camera di Commercio, che per Ferracuti deve avere un modo di operare nuovo rispetto al passato. “Per prima cosa – ha proseguito  – ne facciamo una questione di utilizzo delle risorse, di prospettive e di progetto. Solo in un secondo momento si andrà a vedere se la nuova classe gestionale della Camera di Commercio sarà in grado di portare avanti questo cambiamento. A nostro parere non tutte le persone possono essere adatte ad ogni stagione.”

Forse un riferimento a Giuliano Bianchi, ma Ferracuti ha allargato il discorso alla drammatica – e per certi versi nuova – situazione economica del maceratese. “Noi chiediamo un cambio di passo – ha spiegato – La gestione passata è stata positiva e non credo che nessuno abbia mai sollevato critiche. Oggi però le cose sono cambiate, ci vuole non cambio di passo e di prospettiva. Pensiamo alle società che fanno promozione, a quante ce ne sono nella nostra regione, tra cui la Ex.it. Ha ancora senso mantenerle separate? Noi pensiamo che debba esistere un’unica agenzia, più efficiente, in grado di portare all’estero i nostri prodotti di qualità e il nostro territorio, senza limitarsi al discorso fieristico. Queste sono le scelte che vanno fatte e su questo bisogna confrontarsi.”

In merito agli incontri con gli altri sindacati e con i rappresentanti delle associazioni di categoria, tra cui Confindustria, Ferracuti non è sceso nel dettaglio ma ha parlato di confronti in cui la Cisl ha posto il tema del rinnovamento, anche al di là delle nuove nomine che da qui a qualche mese verranno fatte per gli organi camerali. “Ribaltiamo la prospettiva – ha concluso – prima il progetto e alla fine i nomi.” E anche se Ferracuti non è esplicitamente entrato nel discorso dei nomi, è piuttosto evidente che, secondo la Cisl, anche in Camera di Commercio i nomi dovrebbero cambiare.



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