di Laura Boccanera
I farmacisti “irrompono” alla riunione di maggioranza per manifestare le proprie ragioni contro la vendita delle farmacie. Ieri sera a Palazzo Sforza, dopo aver manifestato tramite una nota il proprio dissenso alla riorganizzazione della società (leggi l’articolo), i 22 farmacisti delle comunali civitanovesi hanno voluto incontrare il sindaco per un confronto sul tema. Tommaso Corvatta li ha ricevuti: un incontro cordiale nel quale il primo cittadino si è impegnato a fornire a breve una risposta sul futuro delle farmacie dopo aver allargato alla maggioranza la riflessione sulla questione. «Ho percepito l’attaccamento alla loro professione e ho sentito l’orgoglio per la funzione sociale che svolgono – ha detto Corvatta – da parte loro si sono detti disponibili a intraprendere azioni di flessibilità e aiuto all’azienda». Il sindaco definisce “legittime” le aspettative dei farmacisti e ha espresso comunque la volontà di preservare l’occupazione, così come previsto per le altre aziende partecipate che per effetto di legge andranno accorpate. Al momento però non trapela di più sulle intenzioni della maggioranza e del sindaco e non si sa ancora se oltre all’accorpamento in Atac saranno due o solamente uno gli esercizi messi in vendita. «Stiamo cercando di fare ulteriori ritocchi rispetto al documento che avevamo visionato in Giunta e sarà sicuramente all’ordine del giorno della prossima riunione della maggioranza». Incontri che saranno ravvicinati nel tempo e che affronteranno anche argomenti da tempo sulla scrivania di Corvatta, dalla Civita Park, fiera e Palas, fino al bilancio. Sulle farmacie però interviene
oggi anche l’opposizione di centrodestra: «Vendere le farmacie comunali, è un’ammissione di incapacità ad amministrare da parte di questa maggioranza – sostengono i consiglieri Fabrizio Ciarapica e Massimo Mobili – solo chi non è in grado di gestire le aziende le dismette e il tutto è ancor più grave quando viene fatto di nascosto, senza informare i dipendenti e senza un piano economico preciso, che ci dica come e per la quale motivo». Il centrodestra difende il valore sociale delle farmacie: « da irresponsabili vendere le farmacie quando andrebbero potenziate, sono un presidio importante di tutela per la salute». Critico anche Erminio Marinelli: «È paradossale che tocchi al centrodestra il compito di difendere la proprietà pubblica mentre la giunta più a sinistra dell’epoca moderna stia parlando di privatizzarle per far cassa. Oggi la legge impone di chiudere l’azienda che le gestisce. Bene, facciamolo. Ma un conto è ridurre per legge il numero delle aziende pubbliche, un altro è vendere le farmacie comunali che possono essere tranquillamente affidate all’Atac. Non permetteremo che Corvatta decida da solo. Cosa farà del ricavato della vendita? Pagherà il palazzetto alla Lube Treia? Ben venga la Lube a Civitanova ma prima di fare i palazzetti dobbiamo rilanciare la fiera per le aziende locali, sistemare le strade e sostenere i servizi sociali per i civitanovesi».
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Oggi i nostri politici non rispecchiano più gli ideali dei partiti per cui si candidano. Corvatta si definisce un politico di sinistra, poi dismette aziende pubbliche. I civitanovesi, secondo me, hanno votato una giunta che in campagna elettorale ha fatto altre promesse, poi,invece, ha dimostrato di non essere all’altezza della situazione. Un ringraziamento particolare, anche se non condivido la posizione politca, va a Fabrizio Ciarapica, Massimo Mobili e in primis all’ex sindaco Erminio Marinelli, questi si che sono uomini che tengono per le sorti della citta’ e delle famiglie di chi lavora. Il centro sinistra, nella citta’ di Civitanova, è stato sempre rappresentato da persone che non hanno mai fatto niente di sociale e che fanno il loro comodo con i voti della classi sociali meno abbienti.
Forse la colpa è anche la nostra che ogni volta che ci chiamano a votare ci andiamo con la speranza di cambiare qualcosa. Il “piccolo” rispecchia il “grande” e viceversa. Vedevo ieri sera la trasmissione “la Gabbia” su la7 e mi ha fatto veramente girare le scatole il servizio trasmesso riguardo la multa comminata dalla corte dei conti per 98 MLD (dico MILIARDI) per il mancato collegamento delle slot machines al sito del ministero, nei confronti di dieci società che gestiscono questo tipo di gioco, (50 euro per ogni ora di mancato collegamento). Ci stanno facendo sudare lacrime e sangue per trovare “le coperture” per l’Iva e l’Imu per 4 – 5 Mld e invece di fare come con tutti i cittadini, tramite Equitalia, riscuotere fino all’ultimo centesimo, prima il governo Prodi ha ridotto la multa da 50 euro a 5 CENTESIMI (???????), in pratica da 98 a 2,5 MLD, ora il governo Letta propone di far pagare il 25% purché paghino subito, quindi da 98 MLD a 600MILIONI.
Ma la cosa più ridicola è che, di fronte ad un emendamento targato M5S, teso a ripristinare il testo originale, i due partiti principali, quegli stessi che ci vengono a raccontare che ” PUrtroppo dobbiamo fare sacrifici”, hanno votato contro confermando il maxi sconto.
Localmente, dopo essere finiti sulla cronaca nazionale per avere il più alto tasso di infedeltà dichiarativa circa l’accatastamento degli immobili ( a Civitanova risulterebbero solo un paio di immobili accatastati come ville), invece di fare verifiche attivando tutti gli uffici comunali affinché si ripristini una situazione veritiera e con essa una base imponibile più favorevole per le casse comunali, il Sindaco parrebbe essere anche lui tra gli infedeli e , contrariamente a qualto avvenuto in sede nazionale (caso Idem) neanche ci pensa a dimettersi.
Il tutto con l’avallo del nostro voto. La domanda a questo punto é: Conviene ancora andare dietro lor signori recandoci alle urne? Tanto se la suonano e se la cantano come gli pare, anche passando sopra gli altri.
Uhmmmm…. sento puzza di populismo e nostalgie di destra, per carità nessuno è perfetto e sia la destra che la sinistra hanno i loro peccati da scontare. Ma accanirsi su una giunta, che ha preso in mano una situazione pressochè in dissesto finanziario, mi sembra ideologicamente preconcetto. Sapevate che la giunta precedente, ha contratto l’ultimo mutuo sul residuo disponibile, pur di non lasciare un centesimo a chi probabilmente avrebbe governato dopo? E i debiti fuori bilancio, tipo quelli fatti in campagna elettorale costati ai cittadini centinaia di migliaia di euro? E il contenzioso legale che ammonta a 40 milioni di euro (fammi causa che tanto paga pantalone)? Dove prenderanno i soldi per fare investimenti e opere pubbliche, dalle tasche di chi ha sgovernato per venti anni, lasciando solo debiti e marciapiedi che si stanno sgretolando (vedi lungomare sud)? Siete a conoscenza che per legge bisogna accorpare in un unico ente tutta la pletora di società create solo per passare lo stipendio agli amici degli amici? Le sei farmacie comunali, se fossero state gestite con criteri manageriali, avrebbero reso centinaia di migliaia di euro come negli altri comuni, anzichè produrre un ridicolo utile di cinquemila euro a farmacia. La funzione sociale poi dove la mettiamo? Per caso la farmacie comunali, praticano prezzi politici sui farmaci? A me non sembra. Allora razionalizziamo i punti vendita, accorpiamo il resto, diamo una più spiccata funzione sociale a livello di prezzi e affidiamo a gente competente la gestione e l’indirizzo delle farmacie, anzichè affidarle al solito maneggione politico di turno!
Andate su questo link e capite perchè le cose vanno diversamente ripsetto a Civitanova
http://www.valtiberinainforma.it/news/trend-positivo-per-le-farmacie-comunali-alla-farmacia-n-1-incassi-aumentati-del-15-dopo-l-ampliamento
@ obiwankenobi
Se le cose stanno messe così male (ed io non ho i dati per confutarlo) allora ci si dovrebbe disfare per primo delle zavorre e poi, se non basta, anche del resto. Oppure facciamo come il governo con l’Alitalia laddove è stata venduta la parte sana dell’Azienda mentre i debiti (la bad company) è rimasta sul nostro groppone e la stiamo ancora pagando.
Se è vero quello che si legge sulla stampa, a Civitanova c’è un’azienda che è in perenne perdita ed ha accumulato (ripeto, sempre riportato dalla stampa) svariati milioni di euro di debiti.
Se questo corrisponde al vero perché stiamo a parlare di vendere le farmacie invece di liberarci di quest’azienda che, invece, dovrebbe fare addirittura da capofila accorpando quello che resta delle altre aziende? Di vendere l’Atac non se ne parla?
Da cittadino, se dovessi scegliere, voterei per vendere un’azienda per la quele il comune deve ripianare i debiti (e quindi io civitanovese pagherei un “biglietto” senza mai essere salito sull’autobus dell’Atac) piuttosto che un’altra per la quale possiamo discutere se gli utili sono più o meno adeguati alle nostre aspettative, ma per la quale fino ad oggi io civitanovese non ho dovuto tirar fuori una lira.
Quando discutiamo di questo con qualche amico, mi dicono che l’Atac non si può toccare perché fornisce un servizio (altrimenti chi non ha la macchina come fa ad andare a Civitanova Alta?).
Se fossi altrettanto cinico risponderei che ci sono benissimo altre compagnie private che sarebbero ben felici di subentrare. Guardate gli affari che fanno le compagnie che sfruttando l’inefficienza delle ferrovie dello stato con i collegamenti adriatico-tirreno.
La verità è che, invece, del mancato servizio ce ne accorgiamo quando accade come a quella signora di porto potenza, tra l’altro non vedente, la quale si è vista abolire la corsa per cui aveva fatto l’abbonamento, sostituita da una corsa scolastica (probabilmente perché più remunerativa.
Altrettanto potrebbe accadere con le farmacie: per il fatto che, vendendole, non siano più pubbliche, non vuol dire che non ci saranno più; saranno gestite dai privati. Ma i privati, giustamente, perseguono il profitto, e se un servizio non è remunerativo lo faranno lo stesso se non c’è la vera concorrenza? O faranno come in altri settori dove, manacando un vero competitor fanno finta di farsi concorrenza ma in effetti fanno cartello a scapito dei consumatori?
Lo sapremo solo e se si verificherà questa evenienza, ma forse allora sarà troppo tardi per tornare indietro. Vi ricordate quando scocciati per gli aumenti della benzina, allora a prezzo amministrato, tutti plaudevano ad una privatizzazione del settore? Ebbene la privatizzazione c’è stata e gli aumenti fioccano; una volta per dieci lire di aumento c’erano i titoloni sui giornali e minacce di scioperi, oggi agli aumenti non facciamo più caso forse anche perchè 2-3 cent sembrano pochi ma sono pur sempre 40 – 60 delle vecchie lire. Penso che parecchi rimpiangono quel periodo.
Le farmacie sono in attivo. Chi parla di dissesto finanziario pensa probabilmente di venderle a qualche amico.
Corvatta è un anno e mezzo che dice: ci devo pensare poi vi faró sapere
@leo nardo
è condivisibile il tuo ragionamento sulle farmacie, ma allora visti i risultati e leggendo il link dell’amico franco sma, in quelle di Civitanova c’è qualcosa che non va, visti i magri risultati. Forse come dicevo, andranno affidate a qualcuno più competente, e forse anche ridotte di numero. Perchè con la liberalizzazione delle licenze che c’è stata, i privati potrebbero aprire comunque e lì la selezione la farà il mercato. Per quanto riguarda l’atac, leggendo le tue parole, penso ci sia un fraintendimento. Infatti l’atac non è più solo l’azienda che gestisce il tasporto, bensì una multiservizi, quindi tra tutte dovrà essere quella che accorpa le altre, visto che la legge ce lo impone.
@obiwankenobi
E’ chiaro che la mia era una provocazione. Per come la penso io i servizi, per essere fruibili da tutti, debbono essere pubblici. Chiaramente le gestioni non debbono essere allegre, ci deve sempre essere lla gestione del “buon padre di famiglia” (cosa che forse non sempre è stata applicata, visto il malcostume italiano, ma questo non sta a me dirlo). La cosa mi serviva solo come rafforzativo nel dire che se proprio bisogna vendere allora non vedo perchè non lo si debba fare a cominciare da quello che rappresenta l’onere più gravoso. D’altronde è vero che l’Atac non gestisce più soltanto i trasporti, però risponde al vero che anche per le altre attività di cui si occupa c’è sempre l’alternativa privata.
Ma questo torno a dire è solo una provocazione.
Per l’altro tema, la redditività delle farmacie, io ho una mia idea e se hai un attimo di pazienza provo ad esportela
dal mio punto di vista, una azienda che deve dare servizi alla collettività, purché reali, non necessariamente deve essere anche produttrice di utili. l’utile nel caso delle farmacie me lo eroga mettendomi al riparo dai rischi di uno sciopero delle farmacie che mi costringa ad anticipare somme di cui magari non dispongo e che mi metterebbe nella condizione di non curarmi, come cerco di spiegare nel commento in altra sede (https://www.cronachemaceratesi.it/?author=8616).
Me lo eroga consentendomi di non dover sostenere la spesa di andare presso l’ospedale a prendere i pannoloni (stesso link) nel non farmi pagare la misurazione della pressione o mettendomi a disposizione servizi aggiuntivi che comodamente posso avere sotto casa. Oppure contribuendo a tenere bassi i prezzi dei medicinali da banco e degli altri articoli che possano servirmi.
Chiaro che se poi questo servizio non mi viene a costare come collettività perchè riesce a sostenersi con una gestione sana, anche chiudendo in pareggio, questo per me è il non plusultra.
Il paragone che faceva Franco Sma con le farmacie di ascoli e che aveva suscitato il mio interesse inducendomi ad approfondire le ricerche su internet, mi ha permesso di individuare forse nella gestione sotto forma di SpA una delle cause della poca redditività. Tutti sanno che una società per azioni ha delle spese, a partire dai compensi del CdA, dei revisori dei conti ecc ecc. che altri tipi di gestione, come quella di Ascoli non hanno. Una SpA paga le tasse come qualsiasi altra azienda e secondo me sbaglia chi dice che deve incrementare l’utile, perchè fa un favore non al cittadino civitanovese ma allo stato italiano. Ho letto che il sindaco si lamenta che non ci sono i fondi per tenere aperti gli sportelli per assistere le donne in difficoltà: ebbene se fosse possibile li farei sponsorizzare dalle farmacie comunali, piuttosto che pagare una montagna di tasse all’erario che poi li utilizzerebbe per pagare l’auto blu e la scorta a qualcuno a Roma. Poi, secondo il mio modestissimo parere da cliente (ho già avuto modo di esternare questo dubbio in altro commento) sono organizzate male dal punto di vista della scarsità del personale dedicato alla vendita: non puoi far fare ad un professionista il lavoro di un commesso, chi può dedicarsi al possibile compratore che necessita di consiglio? Un pensionato come me può farlo ma non certo chi ha fretta. Questa però penso sia dovuta più ai veti dell’amministrazione comunale che non alla volontà dell’azienda. Ho seguito a tal proposito da diatriba di prima dell’estate, apparsa anche sulle colonne di questo sito, circa i divieti di assumere addirittura per sostituire chi andava in ferie. E chi ci doveva stare a tenere aperte le farmacie, il Sindaco?
Torno a dire( e poi concludo), teniamoci stretti i servizi che siamo riusciti ad avere nel tempo, siano essi trasporti o farmacie, perchè chi ha i soldi può sempre riuscire a cavarsela pagando, ma chi non li ha……..
Il Sindaco Corvatta intanto ci pensa Si dopo che aveva preparato la delibera per vendere. Speriamo che questa volta non si distragga troppo altrimenti come lo finanzia il palasport della Lube?