di Marco Ricci
E’ Ferruccio Nascimbeni, cardiologo dell’Ospedale di Macerata e già Presidente dell’Istituto Matteo Ricci l’altro attuale candidato – assieme a Romano Ruffini – al ruolo di Consigliere di Amministrazione della Fondazione Carima il cui Organo di indirizzo si riunirà domani (venerdì 21 giugno). Una posizione che il medico maceratese ha già ricoperto per due mandati fino all’aprile 2011 quando con la modifica dello Statuto venne ridotto da nove a sette il numero dei membri del Consiglio di Amministrazione. Membro dell’Unione Agricoltori di cui è importante esponente Lauro Costa, Ferruccio Nascimbeni appare una figura di rispetto in un momento molto travagliato nella vita dell’istituzione maceratese. Un momento particolarmente difficile sia per le note vicende di Banca delle Marche che per la conseguente richiesta da parte della Fondazione di un’azione di responsabilità nei confronti del Cda dell’istituto di credito di cui l’istituzione maceratese aveva espresso quattro membri oltre al Presidente.
Una candidatura in grado con ogni probabilità di sopire alcune delle frizioni cresciute all’interno di Fondazione Carima ma che certamente non può essere letta come un’apertura di credito nei confronti dell’altro candidato oggi in pista. Quel Romano Ruffini esponente del Terzo Settore e recentemente proposto con un pubblico appello (leggi l’articolo) da quattro rappresentanti dell’Organo di Indirizzo. Tra le intenzioni dei proponenti della candidatura Ruffini, ricordiamolo, erano presenti non solo la finalità di allargare e modernizzare la base sociale rappresentata nel Cda quanto la prospettiva di rompere l’unanimismo con cui all’interno della Fondazione in passato sono state effettuate certe scelte. Scelte che i quattro proponenti della candidatura Ruffini all’interno dell’Organo di Indirizzo sentono imposte da quelle categorie che ancora oggi più contano all’interno dell’Assemblea dei Soci di Fondazione Carima. Tra cui appunto l’Unione Coltivatori.
Secondo Enrico Marcolini – uno degli sponsor di Romano Ruffini – “con la candidatura di Nascimbeni, di cui nessuno mette in dubbio le qualità umane e personali, si torna a guardare al passato nelle modalità di scelta, non volendo prendere coscienza di una realtà sociale ed economica che è profondamente cambiata.” Marcolini ha particolarmente sottolineato la differenza nel modo di presentazione delle candidature. Critico con una raccolta di firme in sostegno di Nascimbeni di cui molti nulla sanno, “non inclusiva”, ha rimarcato invece il modo aperto e trasparente con cui è stato posto il nome di Romano Ruffini all’attenzione dell’Organo di Indirizzo, ai cui membri è stata recentemente inviata anche una comunicazione scritta che avvisa del deposito ufficiale della candidatura.
Raggiunto telefonicamente, Ferruccio Nascimbeni più che felicità ha mostrato senso di responsabilità, parlando schiettamente di spirito di servizio in un momento molto difficile per la Fondazione. Senza voler entrare nel merito di scelte che oggi possono sembrare sbagliate ma di cui non si sente di rinnegarne anch’egli in buona fede – “in quel momento storico” – la paternità, il dottor Nascimbeni ha precisato di “non avere accolto con entusiasmo” la disponibilità che gli è stata chiesta, ben consapevole della necessità di un ringiovanimento degli organi di governo della Fondazione Carima ma non nascondendosi allo stesso tempo le difficoltà attuali e il senso di responsabilità che da questo gli deriva. “La perdita dell’Onorevole Massi”, ha aggiunto anche alla luce delle criticità attuali, “uomo di grande equilibrio e pulizia morale è una perdita enorme. Una perdita di cui in questo momento si sente come non mai la mancanza.”
Parlando delle sue passate esperienze in Cda, Ferruccio Nascimbeni ha ricordato il suo impegno medico e quello di tutta la Fondazione Carima nelle erogazioni a favore dell’Asur e della Area Vasta 3. “Un lavoro enorme, importantissimo per la sanità della nostra provincia di cui come medico e cittadino maceratese mi sento di andare fiero”, ha affermato ricordando il suo primario impegno proprio nell’ambito della salute. “Emodinamica a Macerata, centinaia di mezzi di soccorso, la donazione di tante altre strumentazioni di cui la Asur non sarebbe stata in grado di dotarsi”, ha concluso l’elencazione degli interventi con un briciolo di emozione e di sincero entusiasmo. Un passato felice che non riesce però a nascondere le prospettive difficili a cui andrà inevitabilmente incontro la Fondazione Carima, uno scenario che come abbiamo illustratovedrà una cospicua riduzione del patrimonio dell’istituzione maceratese e delle erogazioni sul territorio.
Due candidature dunque molto differenti quelle che si prospettano per ricoprire il posto nel Cda rimasto vacante per la scomparsa dell’Onorevole Massi. Quella di Ruffini più rivolta ad un’apertura verso il Terzo Settore e alla necessità di rinnovate modalità di scelta nonché protesa verso un adeguamento degli organi statutari alla nuova composizione sociale del territorio. Quella di Nascimbeni invece più radicata per certi versi nel passato della Fondazione e, sebbene apparentemente frutto di una oligarchia decisionale presente in Fondazione Carima, allo stesso tempo estranea ai giri di potere consolidati e ben rappresentativa di quella società civile di professionisti che ha dato il proprio contributo alla vita e alla crescita sociale della Provincia.
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