di Cristina Grieco
“Tares, conosciamola meglio”: è questo il titolo della conferenza stampa che si è svolta questa mattina in Comune e nel corso della quale il sindaco Romano Carancini, affiancato dagli assessori al Bilancio e all’Ambiente, Marco Blunno ed Enzo Valentini, dal dirigente del servizio Servizi Finanziari, Roberta Pallonari e dal funzionario Mario Mariotti, ha spiegato le novità della tassa, sperando forse di renderla un po’ più digeribile ai cittadini.
Il primo cittadino ha illustrato i nuovi coefficienti di calcolo (o più semplicemente indici riciclati e reinterpretati), copertura dei costi legati ai «servizi indivisibili» cioè quelli che il Comune eroga a tutti indipendentemente dalla domanda di un singolo ed un importo fisso pari a 0,30 centesimi di euro a metro quadro per abitazione o attività commerciale da elargire, senza se e senza ma, direttamente allo Stato a titolo di mera liberalità a quanto pare visto che, questo importo non è destinato a remunerare nessun costo o servizio. Queste in sintesi le novità che caratterizzano il nuovo tributo.
Se finora il gettito proveniente dalla TARSU era servito esclusivamente a finanziare il servizio di gestione dei rifiuti urbani ossia la pulizia, la raccolta e lo smaltimento, la Tares, al contrario, dovrà coprire anche i costi di altri servizi quali l’illuminazione pubblica, la manutenzione del verde e delle strade, costi del messo notificatore, solo per elencarne alcuni, sostituendo la vecchia tassa rifiuti con un prelievo proporzionale alla quantità del servizio reso, in base al principio europeo del «chi più inquina più paga».
La Tarsu, introdotta per coprire, almeno tendenzialmente, il 100% dei costi legati alle attività di pulizia, raccolta e smaltimento dei rifiuti, non poneva però, a carico dell’Amministrazione comunale, alcun obbligo in tal senso potendo la stessa decidere in che misura andare concretamente a gravare sulle tasche dei contribuenti. Il Comune di Macerata soddisfaceva circa il 90% del costo complessivo del servizio con l’imposizione ai cittadini continuando a caricare il restante 10% sul bilancio comunale. Oggi la nuova normativa sulla TARES obbliga, al contrario, le Amministrazioni locali a coprire, unicamente con i proventi del tributo, non solo i costi legati al servizio di pulizia, raccolta e smaltimento dei rifiuti ma anche quelli dei servizi indirizzati alla collettività a cui lo Stato non fa più fronte, avendo ridotto, per gli importi corrispondenti, il finanziamento ai Comuni. Da ora in poi dunque anche questi costi “collaterali”, per espressa previsione legislativa non sindacabile né aggirabile da parte dei singoli Enti locali, inizieranno a gravare sulle tasche dei contribuenti.
Il calcolo della TARES va ancora una volta diversificato a seconda che si tratti di utenza domestica o non domestica. Nel territorio comunale le due categorie incidono rispettivamente per il 60% e per il 40% , il tributo si compone inoltre di due voci “costi fissi” e “costi variabili” entrambi già predeterminati dalla normativa e non modificabili. La cifra del costo fisso si ottiene moltiplicando il coefficiente diverso a seconda del numero dei componenti il nucleo familiare per i relativi metri quadri.
Il costo variabile, anch’esso diverso per numero di persone, è soggetto a periodico aggiornamento a seconda dell’eventuale diminuzione o viceversa dell’aumento dei costi legati al servizio di raccolta e smaltimento rifiuti. “Gli oneri che prima erano caricati sul bilancio comunale ora devono obbligatoriamente essere ridistribuiti all’interno del tributo a causa del taglio dei relativi finanziamenti – ha detto il Sindaco Carancini – In capo all’Amministrazione non rimane, se non un risicatissimo, spazio di manovra. Ci troviamo a pagare lo scotto di una politica economica nazionale sbagliata”.
La nota più dolente rimane quella a carico delle utenze non domestiche e dunque delle attività commerciali. Piange il settore della ristorazione per cui è in arrivo una stangata con aumenti che toccheranno anche il 95%. Al contrario tirano un sospiro di sollievo le banche e le attività che in generale si presume siano produttrici di un minor quantitativo di rifiuti. Anche per le utenze non domestiche c’è un indice fisso da moltiplicare per i metri quadri ed un coefficiente variabile. Per quest’ultima voce il decreto prevede dei coefficienti di moltiplicazione minimi e massimi. “Come Amministrazione – ha detto Carancini – abbiamo scelto di adottare per tutte le attività il coefficiente mediano tranne per quelle più vessate, come bar, pescherie, pizzerie, ristoranti. Nell’oscillazione tra il minimo e il massimo per quest’ultime ci siamo mantenuti il più vicino possibile al coefficiente minimo”.
Nel pur risicato spazio di manovra concesso dalla normativa nazionale, l’Amministrazione comunale ha introdotto dei temperamenti per venire incontro alle categorie più colpite dal nuovo tributo. La prima è appunto quella di mantenere il coefficiente più basso per le imprese soggette agli aumenti maggiori. Per le utenze domestiche, un nucleo familiare di tre componenti con un reddito ISEE inferiore a 15.000 euro avrà uno sconto netto pari al 20% sul totale dell’importo da versare.
Tutti quelli che hanno un reddito ISEE inferiore a 7.500 euro potranno beneficiare di uno sconto netto del 30%. Per chi ha la raccolta distante dalla propria abitazione oltre 300 metri e non usufruisce di un servizio comodo ed efficiente la riduzione è notevole, pari al 60%. Si stima che ne beneficeranno circa tremila utenze. Per le attività impegnate nel commercio sfuso ossia nella vendita di prodotti alla spina e quant’altro senza involucro e dunque senza produzione di rifiuti, sempre per il principio sovranazionale che tende ad agevolare chi inquina in misura minore, lo sconto sarà pari al 100% ma solo relativamente ai metri quadri effettivamente dedicati a questa attività. Per lo stesso principio le utenze domestiche potranno beneficiare ancora una volta della riduzione per il compostaggio ed uno sconto è previsto anche per chi utilizza pannolini lavabili. Qualche buona notizia arriva anche per le attività agricole. Tutte le superfici all’interno delle quali si producono rifiuti poi reimpiegati nella fertilizzazione dei terreni saranno esentate dal pagamento per i relativi metri quadri. Per tutte le utenze non domestiche che producono rifiuti speciali è stata prevista una riduzione sui rifiuti urbani da valutare caso per caso, da un minimo del 15% ad un massimo dell’85% sull’importo calcolato in base ai metri quadri. Ciò in quanto altrimenti queste aziende che già provvedono autonomamente allo smaltimento dei rifiuti avvalendosi di aziende specializzate, si troverebbero a pagare due volte. Infine una riduzione pari al 20% è prevista per quanti dispongono di abitazioni utilizzate solo stagionalmente purché la circostanza venga adeguatamente documentata.
A tutto ciò come accennato si dovranno aggiungere in bolletta 0,30 centesimi a metro quadro. Tale importo verrà riscosso dall’Amministrazione locale pur essendo destinato direttamente allo Stato. “Abbiamo già espresso la nostra rabbia a questo riguardo – ha detto Carancini – non c’è stata una preventiva concertazione, non sono stati ascoltati i nostri suggerimenti”.
In generale a Macerata, secondo i calcoli, l’aumento medio rispetto allo scorso anno si attesterà intorno al 15%. Ciò che lascia particolarmente perplessi è l’iniquità con cui questo tributo si abbatterà sui cittadini. Piangeranno single e pensionati soli che vivono in appartamenti di 60 metri quadri e che, secondo la previsione di legge non considerando gli eventuali temperamenti introdotti dalle singole Amministrazioni, subiranno un aumento del 30%. Va meglio a chi possiede abitazioni più grandi. Per 150 mq con tre occupanti il costo rimarrà praticamente invariato mentre addirittura scende del 16% se, nello stesso appartamento, si abita in due. Potrebbero pagare addirittura meno dell’anno scorso i proprietari di immobili di 200 mq occupati anche da quattro o cinque persone.
Anche nel caso di utenze non domestiche la sproporzione è evidente. Riduzione del 6% per le superfici espositive a fronte di aumenti anche del 126% di attività operanti nel settore della ristorazione. “Il principio del chi più inquina più paga in linea di massima è anche corretto – ha detto l’assessore Marco Blunno – che vada coperto il 100% del servizio non è in discussione il problema è che sarebbe dovuto avvenire in modo graduale soprattutto in un momento di crisi così grave. In questo modo noi avremmo anche potuto sfruttare la diminuzione del costo del servizio grazie al risultato positivo ed in continua crescita legato alla raccolta differenziata dal 36 al 65% per cento”.
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un aumento di imposta del 100% da un anno all’altro è indegno…per qualsiasi categoria.
Respiro di sollievo per le banche? Che novità !
I ristoratori dovrebbero fare le barricate. Il 100% di aumento di una tassa da un anno all’altro non è da paese civile…..
GRAZIE DAVVERO DI CUORE A TUTTI! GRAZIE A QUESTA CITTA, GRAZIE A QUESTI POLITICI, GRAZIE AL NOSTRO SINDACO. State facendo davvero di tutto per mettere in ginocchio qualsiasi piccolo esercizio commerciale, continuando a favorire chi i soldi LI PRODUCE, LI GESTISCE, LI PRENDE IN PRESITO A TASSI MINIMI e LI TRASFORMA IN FINANZIAMENTI CON TASSI DA STROZZINAGGIO! Continuate cosi, manca davvero poco! SIAMO STUFI!
GRAZIE DAVVERO DI CUORE A TUTTI! GRAZIE A QUESTA CITTA, GRAZIE A QUESTI POLITICI, GRAZIE AL NOSTRO SINDACO. State facendo davvero di tutto per mettere in ginocchio qualsiasi piccolo esercizio commerciale, continuando a favorire chi i soldi LI PRODUCE, LI GESTISCE, LI PRENDE IN PRESITO A TASSI MINIMI e LI TRASFORMA IN FINANZIAMENTI CON TASSI DA STROZZINAGGIO! Continuate cosi, manca davvero poco! SIAMO STUFI!
Carancini, questa volta hai tioppato. Non è che te lo devi di a quattrocchi?
Dovrebbe essere il contrario!!!!!! O no!!!!!!!!!
Per fortuna che i maceratesi sono persone umili che tirano la cinghia e comunque rispettosi delle istituzioni. In altre zone d’Italia questi amministratori non uscirebbero più di casa.
guarda che se le banche non riprendono fiato, poi avoglia che gli imprenditori vanno a chiedere soldi…quanti ancora non l’hanno capito!!
In questa Italia piena di ingiustizie dove c’e’ chi ha 2 stipendi, 3 pensioni, chi invece e’ senza lavoro e senza pensione, dopo IMU, IVA ora si sono inventati la TARES che naturalmente dovranno pagare sempre e solo i soliti. NON SE NE PUO’ PIU’. La corda a furia di tirare si spezza!!!
Caro Paolo Pieroni,
prendono fiato o non riprendono fiato, le banche non sono di certo sorelle di Cenerentola e Biancaneve. Quindi, per i miei gusti, se oltre a non riprenderlo lo perdessero del tutto… mica male!
Sei vergognoso
E’ uno spettacolo!!!!(tanto se cito il codice penale cinese mi censurano – sic -()
Paolo Pieroni fossi in te mi vergognerei per la risposta che hai dato.
Facciamo prendere fiato alle banche, tanto loro soldi non ne hanno, tanto son loro che si alzano tutti i giorni alle 5 per tirare avanti la baracca, tanto son loro che sono aperte anche di sabato e di domenica, tanto son loro che sono vicino alle persone e ai cittadini, tanto son loro che per darti un mutuo ti fanno firmare una condanna a vita, tanto son loro che fanno girare questa economia, tanto son loro che fanno circolare la moneta con shopping e consumo, tanto son loro che guardano al rispetto delle regole e che, soprattutto, sono in crisi come noi poveri cittadini umiliati, tanto sono loro che hanno stipendi da fame e non sanno come arrivare al giorno dopo!…potrei continuare per ora…ma concludo solo con una parola DISGUSTOSO!
Con questa TARES mi troverò a pagare 840 euro invece dei soliti 400 e rotti! Ma a te cosa importa l’importante è far respirare le banche. Non sanno nemmeno cosa significhi fare la differenziata. La maggior parte di gente che ci lavora dentro nemmeno ha mai visto passare tra le mani un sacco dell’immondizia! I bar i ristoranti i pub e gli ortofrutta finito il lavoro GIU DI GOMITO A PULIRE SPAZZARE E CESTINARE OGNI COSA!
Continuiamo cosi…questa è l’italia che ci meritiamo!
Pensa prima di scrivere la prossima volta!