di Maria Cristina Pasquali
Classe 1983 Serena Lucrezi è una maceratese di adozione, una persona determinata a specializzarsi nel proprio ambito di ricerca costi quel che costi. Colpisce veramente la disinvoltura con cui dalla fine del liceo Classico Leopardi di Macerata riesce a spostarsi in diversi continenti dal Nord Europa all’Australia al Sud Africa ed a rimanerci per anni. All’epoca dei suoi genitori una vita così specie dai 20 ai 30 anni sarebbe stata impensabile. All’epoca dei nonni qualcuno partiva come emigrato. Dunque bisogna prendere atto che le nuove generazioni maceratesi sanno spiccare il volo per conoscere il mondo senza tanti problemi. Serena da Napoli si trasferì a Macerata con la famiglia nel 1992. Il perché di questo trasferimento lo racconta lei stessa: “La sorella di mia madre viveva già qui ed i miei genitori pensarono che avremmo potuto avere una vita più tranquilla in questa provincia . Pertanto mia madre si trasferì in questa città insegnando educazione artistica in varie scuole medie della provincia. Per mio padre fu più difficile in quanto lavorava al Banco di Napoli, ma ora sono entrambi in pensione. Ho due sorelle , la più grande dentista che esercita a Morrovalle mentre l’altra più piccola si è specializzata in Conservazione dei Beni Artistici.” Tre sorelle molto determinate a costruirsi una carriera, ma lei è quella che fin dai tempi dell’università si e’ rivelata una curiosa cittadina del mondo. “Già! Ho frequentato il Liceo classico Leopardi di Macerata e già prima di iniziare l’Università possedevo un proficiency in english che mi ha consentito di scegliere di iscrivermi direttamente alla facoltà di zoologia a Dundee in Scozia”.
Come mai in Scozia? “Semplicemente perchè in Italia ci sono minori facoltà in questo settore, mentre nel Regno Unito ce ne sono molte. In Scozia mi sono trovata molto bene. Avevo molti amici, ero ben inserita, tornavo spesso a casa. Forse sara’ perché ero anche più giovane, ma tutto mi pareva bello ed avevo un grande entusiasmo di scoprire il mondo. Perfino il clima che tutti considerano malvagio, non mi sembrava così terribile”.
Come decise di trasferirsi in Australia? “In Scozia conobbi un ragazzo australiano con il quale poi mi trasferii 5 anni in Australia per un dottorato di ricerca in Ecologia Marina all’Università di Queensland a Sippydowns – Sunshine Coast a Nord di Brisbane, una zona turistica dove vanno persone ricche o in pensione, decisamente una bella zona dove tutti vorrebbero vivere e lavorare , purtroppo pero in Australia i non residenti sono penalizzati nella ricerca del lavoro,i pertanto ho trovato solo occupazioni provvisorie ed anche estensioni del mio visto ultimamente le ottenevo solo grazie al fatto che ero fidanzata con un australiano . Inoltre poiché lui non voleva spostarsi in altra zona dell’Australia non saprei se altrove avrei avuto maggiore facilità di inserimento”.
Fu allora che decise di lasciare l’Australia per il Sud Africa? “In realtà un amico di Milano con cui ero rimasta in contatto e che avevo conosciuto a Dundee in Scozia specializzato in agraria e cooperazione allo sviluppo, si era già trasferito in Sud Africa per un dottorato di ricerca sul turismo “Comunity based tourism”. Mi comunicò che in facoltà stavano cercando qualcuno con la mia specializzazione in Ecologia marina per studiare l’impatto delle attività ricreative sulle coste. Poichè’ il mio sogno è stata sempre la ricerca mi misi subito in contatto con quella Università ed ottenni un posto di lavoro come ricercatrice. Questa università che si chiama North West University, si trova in una località dal nome strano Potchefstroom a sud ovest di Johannesburg raggiungibile in due ore”.
Come è la vita in Sud Africa? “Per me innanzitutto è stato un traguardo riuscire a fare finalmente ricerca come lavoro. Era il mio sogno da sempre anche se sono ancora borsista ed ho un contratto per tre anni . Nel posto mi sento ben integrata anche perché ho un compagno che vive li . Ci sono diversi altri Italiani perfino residenti. Questa zona del Sud Africa è popolata prevalentemente da Olandesi che parlano una lingua particolare Afrikaans (praticamente un misto di olandese tedesco inglese malese) . Gli insegnamenti all’università sono impartiti in questa lingua e ci sono forti spinte a coltivarla . Anche il mio attuale compagno che insegna filosofia all’università , appartiene a questo gruppo ed a forza di stare con lui ora capisco qualcosa, ma per me è una ulteriore fatica comunicare in questa nuova lingua . Preferirei l’inglese”.
Quindi non ci sono difficoltà nella vita di tutti i giorni? “Purtroppo si. In Sud Africa ci sono ancora notevoli problemi di sicurezza. Ad un Bianco viene sconsigliato di utilizzare mezzi pubblici. Sono considerati pericolosi. Bisogna avere una automobile personale. Ci sono ancora notevoli tensioni tra Bianchi e Neri. Non conviene uscire da soli specialmente ad una donna. Le case sono circondate da reti elettriche e tutte hanno anche guardie di sicurezza.. Questo all’inizio mi incuteva un po’ di paura. Poche sono le coppie miste, mentre ci sono varie coppie di bianchi che vengono da quelle parti per adottare i numerosi bambini orfani presenti nella regione. L’ambiente non è dunque tranquillo”.
In conclusione quale dei paesi dove hai vissuto preferisci? “La Scozia. Le dimensioni europee sono forse più vicine alle nostre. E’ più facile tornare in Italia alle mie radici, dalla mia famiglia. L’Australia è bella, ma lontanissima. Potevo tornare solo una o due volte l’anno. Il clima però a volte è imprevedibile. Si allaga subito, ci sono incendi improvvisi, le persone sono cordiali, ma non mi sono trovata bene con il mio relatore all’Università e neppure la mia “love story” ha funzionato. So di altre persone che invece si sono trovate benissimo per esempio a Melbourne . Dunque come si può immaginare molto dipende dagli incontri che si fanno il fatto di sentirsi a proprio agio in un posto. Considerato però che neppure nel campo lavorativo sono riuscita ad ottenere ciò che volevo , alla fine sono stata felice di lasciare l’Australia. In Sud Africa sto molto meglio , ben integrata, con un lavoro che mi piace) e felicemente in coppia. Peccato che esista il problema della sicurezza e questo incide molto sulla tranquillità di vita”.
Progetti quindi di tornare in Italia in futuro? “Il mio fidanzato ha un posto permanente come professore all’Università e credo non sarebbe facile muoversi, io pero’ spero sempre di riavvicinarmi all’Italia, all’affetto della mia famiglia . Dell’Italia mi manca inoltre il cibo, la cucina, una relativa maggiore sicurezza di vita e il nostro servizio sanitario che comunque è gratuito mentre per esempio in Sud Africa è tutto privato e si paga tutto”.
Cosa consiglia allora ai giovani disoccupati in Italia? “Dopo tutti questi anni trascorsi all’estero , nonostante la mia passione per i viaggi e spostamenti, mi sono resa conto che l’estero non è tutto rose e fiori. Gli spostamenti stancano , però oggigiorno è impensabile cercare un lavoro qualificato senza le credenziali che ti vengono da esperienze estere nel curricolo. Pertanto continuo a sostenere che in un mondo che è ormai un villaggio globale non si può avere timore di allargare i propri orizzonti sia personali che professionali. E comunque si può sempre tornare a casa molto arricchiti ammesso che la situazione economica consenta di trovare una occupazione”.
Commenti disabilitati per questo articolo
E vai Serera!!! Ci siamo tutti noi!
Veramente c’è un milione di Neri sudafricani ricchissimi, tra cui i figli e i nipoti di Mandela che si stanno scannando per dividersi le spoglie miliardarie del Padre della Patria. I restanti milioni di neri sudafricani vivono peggio di quando c’erano i colonialisti bianchi. In più ci sono nelle miniere di proprietà dei neri suidafricani 4 milioni di neri dello Zimbabwe, paese guidato dall’ex-studente gesuita ed ex-marxista Robert Mugabe (ha appreso bene i principi cattolici e marxisti…), rubando, uccidendo e riducendo l’ex-Rhodesia del Sud, chiamata un tempo la Svizzera d’Africa, in un paese poverissimo e degradato.
Adesso il governo sudafricano del corrotto Zuma, del partito di Mandela, sta pensando di armare migliaia di neri disoccupati, per fare cosa non si sa. Forse iniziare il genocidio dei Boeri, come si teme? I cittadini sudafricani bianchi che ritornano in Italia non possono avere neanche una camera dalla Caritas di Macerata, poiché ormai la bontà dei cattolici vede solo i fratelli di pelle nera, e di quelli di pelle bianca se ne frega. Questo è un razzismo verso i bianchi.